Anna (sommo sacerdote)

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Cristo davanti al sacerdote Anna, tempera di Duccio di Boninsegna dalla Maestà di Siena

Anna, o Anania, in ebraico: Anano ben Seth, in greco (Vangeli) Ἅννας (Hannas) (fl. I secolo), è stato un sacerdote ebreo antico, sommo sacerdote dell'ebraismo dal 6 al 15 d.C..

Deposto da Valerio Grato, rimase comunque influente all'interno del sinedrio per molti altri anni e mantenne il titolo di sommo sacerdote. Gli succedettero, come sommi sacerdoti, diverse persone della sua famiglia, tra cui il genero Caifa.

È noto soprattutto per aver partecipato, secondo il racconto dei Vangeli, al processo che condannò a morte Gesù.

Nella tradizione ebraica

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Secondo la lista dei sommi sacerdoti di Israele ben sei sommi sacerdoti successivi sono suoi figli o appartenenti alla sua famiglia:

Così Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche commenta questa situazione:

«Si dice che il più vecchio Anna sia stato estremamente fortunato. Infatti cinque suoi figli, dopo che egli stesso precedentemente avesse goduto l'ufficio per un periodo molto lungo, sono stati sommi sacerdoti di Dio - una tal cosa non era mai accaduta a qualsiasi altro dei nostri sommi sacerdoti.»

Nei Vangeli e nel Nuovo Testamento

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Gesù Cristo davanti al sacerdote Anna, miniatura da un codice spagnolo alla Biblioteca Nazionale francese

Da quanto si desume dai Vangeli, anche durante il mandato di Caifa, Anna dovette esercitare una forte autorità.
L'evangelista Luca, iniziando a presentare la vita pubblica di Gesù e cercando di inquadrare storicamente gli avvenimenti, dice nel suo vangelo:

« Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto »   ( Luca 3,1-2, su laparola.net.)

Menziona i sommi sacerdoti Anna e Caifa, come se entrambi avessero detenuto contemporaneamente questa carica.

Qualche anno dopo, durante la passione di Gesù, l'evangelista Giovanni racconta nel suo vangelo (18,12-24[2]) che quando Gesù fu catturato venne portato prima davanti ad Anna, che lo interrogò per primo e solo dopo da questi fu inviato a Caifa. Ancora all'inizio degli Atti degli Apostoli Anna viene ricordato come sommo sacerdote insieme a Caifa e ad altri due personaggi di nome Giovanni ed Alessandro:

« Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. »   ( Atti 4,5-6, su laparola.net.)

Tradizione cristiana

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La tradizione cristiana attribuisce quindi sia ad Anna che a Caifa la responsabilità di aver mandato Gesù a morte. Ad esempio nella Divina Commedia entrambi sono puniti allo stesso modo: crocifissi per terra nella bolgia degli ipocriti, vengono calpestati da tutti i dannati che passano in quel punto, i quali vestono pesantissime cappe di piombo (Inferno XXIII, 110-126).

  1. ^ Giovanni Gv 18,13, su laparola.net.
  2. ^ Gv 18,12-24, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.

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