Grotta

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Grotta di Nettuno, Alghero
Grotta di Acsibi, Salta (Argentina)

Una grotta (chiamata anche caverna) è, nel suo significato più ampio, un qualsiasi tipo di vuoto o cavità sotterranea, sia naturale sia artificiale ovvero una cavità più o meno estesa del terreno sottostante il suolo (ambiente ipogeo), ampiamente studiato nell'ambito della speleologia.

Grotta deriva dal latino volgare grupta o crupta, «cantina, caverna», corruzione del latino classico crypta, a sua volta prestito dal greco antico κρυπτή?, kryptḗ, "cella sotterranea"; dall'italiano il francese grotte, lo spagnolo gruta, attraverso il siciliano grutta[1]; dal francese il tedesco Grotte e dall'italiano l'inglese grotto, specializzatisi, come lo spagnolo, nel significato di «caverna artificiale».

Cavèrna deriva dal latino cavĕrna, derivato di cavus «cavo, incavato», cioè cavità a sviluppo prevalentemente orizzontale sotto le pendici di un rilievo.[2]

Si definiscono grotte primarie quelle formatesi contestualmente alla roccia in cui si aprono, grotte secondarie quelle formatesi a seguito dell'alterazione dei materiali di costituzione. Appartengono al primo tipo i tubi di lava, e le grotte definite tettoniche (cavità apertesi per la presenza nella roccia di fratture e faglie, in seguito allargatesi sotto l'influenza della forza di gravità). Appartengono al secondo tipo le grotte naturali che si formano pressoché in qualsiasi roccia, per effetto del lavoro delle acque terrestri, a spese di un ammasso roccioso fratturato.

Le grotte possono avere uno sviluppo prevalentemente orizzontale o verticale. Quelle a sviluppo orizzontale sono dette a galleria se si può procedere in posizione eretta oppure cunicoli se si deve procedere in altro modo. Nelle grotte orizzontali un posto particolare spetta alla caverna, un'ampia cavità facilmente accessibile dall'esterno, e che offrì riparo ai nostri progenitori. Le gallerie di alcuni sistemi si estendono fino a qualche centinaio di chilometri (500 per la Mammoth Cave negli Stati Uniti d'America, vedi Parco nazionale di Mammoth Cave).[3] Quelle a sviluppo verticale sono dette pozzi, se hanno una profondità di alcune decine di metri, oppure abissi se hanno profondità maggiori o sono formate da più pozzi in successione; i dislivelli verticali possono superare il chilometro (vedi Grotte più profonde del mondo). Oltre alle grotte comunemente dette sulla terraferma, esistono grotte particolari come le grotte marine e le grotte di Ghiaccio.

Una grotta con formazioni di ghiaccio
Grotta del Ninfeo scavata dagli antichi romani sul lato est di capo Miseno

Nella maggioranza dei casi, le grotte derivano dalla corrosione (scioglimento o dissoluzione chimica) di rocce solubili, quali i calcari, le dolomie, i marmi, i gessi, i depositi di salgemma ed in forma minore, i calcescisti. Alla corrosione si aggiunge, subordinatamente, anche il fenomeno dell'erosione meccanica.

I carbonati sono i litotipi che più comunemente danno luogo alla formazione delle grotte. Essi sono una categoria di rocce che comprende i calcari, le dolomie e i marmi, e ogni tipo di roccia ad essi riconducibili, cioè tutte le rocce contenenti lo ione carbonato CO32−. Nei carbonati, e a loro spese, avviene un fenomeno denominato carsismo. Il carsismo è il processo secondo il quale le rocce carbonatiche si "sciolgono", seguendo la reazione CaCO3 + H2CO3 → Ca2+ + 2HCO3. Tale fenomeno avviene a partire dalle acque che, più o meno inacidite dalla presenza di CO2 atmosferica, si trasformano H2CO3, intaccano il CaCO3 trasformandolo sia in idrocarbonato che calcio, ed infine asportandoli in soluzione.

L'idrocarbonato, o ione bicarbonato, e il calcio sono solubili in acqua.

Grotta detta di Nettuno a Tivoli (Villa Gregoriana)

Tutto ciò è valido anche per i calcescisti, anche se non sono carbonati in senso stretto. Essi, possedendo una frazione terrigena non solubile, saranno meno fortemente intaccati dalla dissoluzione e soprattutto in maniera più discontinua. La frazione terrigena resterà nel sistema come sabbia o fango, sotto forma di deposito.

