Center for Civil and Human Rights

Between 2001 and 2009, the United States of America (U.S.) allegedly committed acts of torture initiated at high levels of the government and carried out by the U.S. military, the CIA, and private contractors in territories under U.S. control (Guantanamo Bay, Iraq and Afghanistan), in secret prisons abroad allowed by a policy of extraordinary renditions. The grand majority of the torture victims are not U.S. citizens, nor residents of this country. This paper concludes that the alleged victims of torture have a right to reparations under international human rights law and that the U.S.’s responses to such allegations thus far do not comply with the requirements of the laws. In conclusion, this paper recommends what more should be done in order for the U.S. to comply with international norms regarding reparations.

On January 6, 2011, President-elect Alassane Ouattara of Côte d’Ivoire requested the Economic Community of West African States (ECOWAS) to intervene in order to remove incumbent Laurent Gbagbo, who refused to leave power following the democratic presidential elections of November 2010. In December 2010, ECOWAS gave a final ultimatum to Laurent Gbagbo to comply with its request on ceding his throne. Otherwise, ECOWAS warned, it would be compelled to use legitimate force to serve the demands of the Ivorian people. This Article ascertains the illegality of a military intervention for pro-democratic motives in light of the current postelection crisis in Côte d’Ivoire. ECOWAS could not have lawfully intervened in Côte d’Ivoire in order to install Alassane Ouattara because such use of military force contravenes the U.N. Charter, and permitting such derogation would destabilize international peace and security

Con la pronuncia annotata, la Corte di giustizia, confermando la sua precedente giurisprudenza, dichiara contraria al diritto comunitario la mancata concessione della pensione all'età d 60 anni ad una cittadina britannica che aveva subito un'operazione per il mutamento dell'originario sesso maschile prima dell'entrata in vigore del Gender Recognition Act - il quale esclude che il certificato del riconoscimento del genere possa produrre effetti su atti compiuti o fatti occorsi precedentemente al suo rilascio. A giudizio dell'A. la sentenza consente di svolgere alcune riflessioni sul modo in cui la Corte di giustizia sta affrontando il problema del riconoscimento dei diritti dei transessuali. La sentenza si fonda sull'assunto che il diritto a non essere discriminati in ragione del proprio sesso costituisce una delle libertà fondamentali della persona umana di cui la Corte è tenuta a garantire il rispetto e che l'ambito della direttiva 79/7 non può essere ridotto alle sole discriminazioni derivanti dall'appartenenza all'uno o all'altro sesso, ma anche ai casi in cui vi sia stato un mutamento di sesso dell'interessato. Secondo la Corte nel caso di specie vi sarebbe una disparità di trattamento alla base del diniego del diritto alla pensione, che deriva dal mancato riconoscimento del nuovo sesso acquisito. L'A. osserva come con questa pronuncia la sanzione della discriminazione sia divenuto un legittimo, ma nuovo, diritto creato dalla giurisprudenza comunitaria su oggetti di cui essa non sarebbe del tutto legittimata ad occuparsi, comportando una menomazione del diritto degli Stati ad organizzare autonomamente il proprio sistema previdenziale.

"Nel presente lavoro analizzo l’uso dei regolamenti di delegificazione per la disciplina dell’organizzazione interna dei ministeri così come previsto dall’art. 17, comma 4-bis, della legge n. 400/1988 .
Il saggio è diviso in due parti. La prima è rivolta all’inquadramento delle fonti normative primarie che hanno inciso sul potere governativo e dei principali orientamenti dottrinari che hanno tentato di esplicare la natura del meccanismo introdotto con l’art. 13 della legge n. 59/1997.
La seconda contiene un’analisi del modo in cui il governo ha esercitato il potere regolamentare e un esame puntuale dei regolamenti adottati fino al febbraio 2011, con particolare riguardo al rapporto tra modelli normativi ed effettivo svolgimento del processo di delegificazione. Seguono, per questa parte, alcune considerazioni di sintesi circa l’uso del potere regolamentare in funzione dell’organizzazione dei vertici della pubblica amministrazione e sull’operare della riserva di legge in questi settori disposta dagli artt. 95, comma 3, e 97, comma 1, della Costituzione."

