Stephen Corry

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Stephen Corry

Stephen Corry (Malesia, 1951) è un attivista britannico.

Direttore dei progetti del movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni Survival International[1] dal 1972, nel 1984 né è divenuto il Direttore generale. Presidente della Free Tibet Campaign dal 1993 al 2009, fa parte del suo Consiglio.

Nel corso della sua vita, in qualità di attivista e Direttore generale di Survival International, Corry ha lavorato con i popoli indigeni di India, Africa e Sud America, in particolare in Amazzonia. Negli anni settanta si fece promotore del concetto di autodeterminazione dei popoli indigeni, arricchendo un dibattito che fino ad allora era rimasto polarizzato sui concetti di "assimilazione" e "conservazione". Dagli anni ottanta lavorò per far conoscere la causa dei popoli indigeni anche al vasto pubblico. Negli anni novanta si schierò contro idee quali il "rainforest harvest"[2], che minacciavano di confondere problemi economici e diritti umani.

Prese parte alla campagna per la difesa dei diritti dei Boscimani del Botswana[3], ritenuti ingiustamente perseguitati dal governo del paese; per questo è stato (erroneamente) dichiarato dal Botswana "nemico pubblico numero uno".[Frase POV e senza fonte]

Gli sforzi di Corry si concentrano soprattutto attorno all'obiettivo di alimentare un movimento mondiale a sostegno dei diritti dei popoli indigeni sufficientemente forte da sradicare l'idea che si tratti di società arretrate, primitive e destinate inevitabilmente a scomparire. Il suo libro "Tribal peoples for tomorrow's word" tratta queste tematiche[4].

Tra il 2012 e 2014, Stephen Corry ha scritto una serie di articoli per denunciare il ritorno dello stereotipo colonialista del "cattivo selvaggio", diffuso da celebri scrittori di opere di divulgazione scientifica come Jared Diamond, Steven Pinker e Napoleon Chagnon. Secondo Corry, queste idee "non sono soltanto sbagliate, ma anche estremamente pericolose per i popoli indigeni e i loro diritti"[5]. I suoi articoli sono stati pubblicati da diverse testate internazionali; in Italia, tra gli altri, dal Corriere della Sera[6] e dalla rivista accademica dell'Associazione Nazionale Universitaria degli Antropologi Culturali, ANUAC[7].

Nel 2014 ha partecipato alla Public Interest Environmental Law Conference PIELC, organizzata dalla University of Oregon School of Law[8][9].

Nel 1989, Survival International ha vinto il Right Livelihood Award, noto come Premio Nobel Alternativo; in qualità di Direttore generale, Corry ha tenuto il discorso alla consegna del premio[10].

  1. ^ Survival International - Il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, su survival.it.
  2. ^ "'Harvest moonshine'- Taking you for a ride" di S.Corry , 1993 (PDF), su assets.survivalinternational.org.
  3. ^ Boscimani - Survival International, su survival.it.
  4. ^ "Tribal peoples for tomorrow's world", di S. Corry, su survivalinternational.org (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2013).
  5. ^ Pericolo! Torna il mito del 'cattivo selvaggio', su survival.it.
  6. ^ "Diamond sbaglia, i selvaggi non esistono" di S. Corry, La lettura - Il Corriere della Sera, 23 giugno 2013, su lettura.corriere.it.
  7. ^ Rivista ANUAC - Vol. 2 No. 2, 2013, su rivistanuac.eu (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2014).
  8. ^ Il discorso di Stephen Corry alla PIELC, marzo 2014, su youtube.com.
  9. ^ PIELC - Public Interest Environmental Law Conference, su pielc.org.
  10. ^ Discorso di Survival - Right Livelihood Award, 9 dicembre 1989, su rightlivelihood.org (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2010).

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