È necessario sottolineare che le acque, secondo i casi, possono arricchirsi, oltre che di CO2, anche di altri elementi derivanti dall'attività biologica e diventare maggiormente acide e più forti nel corrodere il carbonato. Un esempio classico è il carsismo equatoriale, molto incisivo e pervasivo, caso in cui le acque sono fortemente aggressive per la presenza di acidi che si sviluppano grazie alla presenza di folta vegetazione.

Ogni sistema carsico è legato alla presenza di fattori ed agenti, necessari e determinanti. Il principale fattore è la fratturazione, il principale fra gli agenti è l'acqua. La fratturazione è la condizione indispensabile per l'evoluzione di un sistema carsico, l'acqua è il suo agente modellante. Le fratture (siano esse faglie o giunti) sono le strutture all'interno delle quali le acque si introducono nella roccia, per dare inizio al processo corrosivo. Esistono altri fattori ed altri agenti, ma qui vengono omessi.

La grotta di Fingal
Grotta delle fate di Aosta nel 1930

Semplificando, le fasi secondo cui un sistema ipogeo si crea, sono tre:

  1. la fratturazione, che crea le vie di deflusso idrico preferenziali;
  2. l'invasione da parte delle acque, che crea i grandi vuoti ipogei, allargando le fratture. In questa fase il fenomeno del concrezionamento esiste, ma limitatamente;
  3. l'abbandono delle acque, che dà vita al vuoto percorribile.

In quest'ultima fase avvengono i fenomeni di percolamento che formano le concrezioni più diffuse, quali le stalattiti e le stalagmiti. L'abbandono delle acque è responsabile anche dei riempimenti sabbiosi e fangosi, depositati per sedimentazione.

Condizioni fisiche in grotta

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La presenza di un vano sotterraneo permette la presenza a volte, in ambienti confinati, di atmosfere o presenze di fluidi particolari che derivano da tale confinamento, spesso mantenute da erogazioni dal suolo circostante. Tali fluidi in condizioni particolari (ad esempio riducenti o alcaline) possono sostenere forme di vita particolari basate su plancton alimentato da archeobatteri.

La temperatura di grotta di norma è costante su tutto l'arco dell'anno, e in assenza di flussi termici particolari è tipica di ogni area geografica, varia primariamente con la latitudine e con l'altitudine; è collegata infatti principalmente alla media delle temperature annuali di superficie.

Per conseguenza, ogni luogo ha la sua propria temperatura di grotta, che è ovviamente molto più bassa della temperatura locale estiva, ma più calda di quella invernale. Questo ha favorito l'uso umano ed animale delle grotte. Quando la temperatura di grotta permane a temperature inferiori a 0 °C (ovvero la media delle temperature annuali di superficie è inferiore a 0 °C) si ha la condizione del suolo detta permafrost o permagelo.

A profondità maggiori si assiste, invece, ad un progressivo aumento di temperatura dovuto al flusso termico dal centro del pianeta verso la superficie, con un peculiare e specifico rapporto incrementale all'aumentare della profondità.

Esistono anche grotte di ghiaccio. Le più grandi sono le Eisriesenwelt nella regione di Salisburgo in Austria. Nelle grotte della miniera di Naica in Messico esistono invece enormi cristalli di gesso lunghi fino a 15 metri e con un diametro di oltre un metro. Qui la temperatura raggiunge i 48 °C e l'umidità ha un tasso quasi del 100%.

L'Orda Cave è la più grande grotta di cristalli al mondo, e si trova in Russia, nella regione occidentale degli Urali[4].

Le grotte come «memoria geologica»

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Le grotte rappresentano uno straordinario e unico archivio geologico che fornisce informazioni sulla evoluzione climatica e quindi geologica avvenuta nel corso delle ere. Le stalattiti e le stalagmiti, veri e propri depositi chimici delle grotte, infatti, memorizzano le caratteristiche sia dell'acqua che le ha prodotte sia di quegli avvenimenti che hanno inciso nella loro formazione, e quindi studiando le loro diverse forme e alcuni elementi come l'anidride carbonica, la temperatura, il sistema cristallino specifico del carbonato, è possibile fornire una prima valutazione delle alternanze climatiche dell'ambiente esterno (umido o secco).[3] Inoltre l'analisi dei depositi detritici, provenienti dall'esterno, fornisce indicazioni sul clima dell'ambiente circostante alla grotta.

