Il seguente elaborato si pone come obiettivo l’analisi della figura di Antigone in due rivisitazioni contemporanee del mito e della tragedia sofoclea in area tedesca: Die Berliner Antigone di Rolf Hochhuth (1963) e Meine Schwester... more
Il seguente elaborato si pone come obiettivo l’analisi della figura di Antigone in due rivisitazioni contemporanee del mito e della tragedia sofoclea in area tedesca: Die Berliner Antigone di Rolf Hochhuth (1963) e Meine Schwester Antigone di Grete Weil (1980). Sulla base di un forte interesse personale nei confronti di tematiche femministe e di genere, chi scrive ha voluto concentrare la propria attenzione primariamente sul personaggio femminile e sulla sua caratterizzazione nelle tre versioni sopra citate. Se ne sono voluti osservare da un lato eventuali punti di incontro e divergenze, dall’altro si è cercato di far luce sui riferimenti a donne di spicco nella storia del Novecento. Il lavoro di approfondimento vuole quindi anche essere un omaggio a identità femminili che nel corso del secolo, come Antigone, hanno avuto il coraggio di ribellarsi alla tirannia, di insistere per il loro amore e di resistere per i loro valori.
Il panorama degli studi pregressi sullo stesso tema è a dir poco sconfinato: moltissime sono le riscritture del mito di Sofocle e altrettanto numerosi sono, di conseguenza, gli studi effettuati a riguardo. In molte occasioni, inoltre, il personaggio di Antigone è stato già utilizzato come stendardo della lotta femminile, come simbolo dei diritti civili o come emblema della Resistenza. Questo approfondimento, rispetto ad altri, vuole in tutta umiltà isolare le due riscritture scelte e farle dialogare con la versione originale del mito e tra di loro, nella speranza di riuscire a scoprire come esso riesca ad essere adattato a diversi periodi storici e di mettere in evidenza la sua universalità.
Ponendo attenzione, invece, alla struttura del seguente lavoro di approfondimento, si è ritenuto opportuno suddividere il contenuto in tre capitoli. Il primo, interamente dedicato a Rolf Hochhuth, è a sua volta suddiviso in tre sezioni. La prima di esse presenta la biografia dell’autore, concentrandosi maggiormente su episodi emblematici relativi alla sua controversa posizione nel panorama culturale tedesco. La seconda invece passa in rassegna le opere più celebri di Hochhuth, di cui viene presentata la trama, facendo fede alla loro suddivisone per generi letterari: teatro, prosa e poesia. L’ultima delle tre sezioni si concentra unicamente sull’opera dello scrittore assiano che è oggetto di analisi dell’elaborato, cioè Die Berliner Antigone.
Il secondo capitolo è strutturalmente speculare al primo e dedicato però a Grete Weil. Anch’esso si dipana su tre sezioni: la prima incentrata sulla vita dell’autrice, sulla sua origine ebraica e sul contradditorio confronto instaurato con il nazionalsocialismo. La seconda dedica spazio alle opere dell’autrice – romanzi, racconti e un’autobiografia – che hanno faticato nel corso degli anni ha attirare l’attenzione di pubblico e critica. L’ultima sezione di questo secondo capitolo prende in esame, invece, il romanzo breve Meine Schwester Antigone: opera con la quale la scrittrice ha visto finalmente riconosciuto il suo indubbio talento.
Il terzo capitolo, che si presenta come il più lungo e articolato del lavoro, permette in apertura di comprendere meglio il mito dell’Antigone di Sofocle, non limitandosi a riportarne l’intreccio, ma presentando anche alcuni antefatti relativi all’intero ciclo mitico di Tebe. Dopo una necessaria introduzione alla prima versione del mito, l’attenzione è spostata nuovamente prima sull’opera di Hochhuth e poi su quella di Weil, al fine primario di caratterizzare la protagonista femminile e di metterne in luce i punti di contatto e quelli di lontananza dal modello sofocleo. Ulteriore scopo del capitolo conclusivo è di verificare la pregnanza e la durevolezza storica del mito, evidenziandone l’eventuale adattabilità a diversi avvenimenti storici.
Il panorama degli studi pregressi sullo stesso tema è a dir poco sconfinato: moltissime sono le riscritture del mito di Sofocle e altrettanto numerosi sono, di conseguenza, gli studi effettuati a riguardo. In molte occasioni, inoltre, il personaggio di Antigone è stato già utilizzato come stendardo della lotta femminile, come simbolo dei diritti civili o come emblema della Resistenza. Questo approfondimento, rispetto ad altri, vuole in tutta umiltà isolare le due riscritture scelte e farle dialogare con la versione originale del mito e tra di loro, nella speranza di riuscire a scoprire come esso riesca ad essere adattato a diversi periodi storici e di mettere in evidenza la sua universalità.
Ponendo attenzione, invece, alla struttura del seguente lavoro di approfondimento, si è ritenuto opportuno suddividere il contenuto in tre capitoli. Il primo, interamente dedicato a Rolf Hochhuth, è a sua volta suddiviso in tre sezioni. La prima di esse presenta la biografia dell’autore, concentrandosi maggiormente su episodi emblematici relativi alla sua controversa posizione nel panorama culturale tedesco. La seconda invece passa in rassegna le opere più celebri di Hochhuth, di cui viene presentata la trama, facendo fede alla loro suddivisone per generi letterari: teatro, prosa e poesia. L’ultima delle tre sezioni si concentra unicamente sull’opera dello scrittore assiano che è oggetto di analisi dell’elaborato, cioè Die Berliner Antigone.
Il secondo capitolo è strutturalmente speculare al primo e dedicato però a Grete Weil. Anch’esso si dipana su tre sezioni: la prima incentrata sulla vita dell’autrice, sulla sua origine ebraica e sul contradditorio confronto instaurato con il nazionalsocialismo. La seconda dedica spazio alle opere dell’autrice – romanzi, racconti e un’autobiografia – che hanno faticato nel corso degli anni ha attirare l’attenzione di pubblico e critica. L’ultima sezione di questo secondo capitolo prende in esame, invece, il romanzo breve Meine Schwester Antigone: opera con la quale la scrittrice ha visto finalmente riconosciuto il suo indubbio talento.
Il terzo capitolo, che si presenta come il più lungo e articolato del lavoro, permette in apertura di comprendere meglio il mito dell’Antigone di Sofocle, non limitandosi a riportarne l’intreccio, ma presentando anche alcuni antefatti relativi all’intero ciclo mitico di Tebe. Dopo una necessaria introduzione alla prima versione del mito, l’attenzione è spostata nuovamente prima sull’opera di Hochhuth e poi su quella di Weil, al fine primario di caratterizzare la protagonista femminile e di metterne in luce i punti di contatto e quelli di lontananza dal modello sofocleo. Ulteriore scopo del capitolo conclusivo è di verificare la pregnanza e la durevolezza storica del mito, evidenziandone l’eventuale adattabilità a diversi avvenimenti storici.