Lucifero

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Lucifero (disambigua).
Il genio del male, scultura rappresentante Lucifero conservata nella cattedrale di San Paolo a Liegi (Belgio)

Il termine Lucifero il cui significato letterale è Portatore di luce, è un termine con il quale ci si può riferire a differenti entità mitologiche (la divinità romana "Lucifer", la corrispondente divinità greca Fosforo e per molti filoni del cristianesimo, a Satana) o anche al pianeta Venere il quale è associato alle citate divinità greco-romane.

Il termine luciferismo indica invece l'adorazione e la devozione a tale entità. Secondo i principali filoni teologici del cristianesimo, questo essere sarebbe perfettamente assimilabile alla figura di Satana, mentre secondo altri movimenti e dottrine esegetiche si tratterebbe di due entità diverse.

Origine e significato

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Il termine significa letteralmente Portatore di luce, in quanto tale denominazione deriva dall'equivalente latino lucifer, composto di lux (luce) e ferre (portare), sul modello del corrispondente greco phosphoros (phos=luce e phero=portare), e in ambito sia pagano che astrologico esso indica la cosiddetta «stella del mattino», cioè il pianeta Venere visibile all'aurora, ed è anche identificato con questo nome. Nella corrispondenza tra divinità greche e romane l'apparizione mattutina del pianeta Venere era personificata dalla figura mitologica del dio greco Phosphoros e del dio latino Lucifer. Analogamente in Egitto Tioumoutiri era la Venere mattutina. Nell'antico Vicino Oriente, inoltre, la "stella del mattino" coincideva con Ishtar per i Babilonesi; Astarte per i Fenici; Inanna per i Sumeri.

In ambiti dell'occultismo e dell'esoterismo, infine, Lucifero sarebbe il detentore di una sapienza inaccessibile all'uomo comune.

Lucifero nella mitologia greco-romana

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Lucifero o Lucifer è una divinità della luce e del mattino della mitologia romana, corrispondente alla divinità greca della luce: Eosforo ("Portatore dell'Aurora") o Fosforo ("Portatore della luce"), nome dato alla "Stella del mattino", era figlio di Eos (dea dell'Aurora) e del Titano Astreo e fu padre di Ceice (Ceyx), re di Tessaglia, e di Dedalione.

Nella religione greco-romana

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Mentre di Lucifero come divinità legata a Venere non abbiamo traccia, esistevano culti dedicati a divinità definite "Lucifere" (cioè Portatrici di Luce)[1]. Oltre a queste, tra le Divinità Maschili Solari più conosciute che ritroviamo nel pantheon greco-romano vi è Apollo, un cui epiteto era Phosphoros (ΦΩΣΦΟΡΟΣ in lettere greche)[2], che tradotto in latino è Lucifer, Lucifero appunto.

Nella letteratura giudaica extra-biblica

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Il giudaismo ortodosso attuale nega l'esistenza di qualsivoglia entità spirituale che non sia Dio, considerandoli rispettivamente come o messaggeri umani o emanazioni impersonali della potenza di Dio/realizzazione di una sua azione e appellativi di malattie/catastrofi. Questo assumendo che le personificazioni appartengano solo alle correnti eterodosse che si rifanno ai tre libri di Enoch, che è uno dei vari Apocrifi dell'Antico Testamento, o addirittura sono proprio post bibliche (al massimo ravvisabili nelle stesure più tarde), ossia influenze mesopotamiche avvenute nel periodo post-esiliaco e poi Irano-Zorastriste o elleniche. A sostegno di ciò vedasi: Rambam in Guida dei Perplessi 2,4 e 2,6, o come è scritto nel Talmud Yerushalmy (ove dice che i nomi dei malachim sono il risultato della diaspora), David Neumark[3], Adin Steinsaltz, Michael D. Coogan, Yehoshua Efron e altri. Generalmente invece è opinione accademicamente diffusa (nel Bereshit Rabba 3,8, Shaye J. D. Cohen, Lawrence Schiffman, Martin Jafee, Jacob Neusner, Bernard J. Bamberger e altri) che fosse comune nel Giudaismo del Secondo Tempio, quindi coevo alla redazione dei vari libri dell'AT, credere ad angeli e demoni come entità a sé stanti (come avviene in Flavio Giuseppe es. in Guerra Giudaica VI: 298 e Antichità Giudaiche 1:73, o i suoi commenti sugli esorcismi), senza dover per forza rifarsi strettamente alla letteratura enochica, ad esempio come retaggio della fase primordiale della religione nel passaggio da enoteismo-monolatria-monoteismo.[4][5][6][7]

I libri di Enoch riportano come angeli furono precipitati nel deserto di Dudael e conficcati sotto un cumulo di pietre. L'enigmatica figura di Azazel, citato nel Levitico, sarebbe uno di loro e corrisponderebbe al dio di Edessa Azizo o alla dea sud-arabica al-Uzzah, entrambi personificazioni del pianeta Venere[8].