I geologi identificano quei periodi di arresto del concrezionamento, causati dallo scarso apporto di acqua, che abitualmente separano i vari periodi di formazione delle stalattiti e stalagmiti, grazie alla presenza di strati di colorazione scura rilevabili sulle carote (ossia campioni di roccia di forma cilindrica prelevati).

Le datazioni delle concrezioni sono effettuabili con varie modalità:[3] una è quella diretta in cui si misura la concentrazione dell'isotopo radioattivo rimasto intrappolato dentro la concrezione (il carbonio 14 consente datazioni fino a 40 000 anni, l'uranio-torio fino a 400.000); la seconda che si può definire indiretta misura, invece, le emissioni di oggetti sottoposti a bombardamento con radiazioni oppure ai quali è stata applicata la termoluminescenza; un terzo metodo è quello che utilizza le proprietà dei sedimenti; un ultimo metodo analizza la presenza di lamine di carbonato nelle concrezioni, depositatesi in successioni temporali, che possono essere paragonabili agli anelli di accrescimento degli alberi.

Uso antropico delle grotte

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La Grotta Azzurra di Capri
La chiesa di San Lussorio presso Romana

Le grotte furono il primo rifugio dell'uomo e alcune di esse restarono certamente a lungo sede di culti arcaici: si vedano le pitture rupestri paleolitiche nelle grotte di Lascaux e di Altamira nonché quelle del Tassili n'Ajjer (deserto del Sahara); le incisioni della Grotta dell'Addaura (Palermo) e le pitture della Grotta dei Cervi (Otranto) o i reperti di epoca minoica trovati nelle grotte dedicate al culto di Ilithia e in quelle di Arkalochori a Creta. Singolari e celebri sono le pitture rupestri della Cueva de las Manos nel sud dell'Argentina. Nella preistoria italiana ed europea fu importante la Grotta di Fumane, in provincia di Verona.

Frequente fu l'uso di grotte da parte di eremiti o comunità religiose. Si ricordano, ad esempio, le grotte di Qumram in Cisgiordania, sede di una comunità di esseni e l'Eremo delle carceri presso Assisi, già utilizzato da eremiti in età paleocristiana e poi da San Francesco d'Assisi e dai suoi seguaci. Anche in Veneto nei Colli Berici (Vicenza) si trovano grotte frequentate un tempo da eremiti.[5][6] Molto interessanti sono le chiese rupestri di Matera in Basilicata e quelle di Lalibela in Etiopia. In Cappadocia vi sono suggestive abitazioni e chiese rupestri come quelle di Göreme. In Slovenia si trova il Castel Lueghi collegato ad un sistema di grotte carsiche, mentre in provincia di Udine si trova la chiesa di San Giovanni d'Antro, collegata ad una grotta.[7]

Nell'ambito del buddhismo e dell'induismo sono assai importanti i templi in grotta in India (grotte di Ellora, grotte di Ajanta, Grotte di Elephanta), in Cina (Grotte di Mogao, Grotte di Yungang, Grotte di Longmen[8]), in Birmania (grotte di Pindaya[9]), in Malaysia (grotte di Batu). In Giordania esiste l'insigne sito archeologico di Petra con un tempio scavato nella montagna.

L'architettura romana utilizzò volentieri le grotte naturali, adattate e antropizzate, per fini sia utilitari (piscicoltura) che estetico-religiosi, per il loro potere evocativo: ancora nel I secolo Tiberio, non pago delle sue dodici ville a Capri, aveva "arredato" la grotta marina della sua villa di Sperlonga, che, adattata a ninfeo, ospitava un grande triclinio, con gruppi scultorei che rappresentavano scene e personaggi mitologici dall'Odissea, come Polifemo e Scilla.

Grotta artificiale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Grotta artificiale.

Si tratta di una costruzione eretta nei giardini del Rinascimento, nei secoli successivi e in qualche caso anche in precedenza, fino all'epoca attuale, in forme e aspetto di grotte naturali; fanno da sfondo a statue, fontane, giochi d'acqua; di solito è un ornamento di viali e boschetti a carattere pittoresco.[10]

Città rupestri

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Un altro tipo di antropizzazione delle grotte sono le città rupestri, nate generalmente a scopo difensivo, nella gran parte dei casi abbandonate, ma in alcuni casi ancora utilizzate.

