Margherita d'Angoulême

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Margherita d'Angoulême
Jean Clouet, ritratto di Margherita d'Angoulême, 1527 circa. Liverpool, Walker Art Gallery.
Regina consorte di Navarra
Stemma
Stemma
In carica24 gennaio 1527 –
21 dicembre 1549
PredecessoreGiovanni d'Albret (re consorte)
SuccessoreAntonio di Borbone (re consorte)
Duchessa d'Alençon
In carica11 aprile 1525 –
21 dicembre 1549
PredecessoreCarlo IV d'Alençon
Successoreritorno alla corona
Contessa d'Armagnac e di Rodez
In carica11 aprile 1525 –
21 dicembre 1549
PredecessoreCarlo IV d'Alençon
SuccessoreEnrico II di Navarra
Nome completoMargherita di Valois-Angoulême
Altri titoliDuchessa di Berry
NascitaAngoulême, 11 aprile 1492
MorteOdos, 21 dicembre 1549
Luogo di sepolturaCattedrale di Notre-Dame-de-l'Assomption, Lescar
Casa realeValois-Angoulême
PadreCarlo di Valois-Angoulême
MadreLuisa di Savoia
ConsortiCarlo IV d'Alençon
Enrico II di Navarra
Figli(di secondo letto)
Giovanna
Giovanni
ReligioneCattolicesimo
Firma

Margherita d'Angoulême (Angoulême, 11 aprile 1492Odos-en-Bigorre, 21 dicembre 1549) è stata una scrittrice e poetessa francese. Fu principessa di Angoulême, duchessa di Alençon e poi regina di Navarra. Era figlia di Carlo di Valois, conte di Angoulême, e di Luisa di Savoia, e quindi sorella del re di Francia Francesco I.

Margherita crebbe alla corte di Luigi XII, dove ricevette un'educazione molto accurata impartita da Jean Paradis, che le insegnò, tra le altre cose, ben sette lingue. Era molto amata da suo fratello Francesco I che, quando salì al trono, le accordò la facoltà di proteggere molti poeti, umanisti e anche quella fazione del clero che anelava ad una riforma della Chiesa cattolica; grazie a questo suo mecenatismo, la sua corte fu tra le più brillanti del Rinascimento.

Sposò nel 1509 il duca Carlo IV d'Alençon, ma ne rimase vedova nel 1525 e si risposò nel 1527 con Enrico d'Albret, re di Navarra.

Francesco I era solito chiedere consiglio proprio alla sorella su questioni politiche sia nazionali sia estere, tant'è che dopo la disfatta di Pavia del 1525 toccò proprio a Margherita recarsi presso la corte di Carlo V per negoziare la liberazione del fratello. Il suo prestigio l'aveva fatta notare anche al papa Adriano VI, che desiderava usufruire dei suoi servigi per risanare le dispute tra i principi cristiani.

Fu sempre sostenitrice degli evangelici del cosiddetto "cenacolo di Meaux", Guillaume Briçonnet e Jacques Lefèvre d'Étaples, i quali desideravano una riforma della Chiesa cattolica non traumatica. Tra questi evangelici si distinse Michel d'Arande, che approfittò della sua nomina a vescovo di Saint-Paul-Trois-Châteaux per propagare la loro dottrina; per questa ragione fu sostituito da Gérard Roussel. Questo non scoraggiò Margherita, che aveva esteso la sua protezione anche ai riformatori Louis de Berquin ed Étienne Dolet; nel 1530 insediò Lefèvre d'Étaples a Nérac; pubblicò essa stessa un trattato spirituale chiaramente influenzato dal cenacolo di Meaux, Miroir de l'âme pécheresse (Specchio dell'anima peccatrice), nel 1531.

Iniziò così l'avvicinamento al pensiero protestante, specialmente dopo la pubblicazione del suo Dialogue (Dialogo) nel 1524, dove faceva sua la teoria della giustificazione per grazia, ma non accolse mai le tesi di Calvino, anche se mantenne un rapporto epistolare sia con lui sia con Filippo Melantone. Questo suo atteggiamento le procurò il biasimo dei dottori della Sorbona e, nel 1533, i professori del collegio di Navarra scrissero un testo teatrale che la descriveva come una donna settaria e visionaria e i suoi scritti furono accolti in malo modo. Comunque sia, nei suoi feudi di Alençon e di Bourges rimanevano attivi centri di diffusione della nuova dottrina; la corte di Nérac continuava ad accogliere un gran numero di letterati. Fu grazie a lei che il poeta Clément Marot, messo in prigione con un'accusa irrisoria, poté essere scagionato.