L'angelo caduto, di Alexandre Cabanel

La Jewish Encyclopedia[9] afferma che l'identità fra Sataniel (Satana) ed Helel (Lucifero) risale già a un secolo prima dell'era cristiana, quando alcuni scritti ebraici, come il Secondo Libro di Enoch e la Vita Adam et Evae del I secolo d.C. circa, interpretarono un passo di Isaia e uno di Ezechiele nello stesso senso adottato in seguito dai Padri della Chiesa, riferendolo cioè al racconto della Caduta degli Angeli capeggiati dall'arcangelo Semeyaza (o Samhazai, cioè "il mio nome ha visto"), che sarebbe appunto altro nome di Sataniel. Purtroppo tale passo della Jewish Encyclopedia fa riferimento a tre paragrafi di due fonti[10][11][12][13] dove si parla della caduta di Satana come angelo, ma il termine relativo a Lucifero (e le sue varianti come stella del mattino) non sembra essere presente, quindi tale associazione, con le conseguenze teologiche che ne conseguirebbero, andrebbe presa con molta cautela. Al vaglio, non sembra che altrove esista una documentazione nella letteratura giudaica extra-biblica del termine Lucifero e sinonimi.

Nell'Antico Testamento

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Lo stesso argomento in dettaglio: Satana.

Lucifero (in ebraico הילל, helel, in greco φωσφόρος, in latino lucifer) è il nome classicamente assegnato a Satana dalla tradizione giudaico-cristiana in forza dell'interpretazione prima rabbinica e poi patristica di un passo di Isaia 14,11-15[14].

Nella Vulgata, cioè la versione in latino della Bibbia, il termine lucifer è utilizzato nell'Antico Testamento solo quando il profeta Isaia lo applica al re di Babilonia, la cui caduta è oggetto dell'ironia del profeta. I Padri della Chiesa tennero conto del frequente accostamento di Babilonia al regno del peccato, dell'idolatria e della perdizione sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento[15], nonché dei quattro sensi delle Scritture, e identificarono il Lucifero di Isaia con il Satana di Giobbe e dei Vangeli.

Andando nel dettaglio, questa è la traduzione detta Nova Vulgata[16]:

Detracta est ad inferos superbia tua,

sonitus nablorum tuorum;

subter te sternitur tinea,

et operimentum tuum sunt vermes.

Quomodo cecidisti de caelo, Lucifer, fili aurorae?

Deiectus es in terram, qui deiciebas gentes,

qui dicebas in corde tuo:

“In caelum conscendam,

super astra Dei exaltabo solium meum,

sedebo in monte conventus

in lateribus aquilonis;

ascendam super altitudinem nubium,

similis ero Altissimo”.

Verumtamen ad infernum detractus es,

in profundum laci.

La caduta di Lucifero, illustrazione di Gustave Doré per il poema Paradiso perduto di John Milton

Questa è invece la traduzione ufficiale cattolica CEI 2008[17]:

Negli inferi è precipitato il tuo fasto

e la musica delle tue arpe.

Sotto di te v'è uno strato di marciume,

e tua coltre sono i vermi.

Come mai sei caduto dal cielo,

astro del mattino, figlio dell'aurora?

Come mai sei stato gettato a terra,

signore di popoli?

Eppure tu pensavi nel tuo cuore:

«Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio

innalzerò il mio trono,

dimorerò sul monte dell'assemblea,

nella vera dimora divina.

Salirò sulle regioni superiori delle nubi,

mi farò uguale all'Altissimo».

E invece sei stato precipitato negli inferi,

nelle profondità dell'abisso!

Mentre le traduzioni italiane precedenti hanno avuto in passato il termine esplicito Lucifero (Isaia 14,11-15[18]), visto come personificazione e non come appellativo, al giorno d'oggi alcuni lo considerano alla stregua di un errore di traduzione[19] sebbene lo slittamento di senso sembri essere successivo[20].

Questo perché, come già accennato nei paragrafi precedenti, il testo originale[21] mostra la frase הֵילֵל בֶּן-שָׁחַר, letta come hêlel ben sahar (dove helel viene per lo più fatto derivare dalla radice hâlal, "risplendere", anche se esistono dei dibattiti sulla sua etimologia che vedrebbero il termine con radice yâlal, in greco ὀλολύζων, "ululare", "urlare" così come tradotto da Aquila di Sinope[22] e confermato da San Girolamo[23]), e il libro di Isaia mostra molti riferimenti all'epoca della sua (presunta) stesura. Infatti si parla del V secolo a.C. durante l'esilio in Babilonia e dopo il crollo della monarchia salomonica, con molte invettive contro l'idolatria, e di riflesso verso chi, come i regnanti, voleva equipararsi a divinità. Ci sono alcuni sottili riferimenti infatti alla religione cananea: ad esempio, al versetto 13, quando si parla di Nord, si legge il termine tsaphon, che è legato al nome del dio Baal-Zephon, essendo il dio della montagna eponima, la cui importanza era tale da essere un generico riferimento per il nord[24]. Curioso notare che le due divinità montanare Shachar e Shalim sono doppie divinità dell'alba e del tramonto, rispettivamente. Shalim era legato agli inferi attraverso la stella della sera e associato con la pace. Il nome di Shachar è usato appunto nel nostro versetto 12, tradotto come "stella del mattino". Inoltre Shachar è considerato precursore del dio Attar[25], la cui vicenda del tentativo fallito di usurpare il trono di Baal è vista da alcuni studiosi come un parallelo evidente con la vicenda narrata nel versetto stesso. Quando nel versetto 14 viene detto "mi farò uguale all'Altissimo", il termine usato è Elyon, che è un titolo divino pre-israelitico. Il famoso versetto del Deuteronomio 32,8[26] è stato interpretato come Elyon, dio supremo del pantheon cananeo, che assegna ciascuna delle 70 nazioni del mondo (come si legge in Genesi 10) ad ognuna delle 70 divinità del pantheon stesso, ed in particolare a YHWH fu assegnata la protezione di Israele (mentre ad esempio, in Numeri 21,29[27] al dio Chemosh viene assegnata la popolazione di Moab). In altri passi Elyon è identificato come YHWH stesso, come in Genesi 17,1[28], 2 Samuele 22,14[29], Esodo 6,2[30] e nei Salmi 97,9[31]. L'assemblea citata nel versetto potrebbe essere o l'assemblea degli dei cananei o l'assemblea dei protettori delle nazioni (Salmi 72,1[32]).

