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Page 1. 150 Torquato Nanni: Dilemmas of the Socialist Who Admired Mussolini 1 Danilo Breschi ... Nanni, born in Santa Sofia di Romagna (Forli) in 1888; worked for Mussolini when the future Duce became the editor of Avanti, the Socialist... more
Page 1. 150 Torquato Nanni: Dilemmas of the Socialist Who Admired Mussolini 1 Danilo Breschi ... Nanni, born in Santa Sofia di Romagna (Forli) in 1888; worked for Mussolini when the future Duce became the editor of Avanti, the Socialist Party's newspaper. ...
... dissemination of ideology, on the one hand, and its reception, on the other. Instead, according to Paxton, one must start with the fundamental 1. Translated by StefanoMaranzana. Page 2. 186 DANILO BRESCHI presumption ...
Il nesso politica-violenza (con particolare riferimento all’uso dello strumento terroristico) è ancora oggi al centro della discussione scientifica e del dibattito pubblico, sebbene sia spesso affrontato in una chiave che all’analisi... more
Il nesso politica-violenza (con particolare riferimento all’uso dello strumento terroristico) è ancora oggi al centro della discussione scientifica e del dibattito pubblico, sebbene sia spesso affrontato in una chiave che all’analisi storica sembra preferire un approccio moralistico ed emozionale, ovvero aridamente tecnicopolitologico. Per meglio comprendere tale nesso nelle sue complesse dinamiche (con specifico riguardo alle motivazioni ideologiche che tendono a considerarlo ineluttabile) può dunque essere utile guardare all’esperienza del passato. Da questo punto di vista, l’Italia dell’età giolittiana, segnata dalla predicazione degli anarchici e dei sindacalisti rivoluzionari, che puntava ad offrire una giustificazione dottrinaria della violenza come strumento di cambiamento sociale, rappresenta un caso storico certamente interessante, dal quale si possono ricavare insegnamenti utili anche per l’oggi.
La vittoria dell'"ordine dell'egoismo" ha messo definitivamente in crisi, secondo John Dunn, l'ideale democratico, che si è sempre fondato, sin dall'antichità, sul concetto di eguaglianza. Le democrazie reali... more
La vittoria dell'"ordine dell'egoismo" ha messo definitivamente in crisi, secondo John Dunn, l'ideale democratico, che si è sempre fondato, sin dall'antichità, sul concetto di eguaglianza. Le democrazie reali contemporanee presentano in effetti un carattere sempre più oligarchico e chiuso, che mortifica la rappresentanza e la partecipazione. Ma sulle degenerazioni della democrazia - e sulle ricette per contrastare tale deriva - avevano già scritto pagine illuminanti gli esponenti della tradizione del realismo politico, la cui lezione andrebbe nuovamente meditata. Come spesso è accaduto nella storia, l'Italia odierna rappresenta, anche da questo punto di vista, un interessante caso di studio.
... Fascismo e antiurbanesimo Prima fase: ideologia e legge (1926-1929) ... 209-16). Di questa recensione Renzo De Felice ha scritto che “non vi è dubbio che questo scritto possa e debba essere considerato il manifesto ideologico del... more
... Fascismo e antiurbanesimo Prima fase: ideologia e legge (1926-1929) ... 209-16). Di questa recensione Renzo De Felice ha scritto che “non vi è dubbio che questo scritto possa e debba essere considerato il manifesto ideologico del ruralismo mussoliniano” (1974, p. 150). ...
Il liberalismo ha vinto, ma la sua affermazione su scala planetaria, dopo il tonfo epocale delle ideologie concorrenti, ne ha messo in luce le contraddizioni interne e, soprattutto, la difficoltà a farsi carico dei problemi che angustiano... more
Il liberalismo ha vinto, ma la sua affermazione su scala planetaria, dopo il tonfo epocale delle ideologie concorrenti, ne ha messo in luce le contraddizioni interne e, soprattutto, la difficoltà a farsi carico dei problemi che angustiano l'uomo contemporaneo (così simili a quelli che l'hanno sempre tormentato nel corso dei secoli precedenti). Nella versione che si è affermata nella cultura odierna il liberalismo, infatti, rappresenta uno stile di vita secondo il quale l'esistenza umana può essere appagata dal consumo e dall'acquisizione di beni materiali. Manca a questo liberalismo, privo di spirito tragico, a consapevolezza che l'uomo occidentale ha sempre messo al primo posto, non il benessere, ma la "dignità", il "rispetto" e la "stima di sé".
This essay looks at two recent Italian books about the evolution of the Italian Communist Party (PCI). Drawing on archival materials, the books trace the conflict between the radicals and the reformers within the PCI's ranks, a... more
This essay looks at two recent Italian books about the evolution of the Italian Communist Party (PCI). Drawing on archival materials, the books trace the conflict between the radicals and the reformers within the PCI's ranks, a conflict that gave way to violent splinter groups that regarded the PCI as too staid and conciliatory. As the far left took a violent turn in Italy in the late 1960s, it paved the way for the spasm of grisly far-left and far-right terrorism in Italy in the 1970s and early 1980s. The books lend weight to the view that the PCI, through its exaltation of Communist revolution and its demonization of the Christian Democratic establishment, facilitated the emergence of extremist groups that perpetrated more than 8,400 terrorist attacks in the latter half of the 1970s.
Marxist theory has always maintained that a strict continuity exists between liberalism and fascism, and has even proclaimed that there is a causal connection between the two. Therefore fascism comes to be portrayed as the ‘armed wing’ of... more
Marxist theory has always maintained that a strict continuity exists between liberalism and fascism, and has even proclaimed that there is a causal connection between the two. Therefore fascism comes to be portrayed as the ‘armed wing’ of the bourgeoisie. The Marxist thesis is weak for two reasons: first, because the connection between liberalism and fascism, though it doubtless exists, is considerably more complex, mediated and contradictory than it suggests; and second, because it axiomatically denies the revolutionary nature of fascism, which despite what Marxists claim, represents a rupture with the liberal tradition and demonstrates a relative autonomy from it. In the case of Italy, this autonomy arises from the fact that Fascism was born from the turmoil surrounding the genesis, the course and the outcome of the Great War, and was fed by fragments of philosophies and political theories radically opposed to liberalism, democracy and Marxism (though not to socialism) which arose...
... 1. Translated from the Italian by Marilena Filice and Stefano Maranzana. 2. Alessandro Campi, ed., Che cos'è il fascismo? (Rome: Ideazione, 2003), pp. LIX-LV. This anthology contains recent interpretations of the fascist... more
... 1. Translated from the Italian by Marilena Filice and Stefano Maranzana. 2. Alessandro Campi, ed., Che cos'è il fascismo? (Rome: Ideazione, 2003), pp. LIX-LV. This anthology contains recent interpretations of the fascist phenomenon ...
... Ringraziamenti particolari vanno a Giuseppe Parlato, diret-tore della Fondazione Spirito, eaLucia R. Petese, la quale ha catalogato e inven-tariato le carte Pellizzi e la cui preziosa consulenza ha accompagnato l'intero... more
... Ringraziamenti particolari vanno a Giuseppe Parlato, diret-tore della Fondazione Spirito, eaLucia R. Petese, la quale ha catalogato e inven-tariato le carte Pellizzi e la cui preziosa consulenza ha accompagnato l'intero svi-luppo della ricerca e della stesura del libro. ...
"Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", n. 8, 2/2020.
