Ivrea | ||
Stemma | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Piemonte | |
Territorio | Canavese | |
Altitudine | 330 m s.l.m. | |
Abitanti | 23.442 (12/2018) | |
Nome abitanti | eporediesi | |
Prefisso tel | +39 0125 | |
CAP | 10015 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | S. Savino | |
Posizione
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Sito istituzionale | ||
Ivrea è una città del Piemonte.
Da sapere
[modifica]Viene considerata "il capoluogo del Canavese". Nel 2018 è entrata a far parte del patrimonio dell’ UNESCO.
La città industriale di Ivrea è stata costruita tra gli anni 1930 e 1960 da Adriano Olivetti. Il patrimonio architettonico, lascito della fabbrica alla città, copre il 70% del perimetro urbanizzato di Ivrea e costituisce un esempio di costruzioni residenziali, industriali e sociali di straordinaria qualità.
Cenni geografici
[modifica]Bagnata dal fiume Dora Baltea, un affluente del Po, è collocata in un'area formatasi da un grande ghiacciaio del Pleistocene, il quale trasportò nel tempo numerosi detriti che andarono a formare una serie di rilievi morenici, tra cui la cosiddetta Serra Morenica.
Cenni storici
[modifica]Il nome antico è Eporedia, nome ancora spesso utilizzato per chiamare la città. Fu fondata intorno al V secolo a.C. dai Salassi, un popolo d'origine celtica stabilitosi nel Canavese. Il toponimo potrebbe quindi derivare dalla divinità celtica Epona, in particolare dalla contrazione dei termini gallici epo, affine al greco antico hippos, (cavallo), e reda, cioè carro a quattro ruote, indicandola come già strategica stazione viaria di carri equestri per gli accessi cisalpini.
I romani latinizzarono il nome, che subì delle varianti, quali Iporeia, quindi Ivreia, Ivrea. A partire dal I secolo a.C. fu infatti colonia romana, collocata a presidio della via militare che dalla pianura piemontese si spingeva nelle valli della Dora Baltea. Particolarmente rilevanti, tra le testimonianze archeologiche di questo periodo, sono i ruderi dell'anfiteatro, collocato a breve distanza dall'attuale centro storico. In seguito mutò nome in Augusta Eporedia. Nel periodo longobardo invece, Ivrea diventò sede dell'omonimo ducato, tra il VI e il VII secolo. All'inizio del secolo VIII, Ivrea diventò contea e marca, sotto il regno franco, attraverso la nascente dinastia Anscarica. Qui, dopo un periodo di contrasti con Warmondo (potente vescovo della città), nell'anno 1000 fu acquisita dal marchese Arduino da Pombia il quale, l'anno dopo, a Pavia, verrà eletto Re da una dieta di principi e signori contro il volere dell'imperatore Ottone III di Sassonia. La città Ivrea acquisì grande importanza all'interno del Regno d'Italia.
Re Arduino, in forte contrasto sia con la chiesa di Ivrea sia con quella di Vercelli, fu scomunicato dal papa Silvestro II, e restò sul trono fino al 1014, anno in cui abbandonò la lotta ritirandosi nell'abbazia di Fruttuaria dove morì nel 1018. Sul finire dell'XI secolo, dopo il periodo degli Arduinidi, Ivrea tornò a essere dominata dalla signoria vescovile. Ricordo di questo periodo è l'ancor esistente Torre di Santo Stefano, alla fine di corso Botta, fortemente voluta e sovvenzionata dal papa Niccolò II per riaffermare il potere sulla città, all'epoca utilizzata come campanile dell'adiacente monastero di benedettini (oggi scomparso), distaccamento dell'abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese.
Nella seconda metà del secolo XII tentò di affermarsi il potere politico dei marchesi del Monferrato, istituendo il territorio del "comune di Ivrea e Canavese", ma destinato comunque a soccombere nei primi decenni del secolo successivo. Nel 1238, l'imperatore Federico II pose la città sotto il suo dominio; nel seguito, la signoria della città tornerà a essere disputata tra il vescovo di Ivrea, il marchese del Monferrato e altri potentati, tra cui il conte di Savoia. Nel 1356, Ivrea passò, dunque, sotto il dominio del Conte Verde di Savoia e, nella seconda metà del secolo XIV, la città assistette alla rivolta contadina contro i soprusi dei nobili canavesani che va sotto il nome di "tuchinaggio". Fatta eccezione di brevi periodi di occupazione spagnola e poi francese nel secolo XVI, Ivrea rimase alle dipendenze dei Savoia praticamente per tutto il periodo tra il XV e il XVIII secolo.