Secondo Stephen Herbert Langdon l'invettiva di Isaia ha qualche somiglianza con l'Epopea di Erra[33]. Ne Il mulino di Amleto, di G. De Santillana e H. von Dechend, nell'ultima nota di appendice, la 42, viene citato di nuovo Langdon che anziché tradurre il termine ebraico helel, lo considera un nome proprio, come trascrizione dell'epiteto babilonese 'elil' ('lo splendido'), indirizzato a Marduk-Giove[34], sebbene non abbia riscontri nell'ambito accademico moderno[35]. Quindi si riscontra un complesso gioco di riferimenti incrociati di un re a cui si rivolgono ironicamente paragoni illustri a molteplici dei, per esaltare il contrasto della sconfitta e della sua caduta nel tentativo di auto divinizzarsi.

Vi è un altro passo dell'Antico Testamento, che viene tradizionalmente interpretato come un riferimento ad un angelo caduto dunque Lucifero, che ne sarebbe l'eccellenza, la cui dicitura però non compare esplicitamente. Nel libro di Ezechiele, Dio biasima la caduta del principe di Tiro dal suo originario stato di perfezione e di santità, oltre che di alleanza col popolo ebraico. Il messaggio rivolto al "re di Tiro" contiene espressioni che possono applicarsi anche a Satana:

Tu eri un modello di perfezione,

pieno di sapienza, perfetto in bellezza.

Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;

io ti posi sul monte santo di Dio,

e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.

Perfetto tu eri nella tua condotta,

da quando sei stato creato,

finché fu trovata in te l'iniquità.

Crescendo i tuoi commerci

ti sei riempito di violenza e di peccati;

io ti ho scacciato dal monte di Dio

e ti ho fatto perire, cherubino protettore,

in mezzo alle pietre di fuoco.

Si osservi che questo principe anonimo è chiamato cherubino[36], le cui attività terrene (commercio, violenze) lo hanno inviso all'altissimo, mentre in Isaia ci si chiede: "È questo l'uomo che agitava la terra?"Isaia 14,16-17[37]. In Ezechiele 28,2[38] "mentre tu sei un uomo e non un dio", il che esclude categoricamente ogni possibile congruenza tra questo re e qualsiasi essere spirituale.

Anche il libro di Ezechiele è stato studiato nei suoi parallelismi con il poema di Erra[39].

La lettura estesa di entrambi i passi denota esseri umani illustri e superbi che nel vano tentativo di equipararsi alle divinità sono decaduti (e di riflesso anche le divinità stesse e i popoli ad essi collegati), ma l'interpretazione tradizionale è successiva.[40]

I principali fautori dell'interpretazione patristica sono Ireneo,[41] San Girolamo,[42] Tertulliano,[43] Origene,[44] nonché San Gregorio Magno, San Cipriano di Cartagine, San Bernardo di Chiaravalle e Sant'Agostino di Canterbury, che concordano tutti – almeno per quanto riguarda le linee essenziali – nell'affermare l'originario stato angelico di Satana e dei suoi demoni, la caduta dal Cielo dovuta alla loro superbia e al loro desiderio di usurpare Dio e infine la loro causalità efficiente nell'aver tentato l'uomo e nell'aver dunque introdotto la morte e il male (metafisico, morale e fisico) nella Creazione, che di per sé era perfetta.

Il passaggio logico che ne emerge è che il termine Lucifero è stato usato più o meno propriamente, ma soprattutto associato a figure che hanno queste caratteristiche: superbia, tentativo di equipararsi a divinità, trasgressione, caduta dal cielo (intesa come gloria, ma poeticamente parallelo al fulgore delle stelle che stanno in cielo), cherubino (il cui significato si è trasformato con lo sviluppo della angelologia) e vari altri. Vista la numerosa presenza di testi scritti in cui Satana, che da attributo (il satana= l'accusatore, in ebraico) si è trasformato in personificazione, è identificato come: angelo, creatura di Dio, superbo, ribelle, caduto dai cieli, fautore del male e della seduzione e via dicendo; la congruenza con le due figure è venuta spontanea nei commentatori dell'AT, diventandone a tutti gli effetti un sinonimo.

La nozione di Satana è stata estensivamente trattata dai Padri della Chiesa come traslazione e personificazione[45].

Lucifero nel Nuovo Testamento

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Il termine "lucifero" compare nel Nuovo Testamento solo nel suo significato meramente letterale, per indicare la stella del mattino e in senso traslato Cristo, la cui futura seconda venuta in terra segnalerà l'inizio di un mondo nuovo di luce:

« et habemus firmiorem propheticum sermonem cui bene facitis adtendentes quasi lucernae lucenti in caliginoso loco donec dies inlucescat et lucifer oriatur in cordibus vestris »   ( 2Pt 1,19, su laparola.net.)