Book Review of "The Space of Crisis. Images and Ideas of Europe in the Age of Crisis: 1914-1945", Vittorio Dini & Matthew D’Auria (eds.), P.I.E. Peter Lang, Brussels, 2013
Recensione a: F. M. Veneziani, <em>Nostalgia degli dei. Una visione del mondo in dieci idee,</em><strong><em> </em></strong>Marsilio, Venezia 2019, pp. 302, € 18.
Jonathan Israel, "Una rivoluzione della mente. L’Illuminismo radicale e le origini intellettuali della democrazia moderna", trad. di Fulvia Tassini e Pietro Schenone, Torino, Einaudi, 2011, pp. 233 (ed. or. "A... more
Jonathan Israel, "Una rivoluzione della mente. L’Illuminismo radicale e le origini intellettuali della democrazia moderna", trad. di Fulvia Tassini e Pietro Schenone, Torino, Einaudi, 2011, pp. 233 (ed. or. "A Revolution of the Mind. Radical Enlightenment and the Intellectual Origins of Modern Democracy", Princeton: Princeton University Press, 2009).
Saggio pubblicato su «Teoria politica», XVII, n. 2, 2001, pp. 129-141. Si esaminano le tesi e le proposte dell'allora maggior teorico della cosiddetta "Third Way", programma di sinistra riformatrice che ispirò a... more
Saggio pubblicato su «Teoria politica», XVII, n. 2, 2001, pp. 129-141. Si esaminano le tesi e le proposte dell'allora maggior teorico della cosiddetta "Third Way", programma di sinistra riformatrice che ispirò a cavallo tra anni Novanta e Duemila l'azione di importanti leaders politici, quali Tony Blair in Gran Bretagna e Bill Clinton negli Stati Uniti d'America.
Il liberalismo ha vinto, ma la sua affermazione su scala planetaria, dopo il tonfo epocale delle ideologie concorrenti, ne ha messo in luce le contraddizioni interne e, soprattutto, la difficoltà a farsi carico dei problemi che angustiano... more
Il liberalismo ha vinto, ma la sua affermazione su scala planetaria, dopo il tonfo epocale delle ideologie concorrenti, ne ha messo in luce le contraddizioni interne e, soprattutto, la difficoltà a farsi carico dei problemi che angustiano l'uomo contemporaneo (così simili a quelli che l'hanno sempre tormentato nel corso dei secoli precedenti). Nella versione che si è affermata nella cultura odierna il liberalismo, infatti, rappresenta uno stile di vita secondo il quale l'esistenza umana può essere appagata dal consumo e dall'acquisizione di beni materiali. Manca a questo liberalismo, privo di spirito tragico, a consapevolezza che l'uomo occidentale ha sempre messo al primo posto, non il benessere, ma la "dignità", il "rispetto" e la "stima di sé".
Research Interests:
È evidente che un figlio importante della metropoli moderna, che ha nella Londra e nella Parigi dell'Ottocento le sue prime incarnazioni storiche, è il proletariato. Si pensi solo alle pagine, analitiche e appassionate, che Friedrich... more
È evidente che un figlio importante della metropoli moderna, che ha nella Londra e nella Parigi dell'Ottocento le sue prime incarnazioni storiche, è il proletariato. Si pensi solo alle pagine, analitiche e appassionate, che Friedrich Engels dedica alla condizione delle classi lavoratrici nell'Inghilterra vittoriana e che costituiscono una sorta di premessa morale a quel "socialismo scientifico" che egli, di lì a breve, contribuirà a edificare collaborando con l'amico Karl Marx. La metropoli partorisce anche altre figure sociali, culturali e professionali, il cui padre spesso cambia. Uno di questi è il flâneur e Baudelaire è la sua perfetta incarnazione.
Comunque la si veda, possiamo dire che i centosessant'anni di unità nazionale sono un bagaglio non facile da scaricare anche per il più acceso anti-italiano. A ciò bisogna aggiungere che il rapporto tra Stato e nazione è di influenza... more
Comunque la si veda, possiamo dire che i centosessant'anni di unità nazionale sono un bagaglio non facile da scaricare anche per il più acceso anti-italiano. A ciò bisogna aggiungere che il rapporto tra Stato e nazione è di influenza reciproca.
Non è da oggi che la teoria politica in Italia è chiamata a rispondere al seguente quesito: qual è il modello di federalismo che meglio si adatta alla storia politico-istituzionale e alla realtà socio-economica della penisola? Prima di... more
Non è da oggi che la teoria politica in Italia è chiamata a rispondere al seguente quesito: qual è il modello di federalismo che meglio si adatta alla storia politico-istituzionale e alla realtà socio-economica della penisola?
Prima di rispondere ad una simile domanda, occorrerebbe affrontarne un'altra che chiede di stabilire se il federalismo sia davvero la soluzione per la crisi politica che stiamo attraversando.
Si è soliti iniziare il racconto della storia politica e istituzionale dell'Italia successiva al marzo 1861, ovvero alla sua unificazione politica, ricordando la celebre frase attribuita a Massimo d'Azeglio, e cioè che, fatta l'Italia,... more
Si è soliti iniziare il racconto della storia politica e istituzionale dell'Italia successiva al marzo 1861, ovvero alla sua unificazione politica, ricordando la celebre frase attribuita a Massimo d'Azeglio, e cioè che, fatta l'Italia, occorresse «fare gli italiani». In altre parole, all'indomani dell'unità politica il problema fondamentale del nuovo soggetto politico-istituzionale, cioè il Regno d'Italia, sarebbe stato soltanto quello di "nazionalizzare" le masse, ossia di omogeneizzare usi, costumi, diritti e doveri degli abitanti della penisola, dei tanti nuovi "regnicoli" non piemontesi. Insomma, si trattava di "creare" un popolo italiano. Che ciò abbia costituito una delle sfide più ardue che il neonato Stato italiano abbia dovuto affrontare nei decenni successivi al 1861, e che non abbia a lungo trovato adeguata e soddisfacente soluzione, non abbia perciò mai smesso di angosciare la classe politica italiana, è un fatto indiscutibile. Resta invece discutibile l'affermazione secondo la quale l'unificazione territoriale compiutasi inaspettatamente e con improvvisa accelerazione tra 1859 e 1861 abbia comportato di per sé, quasi automaticamente e senza traumi, un'unità politico-istituzionale. Altrimenti detto: l'Italia era tutt'altro che "fatta". All'indomani del 17 marzo 1861, giorno della proclamazione ufficiale del Regno d'Italia, non si era deciso il tipo di articolazione territoriale dello Stato, soprattutto il tipo di organizzazione da dare all'amministrazione, fatte salve la centralità dell'istituzione monarchica e la forma di governo costituzional-rappresentativa delineata dallo Statuto albertino, divenuto d'un colpo carta costituzionale dell'Italia intera. Le leggi di unificazione amministrativa del 20 marzo 1865 avrebbero decretato come vincente il modello accentrato, di ispirazione franco-rivoluzionaria, con un rapporto-almeno a livello formale e di princìpi affermati e auspicati-di tipo verticistico tra centro e periferie, con un controllo tendenzialmente rigido del primo sulle seconde. Pochi anni dopo l'edificazione dello Stato nazionale veniva dunque scartata definitivamente l'ipotesi federalista, la quale aveva invece dominato la scena del dibattito politico-costituzionale fino almeno al 1849. Sul rapporto tra federalismo e Risorgimento molto si potrebbe dire, ma qui ci preme sottolineare solo alcuni elementi potenzialmente utili per lo stesso discorso pubblico italiano contemporaneo.
