Pieno formato

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Disambiguazione – Se stai cercando il formato cinematografico, vedi Pieno formato (cinema).
Full frame in confronto ad altri formati

Il termine pieno formato (come traduzione dal inglese full-frame o FF) è riferito al formato Leica 24x36[1][2], e quindi al tipico fotogramma di dimensione 36 × 24 mm, con rapporto d'aspetto 3:2 e diagonale di circa 43 mm, usato per più di mezzo secolo con le fotocamere di "piccolo formato" a pellicola, caricate a rullini 135, ripieni con una striscia di pellicola cinematografica da 35 mm.

Dagli anni 2000, il termine è utilizzabile anche per i sensori digitali di dimensioni ~ 36 × 24 mm.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Emerge in ambito della fotografia digitale, negli anni della conversione dal sistema a pellicola, a quello dei sensori fotosensibili, avvenuto intorno agli anni 1990-2000. Collegato ai termini Fattore di crop (crop factor, in inglese) e Focale equivalente, dovrebbe essere tradotto come fotogramma intero, per contrapposizione ai fotogrammi ritagliati (cropped ) che risultavano dai primi sensori APS-C e APS-H, montati sulle fotocamere digitali (a telemetro Leica M8 e le varie reflex digitali di Canon, Nikon, Pentax, ecc.) alle quali si potevano continuare ad innestare i vecchi obiettivi intercambiabili delle fotocamere a pellicola.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Siccome il sensore più piccolo causa una ripresa che risulta ritagliata, rispetto a quella di un sensore intero (pellicola o digitale), rapportando le dimensioni diagonali del fotogramma intero, a quello del fotogramma ritagliato, si trova il fattore di moltiplicazione (crop factor ) della lughezza focale equivalente, che descrive lo stesso angolo di campo ripreso: ad esempio, un obiettivo di focale 100 mm montato su una fotocamera con crop 1,5x, riprende lo stesso campo che riprende un obiettivo di focale 150 mm montato su una fotocamera con fotogramma intero. Da qui, i termini full-frame o FF o pieno formato o formato pieno o fotogramma intero o anche FX (come denominato commercialmente da Nikon), per descrivere l'equivalenza focale al formato 24x36.

Formato Leica 24x36[modifica | modifica wikitesto]

Tutto ebbe inizio nel 1913, quando l'ingegnere tedesco Oskar Barnack, lavorando per la E. Leitz di Wetzlar, stava ideando un modo più pratico e più preciso di quello corrente, di esporre la pellicola cinematografica da 35 mm, per valutare i tempi di esposizione per il girato. Costruì così una sorta di scatoletta (piccola camera oscura) alla quale poteva agganciare un obiettivo foto-cinematografico, e dentro la quale inserire all'incirca 1 metro di pellicola preforata, pronta per essere esposta. Ma per migliorare la valutazione delle esposizioni, nella produzione dei film, decise di raddoppiare la superficie del fotogramma, portandolo da 24×18 a 24×36 mm[3]. E così, la scatoletta di Barnack ebbe un discreto successo in ambiente cinematografico, ma molto di più in ambiente fotografico, diventando la famosa Leica (UR-Leica[4]) che tutti oggi conoscono come la Leica M, fotocamera con mirino a telemetro.

In quel momento, nacque il nuovo formato fotografico 24×36 che tutti conoscono, con un rapporto d'aspetto 3:2, e quindi, differente dal tipico aspetto 4:3 del cinema (24×18 mm), adottato poi anche dalla TV, e di altri formati fotografici similari.

     Pieno formato

     Medio formato

     Grande formato

Il nuovo formato Leica (così chiamato in onore a Barnack e la sua Leica) prese piede dal primo dopoguerra, tanto che già nel 1934, la Kodak mette in commercio i rullini 135, studiati come pratici caricatori per le varie fotocamere Leica e le altre foto-cinecamere dei tempi, e caricati con la pellicola cinematografica da 35 mm (in genere, 1,6 metri di striscia). Col tempo, il formato 24×36 diventa il formato fotografico più popolare e più comune nella fotografia di massa, sicuramente dal secondo dopoguerra ad oggi, e per quasi un secolo viene usato con le fotocamere di "piccolo formato"[5][6] (per differenziarle da quelle di medio e di grande formato). Ciò impose l'uso della pellicola cinematografica 35 mm in fotografia, che comunque adottò vari altri formati di fotogramma (sulla stessa pellicola), tipo il mezzo formato 24×18 mm[7] ed altri più piccoli e più grandi.