E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori.

Nell'Apocalisse Cristo stesso si definisce "stella radiosa del mattino" (22,16[46]) e promette la "stella del mattino" come ricompensa per chi persevera nelle buone opere (2,28[47]).

Nei primi secoli della Chiesa, quindi, il nome Lucifer è stato considerato un titolo di Cristo: per esempio nell'inno Carmen aurorae, o come un nome adatto per i bambini cristiani. Vedi San Lucifero, il vescovo di Cagliari (morto nel 370).

D'altra parte nel nuovo testamento ci sono molti passi che confermano la crescente divergenza teologica ed interpretativa del credo che diverrà cristiano con la precedente tradizione ebraica, riconoscendo in Satana un angelo caduto. Questo a partire dal passo dell'Apocalisse ove si legge:

« E ci fu una battaglia nel Cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. »   ( Ap 12,7-9, su laparola.net.)

Si pensi inoltre alle parole di Cristo stesso, che implicitamente riconosce l'identità dell'Angelo caduto come Satana quando afferma:

« Io vedevo Satana cadere dal Cielo come la folgore. »   ( Lc 10,18, su laparola.net.)

Si potrebbero moltiplicare i riferimenti evangelici o comunque scritturali in cui Satana e il suo esercito vengono chiamati «angeli».[48][49]

Come culmine e compimento della tradizione patristica, anche Tommaso d'Aquino accetta l'identificazione di Lucifero con Satana e anzi dimostra che solo a partire da tale identificazione si può mostrare la chiara origine del cosiddetto mysterium iniquitatis[50][51], posto che per il Cristianesimo il nome Lucifero rimane solo indicazione di ciò che il diavolo era in origine ma che ora non è più, dato che tale nome sarebbe appunto stato cancellato dal Cielo e ora lo si dovrebbe chiamare solamente Satana o più genericamente accusatore.

Il Lucifero gnostico

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La Tentazione e la Caduta di Eva, di William Blake

Accanto alla tradizione teologica e letteraria riguardo Lucifero si sviluppò, già nei primi tempi di fioritura e di espansione delle dottrine cristiane, una corrente gnostica che reinterpretò la figura luciferina in chiave salvifica e liberatrice per l'uomo, capovolgendo al contempo l'immagine del Dio Creatore Jahvé, dipinto come un «tiranno».

Secondo tale dottrina, che ha radici tanto nel Marcionismo quanto nel Manicheismo[52], il serpente/Lucifero[53] descritto nella Genesi sarebbe colui che ha indotto l'uomo alla conoscenza, la scientia boni et mali, e dunque all'elevazione dell'uomo a divinità, pur contro la volontà del Dio supremo che avrebbe voluto invece mantenere l'uomo quale suo suddito e schiavo, cioè quale essere inferiore.

In tale dottrina il nome Satana scompare quasi del tutto in favore del nome Lucifero, che viene interpretato alla lettera come "Portatore di luce" e viene perciò eletto quale salvatore dell'uomo. Tutto ciò è in evidente contrasto con la concezione classica del Cristianesimo, secondo la quale invece l'aspetto luminoso di Satana è solo un mascheramento e uno strumento di seduzione. È San Paolo il primo a ricordare che:

« anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere. »   ( 2Cor 11,14-15, su laparola.net.)
Copertina del Lucifer the Lightbearer, periodico statunitense ispirato a Lucifero che esaltava l'anarchismo femminista (edito dal 1883 al 1907)[54]

Comunque l'idea di Lucifero come principio positivo nonché il suo accostamento alla figura di Prometeo saranno dei motivi ripresi da una lunghissima tradizione gnostica e filosofica che nella storia ha trovato echi nell'Illuminismo[55], nella Massoneria[56], nel Rosacrocianesimo[57], nel Romanticismo di Byron, di Shelley, di Joost van den Vondel, di John Milton, di Oscar Wilde, di Baudelaire e persino di Blake[58]. Tra gli autori italiani è interessante ricordare l'inno A Satana di Carducci, Del regno di Satana di Terenzio Mamiani, e il poema Lucifero di Mario Rapisardi.

In tempi più recenti si ritrovano richiami a Lucifero nella teosofia di Madame Blavatsky e nella sua contemporanea derivazione New Age inaugurata da Alice Bailey[59][60]; in ultimo certo si può aggiungere a tale lista anche il cosiddetto transumanesimo[61], nonché alcuni dei movimenti neopagani radunati sotto al nome di Wicca.[62][63]