Chiedersi nel 2020 cosa significhi «essere italiani» è anacronistico e masochistico: l’Italia ha da tempo cessato di essere una nazione, e gli italiani hanno ormai da tempo smesso di sentirsi tali. Il senso di appartenenza nazionale... more
Chiedersi nel 2020 cosa significhi «essere italiani» è anacronistico e masochistico: l’Italia ha da tempo cessato di essere una nazione, e gli italiani hanno ormai da tempo smesso di sentirsi tali. Il senso di appartenenza nazionale perdura solo in forme pre-politiche e pre-statuali, e ha una consistenza effimera e superficiale. Non esiste, almeno dagli anni Settanta, alcuna memoria storica collettiva e solidaristica. Il solo sentimento che accomuna tutti gli italiani è, paradossalmente, una frammentarietà di fondo. L’Italia è una fazione, più che una nazione: corporazioni, clientelismi, gerarchie territoriali e socio-economiche rappresentano faglie di conflittualità latente pronte a divampare da un momento all'altro.
Qualche rapida considerazione sul film Joker uscito in questi giorni nelle sale italiane dopo il successo ottenuto alla 76ª Mostra del cinema di Venezia, che lo ha premiato con il Leone d'oro.
Trent'anni fa sbocciò una vera, autentica "Primavera democratica", più popolare e avanzata nelle sue richieste rispetto a molte che si sono consumate nell'Africa mediterranea di otto anni fa. Accadde in Cina, sotto il regime comunista a... more
Trent'anni fa sbocciò una vera, autentica "Primavera democratica", più popolare e avanzata nelle sue richieste rispetto a molte che si sono consumate nell'Africa mediterranea di otto anni fa. Accadde in Cina, sotto il regime comunista a partito unico della Repubblica Popolare Cinese.
La voce "UGO SPIRITO", in IL PENSIERO FILOSOFICO-RELIGIOSO ITALIANO DEL NOVECENTO
UN DIZIONARIO BIO-BIBLIO-SITOGRAFICO, a cura di Omar Brino e Claudio Belloni (http://www.pensierofilosoficoreligiosoitaliano.org/node/47)
Mio contributo al numero monografico di "Revue Babel Collection Civilisations et Sociétés" , dedicato a "Les cultures politiques en Italie. Des origines à la fin de la «première» République" (N°. XVI, 2018 - sous la direction de Simone... more
Mio contributo al numero monografico di "Revue Babel Collection Civilisations et Sociétés" , dedicato a "Les cultures politiques en Italie. Des origines à la fin de la
«première» République" (N°. XVI, 2018 - sous la direction de Simone VISCIOLA).
Résumé: La droite en Italie, comme et plus que dans d’autres pays, se présente comme un sujet politique pluriel. C’est pourquoi il est inévitable de parler de “droites” et, par là même, de cultures politiques exprimées par une galaxie de mouvements et de partis qui vont du traditionalisme réactionnaire et contre-révolutionnaire au conservatisme libéral, en passant par d’autres articulations et gradations. Les droites italiennes commencent à donner forme à une culture politique accomplie et structurée à cheval sur le XIXe et le XXe siècles. Dans ce sens, le nationalisme est une culture politique fondatrice de la droite italienne. Le fascisme peine à être complètement intégré dans le concept traditionnel de droite et son idéologie encore plus que le régime auquel il a donné naissance. L’héritage du fascisme a été lourd de tous les points de vue, même du point de vue de l’histoire de la droite italienne de la seconde moitié du XXe siècle. Depuis le deuxième après-guerre, cette dernière se présente comme ayant un avenir fortement hypothéqué et étant soumise à l’attrait récurrent exercé par des positions radicales et extrémistes. Au contraire, la catégorie du moderatismo, caractéristique du lexique politique italien, entrera elle aussi dans le jargon journalistique et dans le débat public, et connotera l’histoire des droites de la Péninsule. Il s’agit d’un terme-concept pas tout à fait univoque, incertain tant dans sa définition en termes de culture ou d’idéologie politique que dans son identification intégrale et sans résidus avec la catégorie de droite. À cela il faut ajouter l’expérience, éphémère mais durablement influente, du “qualunquisme” et l’entrée dans l’histoire des droites italiennes de la fin du XXe siècle d’une mouvance protestataire, contraire à la partitocratie et tendant souvent au rejet des partis et, plus généralement, de la politique.

Mots-clés. – Droite, conservatisme, nationalisme, fascisme, moderatismo, antipolitique
Saggio contenuto nel volume "Leopoldo Franchetti, la nuova Destra e il modello toscano", a cura di Sandro Rogari, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2019, pp. 219-240. Volume a cura del Comitato nazionale per il Centenario della morte di... more
Saggio contenuto nel volume "Leopoldo Franchetti, la nuova Destra e il modello toscano", a cura di Sandro Rogari, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2019, pp. 219-240.
Volume a cura del Comitato nazionale per il Centenario della morte di Leopoldo Franchetti, istituito con D.M. del Ministero per i beni e le attività culturali in data 15 novembre 2016, n. 516.
In his life as in his work Ugo Spirito embodies the deepest meaning of the twentieth century European intellectual history. More precisely: the entire West, marked by the parable of revolutionary ideologies. In fact, that century and that... more
In his life as in his work Ugo Spirito embodies the deepest meaning of the twentieth century European intellectual history. More precisely: the entire West, marked by the parable of revolutionary ideologies. In fact, that century and that civilization have moved from imperialism to globalization in international politics. From irrationalism to postmodernism, in philosophy. The philosophy of Ugo Spirito has made a similar path, as if his thought was mimetic (or prescient?) with respect to the century in which he lived. In this sense both the great fortune received during life and the relative forgetfulness suffered by his work after death are meaningful. As if another century had begun in 1979, another story. Parole chiave: Novecento, filosofia, politica internazionale, postmodernismo.

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Numero 10 del semestrale "Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee" (dicembre 2021).
“L’Europa è storia e cultura, non cronaca e geografia. Se l’Europa è questo, allora necessita di essere pensata e ripensata. Pensandosi europei, non possiamo non dirci anche cristiani. Sul complesso rapporto tra religione cristiana e... more
“L’Europa è storia e cultura, non cronaca e geografia. Se l’Europa è questo, allora necessita di essere pensata e ripensata. Pensandosi europei, non possiamo non dirci anche cristiani. Sul complesso rapporto tra religione cristiana e identità europea - ossia storia e cultura - nasce questo dialogo, nel nome del pluralismo e della ricerca della verità”.
La globalizzazione è davvero morta? Oppure sta cambiando solo pa-drone? Ma è davvero possibile guidarla? E ancora: cosa ha significato la presidenza Trump? Cosa sarà l'America di Biden? La Cina di Xi sarà il nuovo impero e l'Europa la sua... more
La globalizzazione è davvero morta? Oppure sta cambiando solo pa-drone? Ma è davvero possibile guidarla? E ancora: cosa ha significato la presidenza Trump? Cosa sarà l'America di Biden? La Cina di Xi sarà il nuovo impero e l'Europa la sua ancella? Cosa resterà di una civilizza-zione, quella occidentale, sempre più attratta dalla cancel culture e dal-le retoriche del politicamente corretto?
Mentre la cultura europea pare imprigionata tra purificazione ed autoepurazione della propria storia passata, il resto del mondo si muove a velocità supersonica e lo sguardo degli analisti è annebbiato, la loro mente confusa da una folla di do-mande suscitate da sfide epocali. Sono passati poco più di trent'anni dal crollo del Muro di Berli-no e oggi possiamo affermare che il mondo è così profondamente mu-tato che di questo trentennio, a suo modo rivoluzionario, è giunto il momento di trarre un primo bilancio.
