Sculture lignee a confronto dalle città ducali di Vigevano e Milano, catalogo della mostra (Milano, 21 ottobre 2021 – 16 gennaio 2022), a cura di C. Salsi, Venezia 2021, pp. 207-217
Nel contributo sono riuniti in stretto ordine cronologico i regesti di una serie di documenti uti... more Nel contributo sono riuniti in stretto ordine cronologico i regesti di una serie di documenti utili a ricostruire un contesto per la scultura lignea a Vigevano tra 1490 e 1527. Nello specifico sono pubblicati atti relativi agli intagliatori e ai pittori attivi in città e ad alcune importanti ancone lignee scolpite e dipinte vigevanesi, privilegiando le testimonianze d'archivio inedite. In particolare sono stati raccolti tutti i documenti inerenti il pittore Bernardino Ferrari e quelli sicuramente riferibili alla sua famiglia.
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Milano ricopre un ruolo essenziale nella ricezione e nella diffusione del modello borgognone in Italia, grazie ai suoi rapporti politici privilegiati con la Francia e il ducato di Savoia, che favoriscono l’acquisto di opere d’arte e il reclutamento di artisti, e grazie alla sua situazione geografica alle porte delle Alpi, che la iscrive nella rete delle fiere internazionali. Nel 1479, l’avvento di Ludovico il Moro determina un orientamento più italiano del gusto della corte sforzesca e l’attività di artisti quali Bramante e, soprattutto, Leonardo, contribuisce l’elaborazione di un modello lombardo che si diffonde a sua volta a nord delle Alpi e che permette di forgiare un’identità culturale propria al ducato.
I diversi saggi che compongono il volume servono proprio a comprendere le dinamiche della trasmissione di modelli nordici e la loro elaborazione da parte di artisti lombardi così come l’attività di artisti settentrionali a contatto con l’arte leonardesca nella Milano sforzesca.
Milano ricopre un ruolo essenziale nella ricezione e nella diffusione del modello borgognone in Italia, grazie ai suoi rapporti politici privilegiati con la Francia e il ducato di Savoia, che favoriscono l’acquisto di opere d’arte e il reclutamento di artisti, e grazie alla sua situazione geografica alle porte delle Alpi, che la iscrive nella rete delle fiere internazionali. Nel 1479, l’avvento di Ludovico il Moro determina un orientamento più italiano del gusto della corte sforzesca e l’attività di artisti quali Bramante e, soprattutto, Leonardo, contribuisce l’elaborazione di un modello lombardo che si diffonde a sua volta a nord delle Alpi e che permette di forgiare un’identità culturale propria al ducato.
I diversi saggi che compongono il volume servono proprio a comprendere le dinamiche della trasmissione di modelli nordici e la loro elaborazione da parte di artisti lombardi così come l’attività di artisti settentrionali a contatto con l’arte leonardesca nella Milano sforzesca.
Da questo dato di fatto nasce l'idea di una giornata di studi che, partendo dall’eredità conoscitiva di testi fondamentali quali il catalogo della mostra "Zenale e Leonardo" (1982) e i volumi "Pittura in Alto Lario tra Quattro e Cinquecento" (1988) e "Pittura in Alto Lario e in Valtellina dall'Alto Medioevo al Settecento" (1995), aggiorni lo stato delle conoscenze proponendo novità, riletture e riflessioni. I limiti temporali entro cui ci si muoverà sono quelli compresi tra il momento della diffusione di un linguaggio aggiornato sulle più alte manifestazioni del rinascimento lombardo e gli anni in cui questo linguaggio si trasforma in una koinè squisitamente locale in genere siglata da formule stanche e ripetitive.