Il 26 maggio 1800, Napoleone venne accolto a Ivrea insieme alle sue truppe vittoriose. Sotto il dominio napoleonico Ivrea fu capoluogo del "Département de la Doire", uno dei cinque in cui era stato suddiviso il Piemonte; tuttavia, nel 1814 la città, così come il resto del Piemonte, ritornò ai Savoia, con Vittorio Emanuele I, re di Sardegna. Dal 1859 al 1927 Ivrea diventò il capoluogo dell'omonimo circondario, uno dei cinque in cui era suddivisa la provincia di Torino del Regno di Sardegna, fino all'Unità d'Italia. Il XX secolo vide la città protagonista di un nuovo polo industriale, con la fondazione della prestigiosa fabbrica di macchine per scrivere Olivetti, a partire dal 1908. Nel 1927 la città, insieme a ben altri 112 comuni dell'alto Canavese, viene annessa alla Valle d'Aosta, per costituire una nuova Provincia di Aosta. Tale annessione verrà sciolta nel 1945, per ritornare sotto la Provincia di Torino. Sul finire degli anni novanta, con il declino dell'Olivetti, l'economia della città subirà un duro colpo; qualche anno più tardi, la città diventerà la sede italiana della società di telecomunicazioni mobile Vodafone Italia.
Come orientarsi
[modifica]La piazza principale storica di Ivrea, sebbene sia una delle più piccole, è situata nell'antico borgo storico e divide in due parti la via centrale, cioè via Palestro-via Arduino. Anticamente, veniva chiamata Piazza Palazzo di Città o, più semplicemente Piazza di Città, un nome ancora rimasto nell'odierno linguaggio popolare. Essa ospitava alcuni edifici, tra cui un antico ospedale, il De Burgo, dismesso nel 1750 e sostituito dall'attuale Palazzo di Città.
Quartieri
[modifica]Ivrea è suddivisa fra 26 quartieri e rioni: San Grato, Canton Vesco, Canton Vigna, La Sacca, Bellavista, Via Miniere-Via Jervis, zona Porta Torino-Stazione-Movicentro-Via Dora Baltea, Borghetto, Centro Storico, Crist, Porta Aosta-Sant'Antonio, San Pietro Martire, Via Sant'Ulderico, Lago Sirio, Prafagiolo, Canton Gabriel, Lago San Michele, Montodo-Monte della Guardia, Porta Vercelli, San Lorenzo, La Fiorana, San Giovanni, Canton Gillio, La Fornace, Torre Balfredo, San Bernardo.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]Aeroporto di Torino, a circa 45 minuti di auto.
In auto
[modifica]- Da Torino: Torino-Aosta, uscita Ivrea
- Da Milano: Milano-Torino, bretella - Santhià-Ivrea, Aosta, uscita Ivrea
- Da Aosta: Aosta-Torino, uscita Ivrea
- Da Genova: Genova-Gravellona, Alessandria-Santhià, bretella - Santhià-Ivrea, Aosta, uscita Ivrea
In treno
[modifica]- 1 Stazione FS di Ivrea, Corso Nigra, 73.
Come spostarsi
[modifica]Con mezzi pubblici
[modifica]Il servizio di trasporto urbano di Ivrea è gestito da GTT (Gruppo Torinese Trasporti).
In auto
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Cosa vedere
[modifica]Architetture religiose
[modifica]Architetture civili
[modifica]Edifici Olivetti
[modifica]- Edificio non visitabile e recintato. La progettazione dell'edificio, affidata a Ignazio Gardella, iniziò nel 1953, il primo progetto è a pianta circolare e costituito da un cilindro nel cui piano seminterrato si trovano gli spazi dopo-mensa e la mensa nella parte superiore. Il cinema teatro è una struttura rettangolare orientata verso sud. In seguito il progetto cambia significativamente e viene abbandonata la realizzazione del cinema teatro. L'edificio è strutturato su due piani interrati e due fuori terra e segue la conformazione del terreno, per la realizzazione non furono infatti effettuati interventi di sterro o riporto di terra, l'edificio prosegue, in modo geometrico, le forme della collina morenica retrostante. Gardella nella progettazione finale usò come base la forma esagonale, ripresa poi da Figini e Pollini nel progetto del Centro dei Servizi Sociali, aggiungendo un'ala in direzione della collina con lo scopo di contenere uno sperone di roccia ed un gruppo di alberi già presenti. La forma esagonale è un riferimento all'uso di forme esagonali da parte di Frank Lloyd Wright nella Hanna House e nell'Auldbrass Plantation.
Nei pressi della mensa erano presenti servizi culturali e sociali, all'epoca dell'edificazione la durata della pausa pranzo era di due ore e, secondo la filosofia Olivetti, questo tempo era anche un'occasione di arricchimento culturale.