35 mm[modifica | modifica wikitesto]

Indubbiamente, c'è un filo robusto che lega la pellicola da 35 mm con i rullini 135 e il formato Leica 24×36, ma è spesso motivo di espressioni idiomatiche e di luoghi comuni non sempre coerenti: il fatto che la pellicola cinematografica da 35 mm sia stata usata anche in fotografia, non da diritto a nessuno di considerarla e/o di confonderla con un formato di fotogramma (per di più fotografico). Per cui, dire e/o usare locuzioni del tipo "35mm = full-frame" o "35mm = 24×36" o "pellicola 24×36", porta solo a confondere le corrette informazioni con quelle errate, danneggiando in qualche modo chiunque le legga.

La pellicola da 35 mm è stata, è, e resta esclusivamente un formato di film cinematografico, come ce ne sono stati altri (tipo, 8 mm, 16 mm, 70 mm, ecc), eventualmente risulta quello più usato dall'invenzione del cinema ad oggi, ma dove però i fotogrammi erano più simili a 24×18 mm (tipo, 21×16, 20×15, ecc), sia lineari (o normali) che anamorfici.

Da quando anche il cinema è evoluto in favore della tecnologia digitale, la pellicola da 35 mm non viene più usata (o solo raramente), e così, al suo posto stanno emergendo vari sensori di dimensioni sempre più ampie, rispetto al tipico fotogramma 24×18 mm della pellicola, finanche di 37×25 mm circa, con risoluzioni a 8K e 90 fps. Ma come nel cinema a pellicola, anche in quello digitale vengono utilizzate ottiche anamorfiche, per raggiungere i rapporti d'aspetto tipo 2,40:1 del CinemaScope. E parallelamente, è da tempo ormai che alcune fotocamere con sensori full-frame, vengono usate anche nel cinema o progettate per la produzione di filmati; tuttavia, in genere non viene mai usato il formato pieno, ma solo una parte dei pixel, adeguata ad ottenere almeno un aspetto 16:9 (TV) o altri rapporti adatti più o meno anche al cinema.

Sensori digitali[modifica | modifica wikitesto]

Da sempre, le fotocamere digitali fanno riferimento al formato 24×36, perché gli obiettivi intercambiabili delle fotocamere a pellicola, progettati e sviluppati proprio per questo formato (e quindi, con un cerchio di copertura di almeno 44 mm), sono ancora oggi utilizzabili. Tuttavia, i primi sensori digitali a pieno formato, furono sviluppati solo nel secondo millennio, e le prime fotocamere APS-C e APS-H montavano ancora questi obiettivi. Per questo motivo, in ambito fotografico, si utilizza anche oggi l'espressione "focale equivalente" (al 24×36), proprio per descrivere lo stesso angolo di campo ripreso, sui diversi formati di sensore[8]. I sensori APS-C e APS-H furono prodotti prima del FX, ma sempre con aspetto 3:2 (o 1,5:1), del classico formato fotografico 24x36. Le dimensioni APS-C sono più simili a 24×16 mm, tipo 23,6×15,6 mm o 22,2×14,8 mm, e cioè con diagonale ~ 28-27 mm e rispettivi fattori di crop di 1,5× e 1,6×. Le dimensioni APS-H sono più simili a 27×18 mm, con crop di 1,33× (Leica) o crop di 1,3× (Canon).

I sensori digitali a pieno formato sono disponibili in varie dimensioni, intorno a 24×36 mm, per molte fotocamere digitali (reflex e mirrorless) di fascia alta, e a volte differiscono solo di frazioni di millimetro, su una o entrambe le dimensioni.

Dal 2007 (nel nuovo millennio), Nikon denomina la propria gamma di fotocamere digitali a pieno formato, con la sigla "FX". Altri produttori di fotocamere digitali con sensore 24×36, tra cui Canon, Fuji, Leica, Sony e varie altre, si riferiscono ai loro sensori con altre sigle o semplicemente come full frame (o FF).

La maggior parte delle fotocamere digitali per uso amatoriale, utilizza sensori più piccoli del 24×36, dove le fotocamere compatte e gli smartphone, hanno sensori ancora più piccoli, e spesso con rapporto d'aspetto diverso da 3:2.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Camera 35. U.S. Camera Publishing Corp. 3–4: 34.
  2. ^ Walter, Thomas (2005). Mediafotografie: analog und digital. Springer.
  3. ^ The British Journal of Photography. 133: 1485. 1986.
  4. ^ urleica, su www.wetzlar-historica-italia.it. URL consultato il 3 giugno 2024.
  5. ^ Suess, Bernhard J. (October 1, 2003). Mastering black and white photography. Allworth Press. p. 11.
  6. ^ Warren, Bruce (2003). Photography: A Concise Guide. Cengage Learning. p. 41.
  7. ^ Half Format 18x24 cameras (8), su corsopolaris.net. URL consultato il 24 maggio 2024.
  8. ^ Lunghezza focale equivalente: definizione e calcolo, su www.fotografareperstupire.com, 28 marzo 2021. URL consultato il 26 maggio 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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