Inedite potenze ideologiche e militari emergono, gli spazi del conflitto internazionale aumentano, il disorientamento culturale avanza mentre tutto diventa digitale, la co-municazione soffoca tra social media e fake news, la geografia politica è stravolta: nuove mappe sono dunque necessarie.
Il libro offre tre punti di vista sulla crisi, differenti per sensibilità e formazione (filosofico-politologica, storica, geopolitica), che convergo-no su un punto: le classi dirigenti occidentali devono possedere almeno una virtù, la lungimiranza, ovvero una certa capacità di previsione per non condannare le società da esse guidate a far la fine dei sonnambuli.
"Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", n. 8, 2/2020.
«Spero di trovare una morte conforme al mio sogno di sempre, una morte degna del rivoluzionario e del reazionario che sono», così ha lasciato scritto il francese Pierre Drieu La Rochelle, suicida nel marzo del 1945, sul finire della... more
«Spero di trovare una morte conforme al mio sogno di sempre, una morte degna del rivoluzionario e del reazionario che sono», così ha lasciato scritto il francese Pierre Drieu La Rochelle, suicida nel marzo del 1945, sul finire della seconda guerra mondiale. In quello stesso anno, in estremo Oriente, agli antipodi dell’Europa, sopravvissuto ai bombardamenti americani, il ventenne Kimitake Hiraoka diventava definitivamente Yukio Mishima, il quale venticinque anni dopo avrebbe saputo darsi una morte spettacolare e scandalosa, in perfetta aderenza alla figura di rivoluzionario reazionario con cui aveva nel frattempo inteso costruirsi anima e corpo. Secondo l’antico rituale samurai del seppuku, il 25 novembre del 1970 si uccideva uno dei più grandi scrittori del Novecento.
Ponte culturale tra Oriente ed Occidente, Mishima è stato l’artefice e il carnefice della propria gloria letteraria. Poche altre scritture scuotono e percuotono, affascinano e respingono, inquietano ed esaltano in misura così intensa, offrendo il proprio contenuto composto da una carica esplosiva, urticante, dentro la forma cristallina di una prosa elegante e sempre controllata. Il pensiero poetante e letterario di Yukio Mishima è un corto circuito tra il medioevo più feudale, gerarchico e guerriero, ed una modernità talmente avanzata da anticipare il postmoderno.
Fuori da ogni stereotipo, la ricerca di Danilo Breschi propone una completa analisi della vita e dell’opera dello scrittore giapponese. Il suo enigma è circumnavigato ed interrogato attraverso autori affini per gusto e destino, da Kierkegaard a Dostoevskij, da Burke a Rilke, da Pirandello a Camus, da Baudelaire a D’Annunzio, da Nietzsche a Kundera, da Proust a Cioran, da Wilde a Miller. Questo libro intende restituire Mishima alla sua grandezza, originalità e insanabile contraddizione di artista.
A cura di Danilo Breschi e Antonio Messina.
"Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee" (Aracne), n. 6, 2019.
A cura di Danilo Breschi, Antonella Ercolani, Antonio Macchia Ci sono date che fanno da spartiacque. Una di queste è il 1918. “Tramonto” è la parola che più connota quell’anno fatidico, soprattutto se associata all’antichissima forma di... more
A cura di Danilo Breschi, Antonella Ercolani, Antonio Macchia

Ci sono date che fanno da spartiacque. Una di queste è il 1918. “Tramonto” è la parola che più connota quell’anno fatidico, soprattutto se associata all’antichissima forma di organizzazione politica chiamata “impero”. Nel 1918 si consumò davvero il tramonto degli imperi. Di questo evento epocale il volume offre un’analisi comparata e multidisciplinare sia della natura e dimensioni dei singoli processi di dissoluzione istituzionale sia del più generale impatto politico, sociale, economico e culturale tanto nell’immediato quanto nel medio–lungo periodo. Da quel momento l’Europa non fu più la stessa e la nozione di Occidente subì una torsione semantica e ideologica decisiva, forse irreversibile.
"Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", a. V, n. 7, gennaio-giugno 2020. Sezione monografica a cura di D. Breschi
Quale Italia costruire dopo il fascismo ? Un'Italia democratica, certo: ma quante e quali immagini di democrazia circolavano nelle famiglie politico-culturali e politico-partitiche nel periodo di transizione dal fascismo alla Repubblica,... more
Quale Italia costruire dopo il fascismo ? Un'Italia democratica, certo: ma quante e quali immagini di democrazia circolavano nelle famiglie politico-culturali e politico-partitiche nel periodo di transizione dal fascismo alla Repubblica, appunto tra l'estate del 1943 e l'estate del 1946? E ancora, in quale clima politico-culturale e con quali coordinate teoriche e bagaglio ideologico si giunse alla vigilia dell'elezione di quell'assemblea che avrebbe deciso forme e contenuti della Carta fondamentale su cui edificare il nuovo sistema politico, istituzionale e sociale, dell'Italia del dopo-guerra? In particolare il fuoco della nostra analisi sarà con-centrato sul modo in cui i diversi intellettuali o le riviste di cultura politica valutarono il concetto di democrazia in quel triennio di transizione istituzionale. In questa ampia ricerca scorrono le principali famiglie politiche, con le relative sfumature inter-ne: dalla prospettiva rivoluzionaria marxista alla cultura liberale e antitotaliaria, dal modello cristiano-democratico a quello azionista, rigorosamente antifascista, fino alle culture "minori", ma non meno importanti, come la sinistra cristiana o il qualunquismo. Da questo fecondo dibattito nacque la Costituzione e da lì partì la nuova Italia. Questa ricerca ci può fare meglio capire i punti di forza, quelli di incertezza, o addirittura di crisi, che la società italiana ha mostrato nei decenni successivi.
Introduzione e cura di Danilo Breschi Fëdor dostoevskij (Mosca, 1821-San Pietroburgo, 1881), è autore, fra gli altri, dei romanzi Il sosia (1846), Memorie dal sotto-suolo (1864), Delitto e castigo (1866), L'idiota (1869) e I demoni... more
Introduzione e cura di Danilo Breschi

Fëdor dostoevskij (Mosca, 1821-San Pietroburgo, 1881), è autore, fra gli altri, dei romanzi Il sosia (1846), Memorie dal sotto-suolo (1864), Delitto e castigo (1866), L'idiota (1869) e I demoni (1871). Considerato in Italia il più grande scrittore russo assieme a Tolstoj, in Russia è ritenuto anche un grande filosofo. È in qualità di profondo pensatore, religioso e politico, che viene qui presentato il racconto contenuto nel suo ultimo capolavoro, I fratelli Karamazov (1880), vero e proprio romanzo nel romanzo.
«Altri si interessano di altre cose e noi, giovanotti di primo pelo, dobbiamo prima di tutto risolvere le questioni eterne; ecco quel che ci preoccupa». 
Se c'è un luogo della letteratura mondiale in cui filosofia, religione e arte del romanzo convivono nella loro forma più alta, questo è il capitolo V del libro V dell'ultimo capolavoro di Dostoevskij, I Fratelli Karamazov. Un tesoro inesauribile di conoscenza letteraria, filosofica, teologica e antropologica. Uno di quei testi che non smetterà mai di interrogare l'uomo e domandargli del suo destino, in terra e in cielo.