- 26 Asilo Nido Olivetti (asilo nido comunale), Via Camillo Olivetti, 34. L'edificio del 1941 è stato progettato dagli architetti Luigi Figni e Gino Pollini. Durante il periodo della II Guerra Mondiale, l'asilo fu utilizzato dai partigiani anche come infermeria. A tutt'oggi mantiene la sua funzione originaria e mostra quanto i concetti applicati allora siano oggi validi, ossia di spazi luminosi e del contatto visivo con la natura.
- 27 Casa popolare di borgo Olivetti, Via Camillo Olivetti, 30 (parallelamente all'asilo nido). Sempre ad opera degli architetti Luigi Figni e Gino Pollini del 1942, questo edificio è tra i primi esempi di edilizia popolare finanziata direttamente da un'azienda. Conta un totale di 24 alloggi con ampi loggiati e una balconata continua in legno. Questo edificio mostra come l'attenzione alla qualità dell'alloggio e alla sua salubrità sia stato da sempre un elemento fondamentale anche per i ceti sociali più umili.
- 30 Case per impiegati con famiglie numerose. Progettati dagli architetti Luigi Figni e Gino Pollini del 1942, sono sette edifici razionalisti con tetto piano, piccole aperture verso nord e balconi verso sud.
- 31 Case per dirigenti, Via Bruno Ranieri. Sono sei case unifamiliari per dirigenti Olivetti progettate da Marcello Nizzoli nel 1948. Esse presentano un garage e un giardino.
- 32 Edificio a 18 alloggi, Via Pavone. Progettato da Marcello Nizzoli e Giuseppe Mario Oliveri nel 1955.
- 33 Centrale termica, Via Giuseppe di Vittorio.
- 34 Ex falegnameria, Via Guglielmo Jervis, 30.
- 35 Edificio ex Sertec.
- 36 Casa UCCD, Via Guglielmo Jervis, 39.
- 37 Casa UCCD.
- 38 Case a quattro alloggi, Via Salvo D’Aquisto.
- 39 Palazzo nuovi uffici Olivetti.
- 40 Unità residenziale Est (Ex hotel La Serra), Corso Botta 30. È un edificio commissionato dalla Olivetti e relizzato tra il 1968 e il 1971 su progetto degli architetti Igino Cappai e Pietro Mainardis. Doveva servire come centro residenziale, albergo, piscina, cinema, sala congressi e sale espositive. È considerato l’ultimo edificio dell'idea di Olivetti, nato quando Adriano Olivetti che era già morto e finanziato senza una sua decisione. Questo edificio non fa parte dell'elenco UNESCO.
Ponti
[modifica]Musei
[modifica]- Lun-Ven 9:00-13:00, Sab-Dom 10:00-13:00 e 15:00-18:00. Museo dedicato ai prodotti tecnologici della Olivetti, dalle macchine da scrivere ai calcolatori.
Torri
[modifica]Altro
[modifica]- 50 Cimitero di Ivrea, Via dei Mulini. In un angolo appartato nell'ala sinistra della parte vecchia, è sepolto Adriano Olivetti, la cui tomba è circondata dal verde.
Eventi e feste
[modifica]- domenica, lunedì grasso e martedì grasso del carnevale. È famoso soprattutto per la "battaglia delle arance".
- Festa di S. Savino (7 luglio).
Cosa fare
[modifica]- Orario invernale (dal 16 ottobre al 15 marzo): Ven-Dom e festivi 10:00-18:00. Lun-Gio su prenotazione. Orario estivo (dal 16 marzo al 15 ottobre): Mar-Dom e festivi 10:00-18:00. Lun su prenotazione. Visite guidate presso gli edifici della Olivetti.
Acquisti
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Come divertirsi
[modifica]Spettacoli
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Dove mangiare
[modifica]Ad Ivrea si gusta la "torta 900", inventata alla fine dell'Ottocento per celebrare l'arrivo del nuovo secolo.
Prezzi modici
[modifica]- 1 Pasticceria Balla, Corso Re Umberto, 22/I, ☎ +39 0125641327. Sicuramente una delle migliori pasticcerie della città.
- 2 Pasticceria Eporedia, Via Circonvallazione, 42, ☎ +39 012549304.
Prezzi medi
[modifica]- 3 Caffè Del Teatro, Via Palestro, 29 (a pochi passi dal teatro), ☎ +39 0125223907. Ottimo anche a pranzo con un menù di primi e secondi.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 B&P La Gusteria, Via Quattro Martiri, 5, ☎ +39 012545903. Check-in: 14:00, check-out: 11:00.
Sicurezza
[modifica]- 4 Ospedale di Ivrea, Piazza Credenza, 2, ☎ +39 01254141.
Come restare in contatto
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Nei dintorni
[modifica]Itinerari
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Altri progetti
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