Tutta questa enorme cultura, la cui matrice luciferica è rimasta sempre più o meno celata, può essere compendiata nel termine luciferismo (o luciferianesimo) inteso come controparte del satanismo, ove quest'ultimo accetta l'identificazione di Lucifero e Satana e anzi venera proprio l'aspetto tenebroso e demoniaco di Lucifero/Satana, mentre la visione luciferiana usualmente non accetta tale identificazione oppure l'accetta solo per risolvere l'aspetto satanico nell'aspetto luciferino (cioè l'aspetto tenebroso nell'aspetto luminoso). Posto che satanismo e luciferismo non si oppongono l'uno all'altro, il culto di Lucifero come entità spirituale oppure più semplicemente come simbolo ideale ha come presupposti teologico-filosofici l'identità fra Dio e Sophia (la Sapienza)[64] e dunque la divinità della luce di conoscenza nell'uomo[65], nonché infine la benignità essenziale di qualsiasi entità che sia Portatore di luce, cioè portatore di conoscenza. Secondo tale visione dunque Cristo e Lucifero o sono figure complementari oppure sono addirittura la stessa persona in due aspetti e momenti diversi, per cui il Satana che compare nei Vangeli sarebbe stato anche il tentatore di Lucifero all'inizio dei tempi (il che presuppone la non-identità fra Lucifero e Satana). Tutto ciò rimane però senza basi teologiche o scritturali, esclusa una libera interpretazione in cui un principio delle filosofie orientali quale la complementarità di Bene e Male è eretto a criterio di lettura di un testo che non appartiene all'Oriente e che fondamentalmente non condivide tale principio.[66] A tale proposito il Magistero ecclesiale avverte i cristiani con le parole di San Paolo:

« Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio, con un pretesto di umiltà e di culto di angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale, senza attenersi al Capo, da cui tutto il corpo (...) progredisce nella crescita che viene da Dio. »   ( Col 2,18-19, su laparola.net.)

Differenze con Satana

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All'interno di tradizioni cristiane più propriamente esoteriche, Lucifero è un essere differente da Satana, sebbene entrambi rappresentino due aspetti diversi di uno stesso principio del Male. Mentre Satana è una potenza più antica identificabile piuttosto con Arimane o Mefistofele, che cerca di degradare l'uomo trascinandolo nella materialità e inducendolo a riconoscersi soltanto nella natura e negli aspetti più bassi della creazione, Lucifero sarebbe il «Diavolo» in senso letterale («colui che divide»),[67] il quale opera per risvegliare nell'uomo il suo libero arbitrio, conducendolo però in tal modo a esaltare la sua superbia e il suo egoismo.[68][senza fonte] Lucifero sarebbe cioè il Tentatore per eccellenza che agisce nell'interiorità dell'uomo per destarvi passioni malsane, mentre Satana lavorerebbe dall'esterno per vincolare l'umanità alla Terra, sovrintendendo allo sviluppo di mezzi mondani e tecnologici al fine di occultare le sue origini spirituali.[69]

Analogamente Rudolf Steiner distingue Arimane da Lucifero,[70] sostenendo come «gli spiriti arimanici, o spiriti mefistofelici, sono quelli che propriamente (se si prendono i nomi con esattezza) vengono chiamati dalla concezione medioevale gli spiriti di Satana, da non confondersi con Lucifero».[71] Una forza malefica ancora più antica di Arimane è infine quella degli Asura, che comincerebbe a far sentire i suoi influssi solo a partire dall'epoca attuale e sempre più in avvenire.[72] Sempre Steiner afferma che ciò che induce al ritrarsi di Lucifero sono i principi di moralità.[73] Lucifero agirebbe sul corpo astrale, sede dei sentimenti e delle passioni.

Lucifero nel neopaganesimo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dianus Lucifero.
Il Sigillo di Lucifero, un sigillo considerato magico e utilizzato occasionalmente dai Pagani

Dianus o Lucifero è un dio della Vecchia Religione, fratello, figlio e consorte della dea Diana, Signore della Luce e del Mattino.

Lucifero, o Lucifer è l'antico nome di una divinità romana, identificata con il greco "Eosforo" (torcia di Eos, o Aurora), e con la Stella del mattino. Solo successivamente venne associato con Satana.

Dianus Lucifero è conosciuto anche come Dis (Kern) nell'aspetto di dio della morte e dell'aldilà, e come Lupercus nell'aspetto di "Figlio della Promessa", portatore di speranza e Luce.

Ha tre aspetti:

  • Il Cornuto: Signore delle foreste selvagge e dio della fertilità e sensualità e della vita e morte, simile al dio Cernunnos dei Celti.
  • L'Incappucciato: Signore dei capi (di bestiame) e delle piante. Re del raccolto e Signore della flora; Rex Nemorensis, simile al Greenman dei Celti.
  • L'Anziano: Signore della saggezza e guardiano dei santuari.

Nel culto della Vecchia Religione il dio Dianus Lucifero è intimamente legato agli antichi misteri del dio etrusco Tinia, e agli dei greco-romani come Pan, Bacco, Apollo, Prometeo, Zeus.

Lucifero nella letteratura

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«Lo ’mperador del doloroso regno
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia»

Della visione patristica riguardo Satana/Lucifero risente tutta la letteratura e la filosofia cristiana almeno fino al XVIII secolo (e oltre). Ciò portò Dante Alighieri[74], Joost van den Vondel e John Milton[75] a dare una rappresentazione di Lucifero che ben palesava la sua totale identificazione con l'origine prima del Male (principe dei demoni, delle tenebre, dell'Inferno e di questo mondo, nonché il Nemico di Dio e degli uomini). Alla fine del secondo atto di Lucifero (1654) come nel canto primo di Paradiso Perduto (1667) il fruitore ha la possibilità di comprendere che uno dei motivi che muovono Lucifero sia la volontà di opporsi alla subordinazione. Per Lucifero anche il governo di un regno di natura inferiore rispetto a quella celeste (in questo caso l'Inferno) è di gran lunga migliore rispetto alla condizione di subalternità in Paradiso.