Il fascismo fu moderno o anti-moderno? La sua ideologia, così come le sue decisioni politiche, furono una combinazione di modernità e di anti-modernità, oppure no? E se lo fu, quella ambivalenza va letta come il risultato di una... more
Il fascismo fu moderno o anti-moderno? La sua ideologia, così come le sue decisioni politiche, furono una combinazione di modernità e di anti-modernità, oppure no? E se lo fu, quella ambivalenza va letta come il risultato di una consapevole strategia o piuttosto la conseguenza non voluta di scelte politiche adottate secondo circostanze casuali e necessità contingenti? Un'analisi del rapporto fra città e campagna durante il fascismo può dire qualcosa di più preciso sulla natura di quel particolare regime che fu il fascismo, se cioè si possa definire autoritario oppure totalitario? A queste e ad altre domande risponde il volume di Danilo Breschi, frutto di una ricerca vasta e accurata. In sostanza, al centro del libro vi è il controverso rapporto fra il fascismo e la modernizzazione, letto attraverso il fenomeno dell'urbanesimo in Italia tra le due guerre mondiali, un processo di trasformazione che coinvolge e travolge costume, economia, cultura politica, antropologia e che segna, di fatto, il passaggio, spesso ancora contraddittorio e incerto, dalle comunità agricole tradizionali alla moderna società industriale.
Research Interests:
History, Rural Sociology, Italian Studies, Urban Politics, Urban History, and 88 more
Il Sessantotto non è stato un evento casuale, né totalmente imprevisto. Certo ha colto di sorpresa molti protagonisti della scena politica e culturale dell’epoca, ma avvisaglie si erano già avute negli anni precedenti. Soprattutto,... more
Il Sessantotto non è stato un evento casuale, né totalmente imprevisto. Certo ha colto di sorpresa molti protagonisti della scena politica e culturale dell’epoca, ma avvisaglie si erano già avute negli anni precedenti. Soprattutto, qualcuno stava da tempo sognando che qualcosa del genere potesse avverarsi, qualcosa di simile a una situazione insurrezionale, se non la “Rivoluzione” vera e propria. Chi erano questi “qualcuno” e dove si collocavano nella società e nella politica dell’Italia degli anni Sessanta?
Il libro ricostruisce la topografia di quella sinistra che dopo il 1956 cominciò a criticare in modo sempre più duro e sistematico la sinistra dei partiti e dei sindacati istituzionali. Nell’esame della genesi della sinistra extra-parlamentare, dalle riviste neo-marxiste ai gruppi di intervento nelle fabbriche, sono così rintracciate alcune delle ragioni fondamentali per le quali il Sessantotto italiano è stato forse il primo moto di contestazione studentesca a esplodere in Europa e senz’altro l’ultimo ad esaurire la propria carica antagonista. Il Sessantotto in Italia durò oltre dieci anni, ma dieci anni erano stati quelli necessari alla sua incubazione.
Con un’attenzione particolare all’universo politico e ideologico della sinistra, dentro e fuori Pci e Psi, è di questo “decennio di preparazione” alla “contestazione globale” che il libro narra la storia. Molti i protagonisti: Togliatti e Longo, Panzieri e Tronti, Negri e Sofri, Piperno e Scalzone, e tanti altri ancora.
Research Interests:
History, Intellectual History, Marxism, Ideology Studies, Post-Marxism, and 65 more
Ogni civiltà poggia su quattro pilastri fondamentali: la storia, la politica, la religione e l’educazione. Prospera se i pilastri sono solidi e sottoposti a continua manutenzione, tenendo conto del trascorrere del tempo. L’autore propone... more
Ogni civiltà poggia su quattro pilastri fondamentali: la storia, la politica, la religione e l’educazione. Prospera se i pilastri sono solidi e sottoposti a continua manutenzione, tenendo conto del trascorrere del tempo.
L’autore propone idee in grado di contrastare il nichilismo odierno, che dilaga tra tv e social media. Oggi più che mai c’è bisogno di verificare lo stato di salute dei nostri pilastri. Il male della civiltà europea è “preferire il nulla all’imperfezione”. Ogni civiltà è imperfetta, come qualsiasi costruzione umana, ma se dimentichiamo il peso della storia, della politica, della religione e dell’educazione tutto evapora, diventa niente. Contro l’insostenibile leggerezza di una modernità senza basi occorre disseppellire le antiche fondamenta. La civiltà europea non è esente da colpe, ma sono proprio le sue radici a farci capire dove sbagliamo. Un retaggio da ammodernare, mai dimenticare, tanto meno sostituire. Sempre meglio di niente.
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Religion, History, Cultural History, Sociology of Religion, Anthropology, and 66 more
Allievo di Giovanni Gentile, Ugo Spirito (1896-1979) fu uno dei grandi filosofi italiani del Novecento. Dalla iniziale formazione positivistica, il suo pensiero si sviluppò nel segno del magistero gentiliano, oltrepassato ma mai... more
Allievo di Giovanni Gentile, Ugo Spirito (1896-1979) fu uno dei grandi filosofi italiani del Novecento. Dalla iniziale formazione positivistica, il suo pensiero si sviluppò nel segno del magistero gentiliano, oltrepassato ma mai rinnegato; aderì al fascismo, interpretandolo come un fenomeno di profonda modernizzazione sia dal punto di vista culturale, sia da quello della scienza economica. Amico di Giuseppe Bottai, teorizzò il superamento delle antinomie classiche capitale-lavoro e pubblico-privato attraverso la tesi della “corporazione proprietaria”. Interessato all’esperienza sociale tedesca tra le due guerre mondiali, dopo la guerra si avvicinò al comunismo, cercando conferme alle sue teorie prima nella Russia di Kruscev, quindi nella Cina di Mao. Fu uno straordinario testimone dei totalitarismi del Novecento. In questo volume si analizza il percorso culturale e scientifico di un intellettuale decisamente atipico. Innamorato delle ideologie, non esitò a titolare il suo libro più famoso La vita come ricerca, a significare l’inesausto cammino dell’uomo di cultura verso una verità che si continua a cercare ma che evidentemente non appartiene allo studioso, sempre curioso di individuare nuovi approdi. Il metodo di Spirito, interprete del Novecento, è particolarmente seducente e capace ancora oggi di incuriosire un mondo nel quale le fragili certezze sembrano derivare da tutto fuorché da una lettura filosofica e scientifica del presente.
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Dall'Italia di Caporetto alla Londra dei primi governi laburisti, dall'Italia della seconda guerra mondiale, della sconfitta e poi della ricostruzione, alla Parigi degli anni Cinquanta, questi sono solo alcuni dei momenti salienti del... more
Dall'Italia di Caporetto alla Londra dei primi governi laburisti, dall'Italia della seconda guerra mondiale, della sconfitta e poi della ricostruzione, alla Parigi degli anni Cinquanta, questi sono solo alcuni dei momenti salienti del complesso e originale percorso esistenziale e intellettuale di Camillo Pellizzi. Dopo numerosi studi su esponenti della galassia ideologica fascista, non poteva essere ignorata la figura di chi - a giudizio di gran parte della storiografia sul ventennio - rappresenta uno dei più significativi teorici del regime mussoliniano. Da Bottai a Longanesi, da Maccari a Pound, da Spirito allo stesso Mussolini, questi i principali interlocutori di un intellettuale che si è illuso di compiere una rivoluzione nell'Italia della "vittoria mutilata".
Ma Pellizzi è un personaggio interessante non soltanto per gli studi sul fascismo. Nel dopoguerra egli è stato il primo - e unico per oltre un decennio - professore titolare di una cattedra di sociologia nell'università italiana ed uno dei maggiori referenti per una intera generazione di sociologi e politologi, da Franco Ferrarotti a Giovanni Sartori. Nel 1960 ha fondato e diretto una delle più autorevoli riviste del settore, la "Rassegna italiana di sociologia", anticipando anche tematiche poi sviluppate dall'antropologia culturale, a cui fu sempre molto sensibile.