Nel frattempo fece abbellìre il castello di Pau, ornandolo di deliziosi giardini, dotò gli ospedali di Alençon e di Mortagne-au-Perche e nel 1534 fondò a Parigi l'ospedale degli Enfants-Rouges destinato agli orfani.

La fine della sua vita fu oscurata dalla scelta di Francesco I di adottare una politica repressiva, tant'è che essa non riuscì ad impedire il supplizio di Étienne Dolet e l'esilio di Marot. Non riuscì a materializzare la sua visione, cioè di unire cattolici e protestanti prima della rottura definitiva. Nel 1546 scrisse una raccolta di racconti leggeri d'evasione basata sul Decamerone di Boccaccio, l'Heptaméron, che fu pubblicata postuma nel 15581559, e un libro di poesie, Les Marguerites de la Marguerite des princesses (Le Margherite della Margherita delle principesse), oltre a commedie profane e ad una tetralogia sul tema del mistero della Natività, titolata Comédies bibliques.

Si spense nel castello di Odos a Tarbes il 21 dicembre 1549, due anni dopo la dolorosa scomparsa del fratello; la sua salma fu tumulata, insieme alle altre dei re di Navarra, nell'allora chiesa cattedrale di Lescar.

Statua in marmo di Marguerite d'Angoulême, di Jacques Joseph Emile Badiou la Tronchère (XIX secolo), nei giardini del municipio di Angouleme

Da Enrico, Margherita ebbe:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Luigi di Valois Carlo V di Francia  
 
Giovanna di Borbone  
Giovanni di Valois-Angoulême  
Valentina Visconti Gian Galeazzo Visconti  
 
Isabella di Valois  
Carlo di Valois-Angoulême  
Alain IX di Rohan Alain VIII di Rohan  
 
Beatrice di Clisson  
Margherita di Rohan  
Margherita di Bretagna Giovanni IV di Bretagna  
 
Giovanna di Navarra  
Margherita d'Angoulême  
Ludovico di Savoia Amedeo VIII di Savoia  
 
Maria di Borgogna  
Filippo II di Savoia  
Anna di Lusignano Giano di Cipro  
 
Carlotta di Borbone  
Luisa di Savoia  
Carlo I di Borbone Giovanni I di Borbone  
 
Maria di Berry  
Margherita di Borbone-Clermont  
Agnese di Borgogna Giovanni di Borgogna  
 
Margherita di Baviera  
 

Omaggi poetici e letterari

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La regina fu in contatto epistolare con il poeta Matteo Bandello. Mentre questi si trovava ospite (1538-1541) a Castel Goffredo della corte del marchese Aloisio Gonzaga, scrisse a Margherita una lettera, datata 20 luglio 1538, dedicandole la traduzione dell'Ecuba di Euripide[1] e la Novella XIX della Quarta parte (1554).[2]

  1. ^ Piero Gualtierotti, Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga, Mantova, 1978.
  2. ^ Novelle, quarta parte.
  • Anderson Magalhães, Le Comédies bibliques di Margherita di Navarra, tra evangelismo e mistero medievale, in La mujer: de los bastidores al proscenio en el teatro del siglo XVI, ed. de I. Romera Pintor y J. L. Sirera, Valencia, Publicacions de la Universitat de València, 2011, pp. 171–201.
  • Anderson Magalhães, «Trouver une eaue vive et saine»: la cura del corpo e dell'anima nell'opera di Margherita di Navarra, in Le salut par les eaux et par les herbes: medicina e letteratura tra Italia e Francia nel Cinquecento e nel Seicento, a cura di R. Gorris Camos, Verona, Cierre Edizioni, 2012, pp. 227–262.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Regina consorte di Navarra Successore
Giovanna Enríquez 1527- 1549 Margherita di Valois
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