I Sassi di Matera.

In Italia l'esempio più noto e meglio conservato sono i Sassi di Matera, ma non sono l'unico caso. In Italia settentrionale spiccano i monumenti rupestri della val Camonica, in Italia centrale spicca su tutti l'insediamento rupestre di Vitozza,[11] in provincia di Grosseto, mentre nell'Italia meridionale troviamo numerosi insediamenti in tutta la Puglia,[12] Calabria (in particolare nella provincia di Crotone ed il complesso monastico bizantino delle grotte di Pignarelle a Palmi), e in Sicilia[12], con un utilizzo dei siti per lo più dal IX al XIV secolo.[13] Nel resto del mondo assai note sono le città rupestri di Cappadocia, Uplistsikhe in Georgia, Petra in Giordania, Matmata in Tunisia, Garian in Libia.

Aspetti simbolici e riferimenti letterari e religiosi

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La caverna si ritrova in letteratura ed in filosofia. Il filosofo greco Platone nel Mito della caverna espone le proprie idee riguardo al processo della conoscenza. Tale mito fu rivisitato dallo scrittore e drammaturgo portoghese José Saramago nel libro La caverna.

In letteratura sono da menzionare la gigantesca spelonca del ciclope Polifemo nel IX libro dell'Odissea di Omero e la grotta presentata nel racconto Alì Babà e i quaranta ladroni nella raccolta di novelle orientali Le mille e una notte.

Per molte religioni, varie divinità nacquero in una grotta: nella religione greca Zeus, Dioniso e Ermes; Mitra nella religione iranica; Gesù Cristo nella tradizione cristiana (Natività di Gesù) dei vangeli apocrifi. La grotta, nel simbolismo precristiano, era imago mundi, simbolo del cosmo.[14]

Principali grotte italiane

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Grotta Torri di Slivia - Carso Trieste

Principali grotte in altri stati

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Galleria d'immagini

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  1. ^ Alberto Nocentini, L'etimologico, con la collaborazione di Alessandro Parenti, Milano, Le Monnier-Mondadori Education, 2010, pp. 529-530, ISBN 978-88-00-20781-2.
  2. ^ cavèrna, su treccani.it.
  3. ^ a b c Paul Dubois, Bertrand Grellet, Le grotte come archivi di eventi sismici e climatici, Le Scienze (Scientific American), n. 344, aprile 1997, pp. 56-63.
  4. ^ La più grande grotta di cristalli al mondo si trova in Russia, su La Stampa, inserto Società, 21 gennaio 2017.
  5. ^ Mossano, Colli Berici: eremo grotta di San Bernardino a Mossano, Monti Berici Riviera Berica Vicenza, su magicoveneto.it.
  6. ^ Lumignano: Eremo di San Cassiano, Brojon, Longare Monte Brosimo Monte della Croce, su magicoveneto.it.
  7. ^ In provincia di Verona il Santuario della Madonna della Corona è attaccato ad una parete rocciosa.
  8. ^ China ABC-Le grotte di Longmen.
  9. ^ Kel 12 - Tour Operator - Blog Kel 12 - Le Grotte Di Pindaya In Birmania Tra Storia E Leggenda - Viaggi Africa, Viaggi Oriente, Vacanze Cina, Viaggi Charme, Viaggi Sud America,..., su kel12.com. URL consultato il 12 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2016).
  10. ^ Grotta, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  11. ^ Elena Fani, Parco Archeologico "La città del tufo" - Abitato Rupestre Medievale di Vitozza, su Imss (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2011).
  12. ^ a b GLI INSEDIAMENTI RUPESTRI MEDIEVALI PROBLEMI DI METODO E PROSPETTIVE DI RICERCA (PDF), su 192.167.112.135. URL consultato il 4 agosto 2005 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2005).
  13. ^ Nel Veronese si trova il Santuario della Madonna della Corona, scavato nell'incavo della montagna.
  14. ^ Alfredo Cattabiani, "Il simbolismo del presepe", Calendario, Milano, Rusconi, 1993, p. 84.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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