Questo volume rappresenta una occasione preziosa per raccontare, tra le pieghe delle vicende di un uomo nato negli ultimi anni dell'Ottocento e vissuto per oltre ottant'anni, aspetti e momenti significativi della storia politica e culturale dell'Italia del Novecento.
Recensione a: Aristotele, "Scritti politici", a cura di F. Leonardi, trad. it. di S. Cosio, N. Del Maschio, L. Girardi e F. Leonardi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2020
(https://ilpensierostorico.com/aristotele-maestro-di-storia-e-politica/)
Recensione a: Byung-Chul Han, "La società senza dolore. Perché abbiamo
bandito la sofferenza dalle nostre vite?", Einaudi, Torino 2021.
F. Buzzi, "Da Roma a Mosca via Bisanzio (secoli IV-XVI). Fattori politico-religiosi e culturali nella formazione dell’Europa orientale", Aracne, Roma 2021.
Recensione a: Armando Torno, "Fëdor Dostoevskij. Nostro fratello", Edizioni Ares, Milano 2021
Recensione a: F. Grassi Orsini, L’idea di partito nella cultura politica liberale. Dai moderati italiani a Vittorio Emanuele Orlando, a cura di A. Iacarella e G. Nicolosi, Tab edizioni, Roma 2021.
Recensione a: G. Berti, Crisi della civiltà liberale e destino dell’Occidente nella coscienza europea fra le due guerre, Rubbettino, Soveria Mannelli 2021.
Recensione a: G. Malgieri, Colloqui (1974-1991). Attraversando il bosco, Solfanelli, Chieti 2020.
Recensione a: G. Bedeschi, I maestri del liberalismo nell'Italia repubblicana, Rubbettino, Soveria Mannelli 2021, in "Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", n. 9, 2021, pp. 411-418.
Recensione a: F. Ferraro, Il silenzio degli oracoli (Poesie 2009-2016), L’arcolaio, Forlimpopoli (FC) 2021.
Recensione a: C. Sbailò, I diritti di Dio. Le cinque sfide dell’Islam all’Occidente, libreriauniversitaria.it edizioni, Limena (PD) 2016.
Recensione a: G. Parlato, La Nazione dei nazionalisti. Liberalismo, conservatorismo, fascismo, Fallone Editore, Taranto 2020.
Recensione a: P.-A. Taguieff – A. Gras, La fine del progresso, intr. di T. Isabel, trad. it. di G. Giaccio, Diana Edizioni, Napoli 2017.
Recensione a: R. Cubeddu, L’ombra della tirannide. Il male endemico della politica in Hayek e Strauss, Rubbettino, Soveria Mannelli 2014.
https://ilpensierostorico.com/con-lei-ma-non-troppo-la-politica-per-hayek-e-strauss/
Recensione a: M. Oakeshott, Razionalismo in politica e altri saggi
a cura di G. Giorgini, IBL Libri, Torino 2020, pp. 284, €20.00.
Recensione a:
Davi Nieri," Imagine, Utopia o nichilismo?"
pref. di L. Fumagalli, postfazione di A. Cresti
La Vela, Lucca 20212, pp. 158, € 14.00.
Recensione a: Daniele Gigli, "T.S. Eliot, nel fuoco del conoscere", Edizioni Ares, Milano 2021, pp. 168, € 14.00.
Recensione a:
Carlo Altini, "Una filosofia in esilio. Vita e pensiero di Leo Strauss",
Carocci, Roma 2021, pp. 366, €32.00.
Recensione a:
L. Petrosillo, Paura e Rivoluzione francese nell’opera di Guglielmo Ferrero
Fondazione Luigi Einaudi – Rubbettino, Soveria Mannelli 2021, pp. 172, €14.00.
Recensione a: C. Galli, Platone, la necessità della politica, il Mulino, Bologna 2001, pp. 180, € 14.
Recensione a A. Nocera, "Metafisica del sottosuolo. Biologia della
verità fra Sciascia e Dostoevskij", prefazione di A. Di Grado, postfazione di F. Fiore, Divergenze, Belgioioso (PV) 2020, pp. V + 48, €10.00.
Recensione a: M. Giangiulio, Democrazie greche. Atene, Sicilia, Magna Grecia, Carocci, Roma 20172, pp. 182, €17.00.
Recensione a M. Veneziani, Comunitari o liberal. La prossima alternativa? Laterza, Roma-Bari 2006, pp. 128, €7.00. Questo agile scritto di Marcello Veneziani uscì in prima edizione nel 1999. Eravamo al termine di un decennio che in... more
Recensione a M. Veneziani, Comunitari o liberal. La prossima alternativa? Laterza, Roma-Bari 2006, pp. 128, €7.00.

Questo agile scritto di Marcello Veneziani uscì in prima edizione nel 1999. Eravamo al termine di un decennio che in Italia aveva visto riemergere nel dibattito pubblico il termine-concetto politico di "destra". Erano successe molte cose tra il 1993 e il 1994, all'indomani dell'esplosione dello scandalo di Tangentopoli e del crollo del sistema partitico della cosiddetta "Prima Repubblica".
Recensione a C. Galli, Sovranità il Mulino, Bologna 2019, pp. 154.
In "Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", n. 6, dicembre 2019, pp. 157-160.
Recensione a N. Zippel, Con le parole dei filosofi Carocci, Roma 2021, pp. 136, €12.00. Dimmi che desiderio hai e ti dirò quale libro di filosofia leggere. Nicola Zippel è riuscito a consegnarci un prezioso e tascabile genio della... more
Recensione a N. Zippel, Con le parole dei filosofi Carocci, Roma 2021, pp. 136, €12.00.
Dimmi che desiderio hai e ti dirò quale libro di filosofia leggere. Nicola Zippel è riuscito a consegnarci un prezioso e tascabile genio della lampada da portarsi ovunque ci assedino domande e dubbi. Ha proprio ragione nel ricordarci che la filosofia è bisogno insopprimibile in ciascuno di noi, se solo ci ricordiamo di mettere in connessione esistenza e pensiero.
Recensione a V. Ursini, Il dilemma verità dell'essere o nichilismo? BookSprint Edizioni, Romagnano al Monte (SA) 2013, pp. 198, € 20,60.
Recensione a: Marcello Veneziani, Dante, nostro padre. Il pensatore visionario che fondò l'Italia. Antologia critica Vallecchi, Firenze 2020, pp. 222, €18.00.
Recensione a Pol Vandromme, Pierre Drieu La Rochelle intr. di A. Torno, trad. it. di A. Cattabiani OAKS Editrice, Milano 2020, pp. 160, €15,00.
Recensione A: Gennaro Malgieri, "Yukio Mishima. Esteta del patriottismo", Fergen, Roma 2020, pp. 200, €15,00.
Recensione a: M. Lupis, Hong Kong. Racconto di una città sospesa, il Mulino, Bologna 2021. Una strana e tormentata dichiarazione d'amore. Strana perché inizia con l'ammissione che il primo impatto con la città, nell'ormai lontano autunno... more
Recensione a: M. Lupis, Hong Kong. Racconto di una città sospesa, il Mulino, Bologna 2021.