Nella Divina Commedia viene spiegato che la sede di Lucifero è il fiume infernale "Cocito", ma la mitologia greco-romana vuole che la dimora terrestre dell'angelo caduto sia il Lago d'Averno. Celebre è inoltre il verso con cui Dante preannuncia al lettore la sua presenza, "Vexilla regis prodeunt inferni".

Lucifero nell'arte

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Il diavolo e Lucifero nell'arte paleocristiana è rappresentato come un serpente in accordo con Libro della Genesi. Nel Medioevo, in seguito all'identificazione operata dai Padri della Chiesa è rappresentato come un mostro terrificante a tre teste. A partire dal secolo X si presenta con le ali spezzate, per ricordare la sua caduta dal cielo, e con le corna in testa, simboli del paganesimo sconfitto. Le ali di pipistrello, emblemi di degradazione della virtù angelica, vengono introdotte con le invasioni dei Mongoli che introducono elementi dell'iconografia orientale, come nel Lucifero dantesco nell'Inferno - Canto trentaquattresimo, vv. 16-56. Anche il dio Pan è all'origine di alcune caratteristiche del demonio: corpo peloso, zoccoli e corna di capro. L'iconografia del diavolo fissata dagli artisti tra i secoli XIII e XIV è derivata anche da testi apocalittici[76] ed apocrifi. Tra gli esempi più famosi si ricordano il Lucifero giottesco nella Cappella degli Scrovegni e quello di Coppo di Marcovaldo nel Battistero di Firenze. Gli animali che divorano i dannati accentuano la natura insaziabile di Satana. Il motivo di Satana con la "bocca divorante" riflette un'antica concezione della divinità come principio nel contempo creatore e distruttore. Le corna di Lucifero richiamano pure quelle del dio celtico Cernunnos e sono simbolo della sconfitta del paganesimo operata dalla Chiesa.[77]

Galleria d'immagini

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Nella cultura di massa

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Il personaggio di Lucifero ha ricevuto varie rappresentazioni in molte opere:

  • Nella serie televisiva statunitense Lucifer, egli ricopre il ruolo di protagonista.
  • Nella serie animata Hazbin Hotel, egli figura in un ruolo secondario come il padre amorevole della protagonista, Charlie Stella del Mattino.[78]
  1. ^ Giovanni Ambrogio Maria Bertrandi, Gio. Antonio Penchienati, Carlo Giovanni Brugnone, Opere anatomiche, e cerusiche, Volume 7.
  2. ^ apollon-epithets APOLLO THE EPITHETS, su http://www.HellenicGods.org
  3. ^ Toledòth ha-filosofia be-Israel, I, pag. 18. per una veloce biografia: https://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/judaica/ejud_0002_0015_0_14747.html
  4. ^ Piero Capelli, Gli angeli secondo l'ebraismo del Secondo Tempio., in M.G. Quarenghi (a cura di), "Angeli. Presenze di Dio fra cielo e terra", Brescia, Morcelliana, 2012, pp. 57-92.. URL consultato il 23 novembre 2017.
  5. ^ GLI ANGELI TRA ANTICO E NUOVO TESTAMENTO di Gianfranco Ravasi in "Le Ali Di Dio - MESSAGGERI E GUERRIERI ALATI TRA ORIENTE E OCCIDENTE" a cura di MARCO BUSSAGLI E MARIO D'ONOFRIO, Silvana Editoriale
  6. ^ (EN) Angels & Angelology, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 23 novembre 2017.
  7. ^ ANGELOLOGY - JewishEncyclopedia.com, su jewishencyclopedia.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  8. ^ G. Deiana, Levitico, Paoline, Milano 2005, pp. 182-185.
  9. ^ LUCIFER - JewishEncyclopedia.com, su jewishencyclopedia.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  10. ^ Internet Innovations, Inc., The Book of the Secrets of Enoch, Chapters 1-68, su reluctant-messenger.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  11. ^ The Apocalypse of 2 Enoch, su members.iinet.net.au, 13 novembre 2006. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2006).
  12. ^ The Life of Adam and Eve, su www2.iath.virginia.edu. URL consultato il 23 novembre 2017.
  13. ^ The Apocalypse of Moses, su pseudepigrapha.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  14. ^ Is 14,11-15, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  15. ^ Un esempio per tutti è quello dato nel libro dell'Apocalisse:
    « e vidi una donna seduta sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi e di bestemmia, e che aveva sette teste e dieci corna. La donna era vestita di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle. In mano aveva un calice d'oro pieno di abominazioni e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un mistero: BABILONIA LA GRANDE, LA MADRE DELLE PROSTITUTE E DELLE ABOMINAZIONI DELLA TERRA. E vidi che quella donna era ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. »   ( Ap 17,3-6, su laparola.net.)
  16. ^ LIBER ISAIAE - Nova Vulgata, Vetus Testamentum, su vatican.va. URL consultato il 23 novembre 2017.
  17. ^ Bibbia.net, su lachiesa.it. URL consultato il 23 novembre 2017.
  18. ^ Is 14,11-15, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  19. ^ (EN) In Isaiah 14:12 did the King James translator make a mistake using the term Lucifer to describe morning star?, su hermeneutics.stackexchange.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  20. ^ (EN) Adele Cipolla, Satana – Lucifero, in R. Bertazzoli, S. Longhi, edd., La Bibbia nella letteratura italiana. III: Antico Testamento, Brescia: Morcelliana, 2011, pp. 311-334. URL consultato il 23 novembre 2017.
  21. ^ Sepher YeshaYahu (Isaiah) Chapter 14
  22. ^ (EN) Isaiah 14 Greek (Modern) Translation - LiquidBible, su liquidbible.com. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016).
  23. ^ "Pro eo quod nos interpretati sumus ob facilitatem intelligentiæ: quomodo cecidisti de coelo, lucifer, qui mane orienbaris, in hebraico, ut verbo exprimamus ad verbum, legitur: Quomodo cecidisti de coelo, ulula, fili diluculi" - Sancti Eusebii Hieronymi Stridonensis Presbyteri Operum: Tomus Primus-[undecimus] - [1]
  24. ^ Richard J. Clifford, The Cosmic Mountain in Canaan and the Old Testament, pag. 137.
  25. ^ (EN) John Day, Yahweh and the gods and goddesses of Canaan, (2002) London: Sheffield Academic Press. ISBN 978-0-567-53783-6
  26. ^ Dt 32,8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  27. ^ Nu 21,29, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  28. ^ Gn 17,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  29. ^ 2Sam 22,14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  30. ^ Es 6,2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  31. ^ Salmi 97,9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  32. ^ Salmi 72,1, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  33. ^ Per una generica informativa dell'epopea, leggasi http://www.terralab.it/esoterica/Gilgamesh/dei.htm. Altrimenti un testo di riferimento è : "L'epopea di Erra" di Luigi Cagni, Istituto di studi del Vicino Oriente dell'Università, 1969
  34. ^ G. De Santillana e H. von Dechend, Il mulino di Amleto, Milano, Adelphi, 1983, p.495, n. 35.
  35. ^ (EN) Marduk, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 23 novembre 2017.
  36. ^ Il termine Cherubino, Ebraico: כְּרוּב kərūv, pl. כְּרוּבִים, kərūvîm; Latino cherub, pl. cherubin, cherubim, significa originariamente "protettore" ed è un termine usato anche per i funzionari dell'epoca. Solo successivamente, ad esempio nel De coelesti hierarchia che è del V secolo d.C., i Cherubini rientrano a pieno titolo nell'angelologia cristiana.
  37. ^ Is 14,16-17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  38. ^ Ez 28,2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  39. ^ (EN) The Book of Ezekiel and the Poem of Erra
  40. ^ Fall of Satan, su www2.iath.virginia.edu. URL consultato il 23 novembre 2017.
  41. ^ Irenaeus, Adversus haereses, Libro IV, Capitolo 40 e Libro V, capitolo 24.
  42. ^ Commentariorum in Isaiam Prophetam 1,14 e Lettera a Eustochio
  43. ^ Contra Marcionem 11, 17
  44. ^ Omelie su Ezechiele IX e XIII, ""De Principiis" Liber I capitolo V, 5 e Liber IV, capitolo I, 22
  45. ^ Henry A. Kelly, 9. Lucifero e La Nuova Biografia satanica, in M. Scorsone (a cura di), Satana: una biografia, Torino, UTET, ISBN 978-88-02-07786-4.
  46. ^ Ap 22,16, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  47. ^ Ap 2,28, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  48. ^ Da San Giuda viene un esplicito riferimento agli angeli ribelli:
    « Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del Giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora. »   ( Gd 1,6, su laparola.net.)
  49. ^ San Paolo afferma d'esser accompagnato obbligatoriamente da un angelus Satanae
    « mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. »   ( 2Cor 12,7, su laparola.net.)
  50. ^ Summa theologiae I, q. 63, a. 1
  51. ^ Summa contra Gentiles III, cc. 108-110
  52. ^ In generale le varie forme di gnosticismo presentano tratti comuni, per cui si può pensare anche alle sette degli Ofiti, così chiamati per la loro adorazione del serpente tentatore (ophis), e ai Cainiti, cosiddetti invece per la loro venerazione di Caino e di qualsiasi altro personaggio biblico che si sia opposto al «tiranno» Yahweh.
  53. ^ Secondo Alfonso di Nola, la convergenza tra il serpente dell'Eden e Lucifero è avvenuta solo successivamente, anche grazie ai commentari dei padri della chiesa. Cfr Il diavolo: le forme, la storia, le vicende di Satana e la sua universale e malefica presenza presso tutti i popoli, dall'antichità ai nostri giorni, Roma: Newton Compton, 1987 e 2006. Leggasi anche l'articolo di John Day http://www.bibleinterp.com/articles/2015/04/day398028.shtml
  54. ^ (EN) Joanne E. Passet, "Power through Print: Lois Waisbrooker and Grassroots Feminism", in: Women in Print: Essays on the Print Culture of American Women from the Nineteenth and Twentieth Centuries, a cura di James Philip Danky e Wayne A. Wiegand, Madison (WI), University of Wisconsin Press, 2006, pp. 229-50.
  55. ^ Il culto del lume naturale e la fondazione di Templi della Ragione rimandano a una visione di Dio come Lucifer in opposizione alla tenebra dell'ignoranza e dell'oppressione rappresentata dall'Ancien Régime nobiliare e clericale. Si possono inoltre citare Lessing e de Sade come illuministi ammiratori dell'Angelo caduto.
  56. ^ Il massone Albert Pike scriveva nel suo libro Morals and dogma: "Lucifero è l'incarnazione della ragione, dell'intelligenza, del pensiero critico. Egli si erge dinanzi al dogma di Dio e a tutti gli altri dogmi. Egli sostiene l'esplorazione di nuove idee e di nuove prospettive nella ricerca della verità." Si pensi infine all'utilizzo di Baphomet nella simbologia massonica, e quindi alla condivisione di tale simbolo con gruppi esoterici e satanisti.
  57. ^ Ancor oggi nel Dizionario Esoterico Rosacrociano si può leggere, alla voce "Lucifero": "Fu Lucifero che aprì gli occhi all'uomo creato da Jehovah, divenendo perciò suo avversario, con il conferirci, benché ad un elevato prezzo, l'immortalità spirituale, per la quale non eravamo ancora preparati. Rese possibile lo sviluppo nella nostra coscienza di una attività libera, incorporando però nello stesso tempo la possibilità dell'errore, del male interiore originato dalle passioni. Lucifero è inoltre una figura di primissima importanza nell'evoluzione dell'umanità, poiché insegnò all'uomo la conoscenza del bene e del male, aprendo per la stirpe umana sentieri che le erano vietati."
  58. ^ Della simpatia di Blake verso Satana se ne può trovare evidente traccia in Marriage of Heaven and Hell.
  59. ^ Si ricordi che la Blavatsky fondò nel 1887 una rivista di teosofia chiamata Lucifer e la Bailey fondò nel 1922 una casa editrice per i propri libri esoterici chiamata Lucifer Trust, poi abbreviato in Lucis Trust. Da rileggere sono poi frasi della Blavatsky quale ad esempio:

    «Satana, o Lucifero, rappresenta l'agente, l'energia centrifuga dell'Universo in senso cosmico. Egli è Fuoco, Luce, Vita, Lotta, Sforzo, Pensiero, Coscienza, Progresso, Civiltà, Libertà, Indipendenza.»

  60. ^ Michel Lacroix, L'ideologia della New Age
  61. ^ È del 1990 il saggio del transumanista Max More Inno al Diavolo, ove l'autore elogia la figura di Lucifero quale liberatore dell'umanità dai vincoli naturali imposti dal «tirannico» e «sadico» Creatore.
  62. ^ Una diffusa e ben conosciuta versione della mitologia wicca racconta che la somma dea Aradia sia figlia di Diana e del fratello Lucifero (cfr. Charles Godfrey Leland, Aradia, o il Vangelo delle Streghe).
  63. ^ Giovanni Pellegrino Il ritorno delle streghe
  64. ^ Il Cristianesimo invece pone la Sapienza come aspetto di Dio ma non come essenza di Dio, giacché Deus caritas est e dunque prima di essere Sapienza Egli è Amore. Ciò trova riflesso anche nella gerarchia angelica della teologia cristiana, ove i Serafini (cioè gli angeli che si nutrono di puro amore) sono il culmine di tale gerarchia, proprio al di sopra dei Cherubini (cioè gli angeli che si nutrono di pura sapienza).
  65. ^ Tale fu anche il principio-cardine dell'Illuminismo.
  66. ^ Il Manicheismo, che ha grandemente contribuito alla costruzione del Lucifero gnostico, raccoglie in sé elementi di Zoroastrismo e persino di Buddhismo, ovvero di dottrine teologiche che confliggono apertamente sia con l'Ebraismo che con il Cristianesimo propriamente detto, come dimostrerà Agostino.
  67. ^ G. J. Riley, Devil Διάβολος in Dictionary of Deities and Demons in the Bible (DDD), a cura di Karel van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst, pag. 244, Wm. B. Eerdmans Publishing, 1999.
  68. ^ Angelo Bona, Vita nella vita, pp. 144-145, Mediterranee, 2001.
  69. ^ Cfr. Claudio Gregorat, Il confronto col male, I conferenza, gennaio 2004.
  70. ^ Rudolf Steiner, Lucifero, Arcobaleno, Oriano di Mira, 1988.
  71. ^ R. Steiner, Influssi luciferici, arimanici, asurici, conferenza del 1909.
  72. ^ R. Steiner, conferenza del 1909, ivi.
  73. ^ Rudolf Steiner, Le manifestazioni del karma, Editrice antroposofica, 2012, p. 148, ISBN 978-88-7787-421-4.
  74. ^ Inferno, canto XXXIV, vv. 28-60
  75. ^ Il suo celebre poema Paradiso perduto narra appunto la guerra scoppiata in Cielo, la caduta di Lucifero e di un terzo degli angeli, la tentazione di Adamo ed Eva proprio da parte di Lucifero invidioso e la loro conseguente caduta.
  76. ^ APOCALITTICA, Letteratura in "Enciclopedia Italiana, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 novembre 2017.
  77. ^ Simboli e allegorie, Dizionari dell'arte, ed. Electa, 2003, pagg. 156-159.
  78. ^ Prime Video ordina una nuova serie animata, Hazbin Hotel, su ComingSoon.it, 29 settembre 2023. URL consultato il 16 maggio 2024.
  • Sofronio Eusebio Girolamo, Commentario sul Profeta Isaia

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