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lunedì 26 agosto 2024

Teresa Papavero e lo scheletro nell'intercapedine

Che ci posso fare se ho letto due libri di fila di Chiara Moscardelli? È esilarante sia nella versione autobiografica che in quella giallista.
Nella seconda, divertente ma anche "spaventevole" avventura, Teresa Papavero si imbatte ma quasi abbatte uno scheletro: sta terminando i lavori di ristrutturazione dello stabile accanto a quello dove aveva aperto un B&B per ampliarlo, vista la popolarità ottenuta da Strangolagalli con la sua prima avventura.
Stavolta però i due affascinanti uomini della storia precedente sono spariti e si affaccia nella vita di Teresa un intraprendente medico legale che si potrebbe dire prenda d'assalto la'ipercinetica profiler, in perenne lotta con la propria autostima e con la disistima dell'ingombrante e molto più presente in questo volume padre.
A contorno, oltre alle solite note personalità di Strangolagalli, nuovi personaggi ma soprattutto i ricordi e un serial killer che avrebbe dovuto essere morto in galera dopo essere stato arrestato negli anni '80 ma che ha continuato ad uccidere. A fare da sfondo e palcoscenico c'è un manicomio infantile abbandonato, in quel di Tresigallo in provincia di Ferrara, legato in qualche modo a Teresa. 
Tra i climi cupi creati da scheletri, vecchie fotografie in bianco e nero, ritagli di giornale, cruenti omicidi di anziani signori e giovani pulzelle ma anche tra improbabili abbigliamento colorati, divertenti sceneggiate finalizzate a scoprire il più possibile sullo scheletro e sul serial killer, tra gelosie paterne e non, non vi resta che leggere questo libro mentre io a breve inizierò la terza e pare ultima avventura di Teresa Papavero, sperando di scoprire chi sarà il prossimo spasimante.

sabato 24 agosto 2024

Volevo essere una vedova


Chiara Moscardelli colpisce ancora, con la sua ironia e le sue disavventure, che sembrano irreali quanto sono esilaranti ma sono profondamente vere.

O meglio, all'unica sua presentazione a cui ho partecipato era esattamente come lei stessa si descrive nei tre libri autobiografici che partono da Volevo essere una gatta morta a Volevo essere una vedova. 

Mi ci ritrovo appieno, nella sua singletudine, nella sua insoddisfazione ma anche nel suo sognante mondo di principi azzurri attesi e mai arrivati, nel suo umiliarsi dietro a chi cerca attenzioni ma non ne dà.

Alla fine, è chiaro che se la gente non è capace di farsi un piatto di cozze sue, si becca le risposte che si merita. 

Quest'estate mi sono trovata diverse volte a rispondere che ero sola per volontà altrui. Che se fossi stata veloce nell'inventario un passato defunto come ha fatto Chiara Moscardelli in questo libro, avrei guadagnato una sfilza di altre indesiderate domande.

Insomma, se rinasco, continuo a voler essere bionda dentro (ma anche vedova non è male, purché ricca, ricchissima!)…

venerdì 23 agosto 2024

Celo, celo, mi manca

E mentre cerchi un libro da leggere, ne trovi due:

Uguali. Da 18 euro l'uno.

Le parolacce a seguire sono state più di due...

mercoledì 21 agosto 2024

Di case, di pendolarismo, di macchine, di noi

Stasera abbiamo parlato tanto, di bagni da ristruttura, di porte nelle schiene, di buste paga e tassazioni progressive, di macchine economiche e costose di tutto e di più, il tempo è volato e domani lavoriamo entrambi.
Ma che bello scambiarsi le opinioni un po' su tutto, quasi come non è praticamente mai successo nei tuoi quasi 22 anni di vita.

martedì 20 agosto 2024

Ricordi

Ieri sono andata a fare la spesa e ho ceduto a questa trasgressione l, ricordando i sapori di quando ero bambina:

Era tanto che non vedevo questo salume nel banco frigo (o in quello della gastronomia) e oggi l'ho mangiato col melone.

Però aveva poco sapore, me lo ricordavo più buono. 

lunedì 19 agosto 2024

Normalità

Sono tornati i ragazzi.

È tornata la normalità, le cene insieme, le chiacchiere, le bonarie prese in giro.

Viva le cose normali.



domenica 18 agosto 2024

Qualcosa di veloce

Dopo "i cani", consegnati stamattina con grande soddisfazione mia e dei miei amici committenti, avevo bisogno di un lavoro semplice e veloce, prima di affrontare gli ultimi due sal del mese.

La scelta è caduta su un semi kit di Atalie, preso nel mercato dell'usato. Aveva il filo di seta e i nastrini, anch'essi di seta. 

La scelta per il lino è caduta su un pezzetto di 32 count lilac vintage della Zweigart. 

E mentre tra ieri e stamattina ricamavo, prendeva forma nella mia testa che cosa sarebbe diventato e quale stoffina abbinare. 

Così pomeriggio, dopo aver riordinato scaffali e scatole mentre cercavo altri due ricami da confezionare, macchina da cucire, rotella e pazienza e ora un nuovo porta aghi as-so-lu-ta-men-te necessario ha arricchito la mia collezione:

È anche il primo ricamo coi nastrini di seta che faccio. Temo una nuova dipendenza...

sabato 17 agosto 2024

Ci ho messo un anno

Anche se per tanti mesi, però, è stato fermo, il blocco della ricamatrice è terribile.

L'ho iniziato lo scorso anno, più o meno negli ultimi quindici giorni di agosto. Poi è stato fermo da ottobre a un mese fa o quasi.

I 23 colori, i mezzi punti, i blending, i chilometri e chilometri di punto scritto, su un lino francese estremamente irregolare, la vista che non è più quella di lince di una volta, le distrazioni dei giochini sul cellulare... tutte motivazioni (scuse, alibi ...) che hanno fatto sì che solo oggi finissi questo ricamo, assolutamente il più complicato che io abbia mai fatto:

Lavato e stirato, è pronto per la consegna, spero che Fulvia mi perdoni per il notevole ritardo.

giovedì 15 agosto 2024

Ferragosto

Ancora pochi istanti e anche questo ferragosto è passato.

Sola, con la TV, il ricamo, il libro, tante ore a dormire in casa o sul balcone, una lunga telefonata con una mia amica storica.

I cani sono ostici ma deliziosi, a malavoglia sto lavorando solo su quelli per riuscire a finirli presto, non ne posso più.
Adesso leggo qualche pagina prima di crollare, domani si lavora.
Però sono stufa dei Ferragosto da sola.



mercoledì 14 agosto 2024

Accenti

No, non ha senso, non serve, è controproducente.

Ci sono arrivata col tempo.

Urlare è solo uno sfogo personale ma non aiuta a risolvere i problemi, a confrontarsi.

Chi urla di più si prende la vacca, dice un proverbio lombardo (lo traduco perché non so come si scrive). Forse si prenderà la vacca ma poi? È solo quello?

Viviamo in una società dove l'io ha guadagnato il primo posto ma più che io, sento tanti ih-oh.

In fondo, è solo una questione di accenti.