Una strana e tormentata dichiarazione d'amore. Strana perché inizia con l'ammissione che il primo impatto con la città, nell'ormai lontano autunno del 1995, fu traumatico e persino respingente. Non fu insomma il classico colpo di fulmine, perché Hong Kong è complessità caotica e faticosamente penetrabile da occhio occidentale. Eppure ben presto il "porto profumato", questo significa Hong Kong in cinese, ha preso alle spalle l'allora trentenne reporter italiano e lo ha ammaliato senza scampo. «Del resto, Hong Kong non è l'amante focosa che si consuma di passione nel primo appuntamento, ma piuttosto assomiglia a un'abile e attempata prostituta che ti imprigiona piano piano; ti lega in un amplesso che, a un certo punto, senza che tu te ne renda conto, crea dipendenza. Un amante lasciva e infedele che riesce a stupirti comunque e, in fondo, un poco a raggirarti, fingendosi tutta e solo tua, recitando una verginità persa da tempo ma capace di farsi ogni giorno nuova, e unica, tutta e solo per te. Il suo fascino è talmente sottile e nascosto, che a molti capita di subirlo soltanto dopo il viaggio, una volta tornati a casa» (p. 20). Notate la finezza letteraria del brano qui sopra riportato. Non c'è alcun dubbio: questo libro segna la consacrazione di Marco Lupis come scrittore. Personalmente ritengo Hong Kong. Racconto di una città sospesa la sua opera più riuscita, anche rispetto al pur splendido I cannibali di Mao, al quale è stato giustamente assegnato il premio "Città di Como" per il miglior libro di giornalismo di viaggio del 2019. In quel caso, però, avevamo essenzialmente un saggio, mentre qui siamo di fronte ad un testo molto più complesso ed articolato, leggibile a diversi livelli. Hong Kong è l'opera della sua maturità, in cui Lupis palesa qualità ulteriori a quelle dell'ottimo giornalista ed autorevole inviato di guerra, corrispondente dall'estero, apprezzato conoscitore dell'Estremo Oriente. Credo Lupis abbia ormai affiancato l'amato maestro Tiziano Terzani, peraltro citato nell'esergo di questo libro. L'Autore riesce ad immergere il lettore dentro Hong Kong, consentendogli di percepire persino gli odori e i suoni, o meglio i rumori, di una città dalla vita frenetica, caotica, anarchica, convulsa, congestionata, ma anche simpaticamente chiassosa e colorata. Lupis è uno scrittore a tutto tondo, tanto da far annoverare la sua ultima fatica editoriale tra la migliore letteratura di viaggio. Un viaggio inteso come avventura, mistero, passione per la conoscenza delle diversità culturali, ma anche impegno civile, visto che Lupis è tra i pochissimi corrispondenti italiani ad aver dato tutto il dovuto risalto alle
Recensione a C. Sbailò, "Sul sentiero della notte. La πόλις. Introduzione alle imminenti sfide del diritto pubblico", Pacini Giuridica, Pisa, 2020 in "Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", 20 febbraio 2021... more
Recensione a
C. Sbailò, "Sul sentiero della notte. La πόλις. Introduzione alle imminenti sfide del diritto pubblico", Pacini Giuridica, Pisa, 2020
in "Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee", 20 febbraio 2021 (https://ilpensierostorico.com/pensare-il-diritto-pubblico-allaltezza-del-destino-europeo/)
Among the various meetings that encourage hope is this small-format text, but which contains a great deal of generosity of thought and a desire to understand the roots of one's time. The author is 27 years old. His name is Niccolò... more
Among the various meetings that encourage hope is this small-format text, but which contains a great deal of generosity of thought and a desire to understand the roots of one's time. The author is 27 years old. His name is Niccolò Mochi-Poltri. Since the title of the booklet, the terms of the questions that motivated its drafting have been clarified: the genesis and destiny of society, of every society, are enclosed between becoming historical and instinct of conservation. Enclosed like inside a magnetic field, something capable of holding a form for a long time, but always at the risk of losing grip, disintegrating, extinguishing.

Book review:
Niccolò Mochi-Poltri, Società. Divenire storico e conservazione, introduzione di Franco Cardini, Nazione Futura, Roma-Cesena 2018, pp. 121, € 13.
Recensione apparsa su "L'Indice dei Libri del Mese", XXXV, n. 2, febbraio 2018, p. 46.
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Recensione a "Florence. Capital of the Kingdom of Italy, 1865-1871", edited by Monika Poettinger and Piero Roggi, Bloomsbury Academic, New York-London, 2017, pp. 362, in "RASSEGNA STORICA TOSCANA", 2017/2 ~ a. 63, pp. 389-392.
Research Interests:
During the last two years, three books on Thomas Paine have been published in Italy. Their deep and wide analyses allow stating that the Italian studies on Paine reached a level among the highest within the international frame. The Author... more
During the last two years, three books on Thomas Paine have been published in Italy. Their deep and wide analyses allow stating that the Italian studies on Paine reached a level among the highest within the international frame. The Author discusses these three books (M. Griffo, Thomas Paine. La vita e il pensiero politico, Soveria Mannelli (CZ), 2011; M. Battistini, Una Rivoluzione per lo Stato. Thomas Paine e la Rivoluzione americana nel Mondo Atlantico, Soveria Mannelli (CZ), 2012; Th. Casadei, Tra ponti e rivoluzioni. Diritti, costituzioni, cittadinanza in Thomas Paine, Torino, 2012), which confirm the importance and the variety of the issues developed by Paine in his work, but also their topicality.
Keywords: Thomas Paine, Constitutionalism, Liberalism, Republicanism
Research Interests:
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Recensione a: Guglielmo Ferrero, Le due rivoluzioni francesi, a cura di Alessandro Orsini, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013.
Research Interests:
Recensione a: I “nonluoghi” della formazione della classe dirigente e della decisione politica in Europa e in Italia, a cura di Benedetto Coccia, prefazione di Michele Prospero, Editrice Apes, Roma 2016, pp. 186, € 15.
Research Interests:
Vincenzo Cuoco, Historical Essay on the Neapolitan Revolution of 1799, Edited and Introduced by Bruce Haddock and Filippo Sabetti Translated by David Gibbons, Lorenzo Da Ponte Italian Library: Toronto Buffalo London, University of Toronto... more
Vincenzo Cuoco, Historical Essay on the Neapolitan Revolution of 1799, Edited and Introduced by Bruce Haddock and Filippo Sabetti Translated by David Gibbons, Lorenzo Da Ponte Italian Library: Toronto Buffalo London, University of Toronto Press, 2014, in  «European History Quarterly», Volume 47, Issue 1, January 2017, pp. 119-121.
Research Interests:
Book Review of "The Space of Crisis. Images and Ideas of Europe in the Age of Crisis: 1914-1945", Vittorio Dini & Matthew D’Auria (eds.), P.I.E. Peter Lang, Brussels, 2013
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Recensione a: Sarah M. Grimké, Poco meno degli angeli. Lettere sull’eguaglianza dei sessi, a cura di Thomas Casadei, trad. dall’inglese di Ingrid Heindorf, Castelvecchi, Roma 2016, pp. 126, € 14,50.
Research Interests:
Research Interests:
Recensione a: Giorgio Fazio, Il tempo della secolarizzazione. Karl Löwith e la modernità, Milano, Mimesis, 2015, pp. 256. L'articolo, senza questo titolo, è originariamente apparso su «Filosofia politica», XXX, n. 2, Agosto 2016, pp.... more
Recensione a: Giorgio Fazio, Il tempo della secolarizzazione. Karl Löwith e la modernità, Milano, Mimesis, 2015, pp. 256. L'articolo, senza questo titolo, è originariamente apparso su «Filosofia politica», XXX, n. 2, Agosto 2016, pp. 358-361.