Il lavoro tratta la vicenda legislativa che ha riguardato il decreto-legge n. 29 del 2010, rubricato “Interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e
relativa disciplina di attuazione”. La relazione si concentra principalmente sui problemi legati alla legittima approvazione di un decreto-legge in materia elettorale nei giorni immediatamente precedenti una competizione elettorale; ma prima di entrare nel vivo dei problemi darò alcune indicazioni tecniche sulla fonte in commento al fine di chiarire al meglio l’oggetto del presente lavoro.

1. Il discorso sui diritti nella nuova società; 1.1 L’avvenire dei diritti; 2. Livelli; 2.1 Livello statale; 2.2 Livello internazionale; 2.3 Livelli sovranazionali; 2.4 Livelli sub-statali; 3. Categorie; 3.1 Diritti della personalità; 3.2 Diritti e libertà fondamentali; 3.3 Diritti dell’uomo; 4. Sfere; 4.1 Eguaglianza e divieto di discriminazioni nel diritto europeo; 4.2 Consenso informato e diritto a rifiutare le cure; 4.3 Danno psichico e danno esistenziale; 4.4 Mobbing; 4.5 Informazione e riservatezza; 5. Spunti conclusivi

Il lavoro intende ripercorrere in maniera ampia e generale, rispetto al contesto italiano, l’analisi degli strumenti di semplificazione normativa e amministrativa introdotti nell’ordinamento italiano, a seguito anche delle indicazioni, delle raccomandazioni e delle indagini provenienti dal contesto internazionale e sovranazionale, in particolare dall’OCSE e dalla Comunità europea.

Con tre distinte sentenze la Corte di giustizia dell’Unione europea ha affrontato altrettante questioni di cui era stata investita legate alla interpretazione della disciplina in materia di godimento del diritto alla limitazione del tempo di lavoro ed alla fruizione dei riposi previste a livello europeo nella direttiva 2003/88 del 4 novembre 2003. Il primo caso C-243/09, deciso il 14 ottobre 2010, risolve una questione pregiudiziale sollevata nell’ambito di una controversia relativa alla applicabilità (o meno) della normativa del Land tedesco Sachsen-Anhalt sulla durata massima della settimana lavorativa anche ai pubblici dipendenti impiegati nel servizio tecnico antincendi delle città e dei comuni. Il secondo caso C-428/09, deciso lo stesso giorno del precedente, concerne una domanda pregiudiziale sollevata contro un decreto del governo francese che esclude il diritto ad
un periodo minimo di riposo giornaliero per i titolari di contratti di assistenza educativa impiegati in attività occasionali e stagionali. Il terzo caso C-227/09, deciso il 21 ottobre 2010, ha ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale di Torino all’interno di un procedimento nel quale alcuni vigili urbani in servizio presso il comune di Torino lamentavano il mancato rispetto del diritto ad avere un periodo di riposo settimanale.

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Difficoltà ricostruttive o solo necessità di riconsiderare la complessità dell’esperienza giuridica?. – 3. La connessione diritti-doveri come un problema di diritto costituzionale. – 3.1. Ricostruire il nesso diritti-doveri partendo dall’art. 2 Cost.. – 4. La ricostruzione della giurisprudenza costituzionale sui diritti e sui doveri condotta nelle due relazioni e il dibattito seguito nell’atelier. – 4.1. Rapporto Corte costituzionale – magistratura. – 4.2. Rapporto Corte costituzionale – legislatore. – 4.3. Prospettive dell’accesso alla giustizia costituzionale. – 4.4. Doveri inderogabili come fattore di coesione sociale. – 4.5. Doveri inderogabili: categoria apertura o chiusa?. – 5. Alcune notazioni a margine dei temi trattati nelle relazioni. – 5.1. Giurisprudenza costituzionale, diritti, doveri e principio di solidarietà. – 5.2. Garanzie costituzionali dei diritti e dei doveri. – 5.3. Variabile temporale nelle decisioni costituzionali: diritti delle generazioni future e responsabilità delle generazioni presenti. – 5.4. Approfondimento in tema di “fonti” dei diritti e dei doveri. – 6. Considerazioni di sintesi.