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Tutto ebbe in inizio in Romagna. Furono le origini familiari e le radici ben piantate nella peculiare genealogia del socialismo italiano a determinare la cultura politica di Benito Mussolini. Se il fascismo come movimento politico sorse... more
Tutto ebbe in inizio in Romagna. Furono le origini familiari e le radici ben piantate nella peculiare genealogia del socialismo italiano a determinare la cultura politica di Benito Mussolini. Se il fascismo come movimento politico sorse come una delle conseguenze della prima guerra mondiale e il fascismo come regime fu l'ulteriore esito dell'adattamento di un movimento ad un sistema di potere di cui puntò ad assumere il comando totale, resta il fatto che il mussolinismo, quale nucleo germinale e perdurante matrice del fascismo nelle sue varie fasi, nacque durante la formazione e la militanza socialista del giovane Benito. Questa è una delle considerazioni che si possono ricavare dal volume curato da Emilio Gentile e Spencer M. Di Scala.
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Recensione a: Giuseppe Bedeschi, Storia del pensiero liberale, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2015, pp. 348, € 14.
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Recensione ai libri di Antonio Varsori ("Radioso maggio. Come l’Italia entrò in guerra", il Mulino, Bologna 2015, pp. 216) e di Giorgio Petracchi ("1915. L’Italia entra in guerra", Della Porta Editori, Pisa 2015, pp. 229).
Research Interests:
Il volume qui recensito è nato anzitutto come omaggio per i settant’anni di Pierangelo Schiera (nato a Como nel 1941) da parte di alcuni suoi allievi che si sono formati negli anni Settanta-Novanta durante il suo magistero a Trento, tra... more
Il volume qui recensito è nato anzitutto come omaggio per i settant’anni di Pierangelo Schiera (nato a Como nel 1941) da parte di alcuni suoi allievi che si sono formati negli anni Settanta-Novanta durante il suo magistero a Trento, tra l’Istituto storico italo-germanico e la Facoltà di Sociologia.
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Recensione a: Giuseppe Dossetti, "Gli equivoci del cattolicesimo politico", a cura di Alessandro Barchi, Bologna, il Mulino, 2015, pp. 252
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"Ricerche di Storia Politica", 3, dicembre 2021, pp. 367-368.
Recensione di Niccolò Mochi-Poltri a D. Breschi, MEGLIO DI NIENTE. LE FONDAMENTA DELLA CIVILTA' EUROPEA,  Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017.
Recensione di Georgia Schiavon a: D. Breschi, "Yukio Mishima. Enigma in cinque atti", Luni, Milano 2020.
Recensione di Georgia Schiavon a: D. Breschi, "Yukio Mishima. Enigma in cinque atti", Luni, Milano 2021.
Recensione di Hervé A. Cavallera a: D. Breschi, "Quale democrazia per la Repubblica? Culture politiche nell'Italia della transizione, 1943-1946", in "Mizar. Costellazione di pensieri" ● n° 14 2021, pp. 112-114.
Recensione di Carlo Marsonet a: D. Breschi, , in "Storia e Politica", Anno XIII, n. 2, 2021, pp. 369-372.
Recensione a: D. Breschi, Z. Ciuffoletti, E. Tabasso, La globalizzazione imprevidente. Mappe nel nuovo (dis)ordine internazionale, Effigi, Arcidosso (GR) 2021, in "ParadoXa", 2, 2021, pp. 133-138.
Recensione a D. Breschi, Yukio Mishima. Enigma in cinque atti Luni Editrice, Milano 2020, pp. 256, €20.00. Nel paese del Sol Levante, dove i giardini splendono, la luna piange polvere d'argento, le case effondono una grazia malinconica,... more
Recensione a D. Breschi, Yukio Mishima. Enigma in cinque atti Luni Editrice, Milano 2020, pp. 256, €20.00.

Nel paese del Sol Levante, dove i giardini splendono, la luna piange polvere d'argento, le case effondono una grazia malinconica, un uomo ne è affascinato, incantato. Di fronte a questa bellezza pura si sente piccolo e solo, come se una forza segreta lo divorasse, come se lo inghiottisse. Quest'uomo è Yukio Mishima, il più grande autore giapponese del Novecento ossessionato dalla bellezza fin da bambino. All'ombra dei ciliegi in fiore, scrive: «quando ci si concentra sulla bellezza, ci sovvengono, senza saperlo, i pensieri più oscuri». A soli sette anni si appassiona al teatro Nō che lo porterà a una convinzione intima: bellezza e crudeltà sono legate, eleganza e brutalità sono due facce della stessa medaglia. Da quel momento in poi, nulla sarà più come prima. Scriverà la sua prima poesia e sognerà di diventare scrittore, ma il Giappone in quegli anni entra in guerra. L'imperatore Hirohito capitola, gli americani controllano il paese. Mishima, animo puro e devoto alla figura sacra dell'imperatore, non si riconosce più in questa città occidentalizzata, violenta e capricciosa, affollata da prostitute e da pubblicità.
Recensione a D. Breschi, Yukio Mishima. Enigma in cinque atti Luni editrice, Milano 2020, pp. 256, €20,00.
Recensione a firma di Rodolfo Sideri, in «Annali della Fondazione Ugo Spirito», XXX (2018), pp. 225-229.
Fascism could not find a place between city and countryside: the match between land and money was resolved in favor of both. The essay by Danilo Breschi Il fascismo non riuscì a trovare una collocazione tra città e campagna: la partita... more
Fascism could not find a place between city and countryside: the match between land and money was resolved in favor of both. The essay by Danilo Breschi

Il fascismo non riuscì a trovare una collocazione tra città e campagna: la partita tra terra e denaro si risolse a favore di entrambi. Il saggio di Danilo Breschi.
Recensione di Andrea Frangioni a D. Breschi, "Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea", Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017, in «Ricerche di storia politica», Fascicolo 3, dicembre 2018, p. 339.
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review of: Danilo Breschi, Sognando la rivoluzione. La sinistra italiana e le origini del '68, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2008, pp. 272, € 15.
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Recensione di "Sognando la rivoluzione. La sinistra italiana e le origini del '68" (Firenze 2008) a firma di Luciano Pellicani, pubblicata su www.danilobreschi.com
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Recensione di Antonio Messina a D. Breschi, MEGLIO DI NIENTE. Le fondamenta della civiltà europea, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017, in "Europea", n. 1 – anno III – maggio 2018, pp. 223-227. "Uno spettro si aggira per l'Europa: è lo... more
Recensione di Antonio Messina a D. Breschi, MEGLIO DI NIENTE. Le fondamenta della civiltà europea, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017, in "Europea", n. 1 – anno III – maggio 2018, pp. 223-227.
"Uno spettro si aggira per l'Europa: è lo spettro del nichilismo, lo spettro di una società vuota ed apatica che ha smarrito le radici della propria civiltà e, quindi, della propria identità. È questa la diagnosi, lucida e perspicace, che emerge dalla lettura del recente libro dello studioso di formazione liberale Danilo Breschi, e che spinge il lettore non soltanto a riflettere sulle patologie di questo organismo malmesso che chiamiamo " Europa " , ma soprattutto sulle possibili cure che si possono somministrare. […]"
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Recensione di Alessandro CATELANI (Università di Siena). Il nuovo libro di Danilo Breschi tratta un argomento originalissimo, che riguarda le vicissitudini dell'urbanistica e dell'architettura italiane, quali si sono configurate per... more
Recensione di Alessandro CATELANI (Università di Siena).
Il nuovo libro di Danilo Breschi tratta un argomento originalissimo, che riguarda le vicissitudini dell'urbanistica e dell'architettura italiane, quali si sono configurate per effetto dell'ideologia vigente in quell'epoca particolare che fu l'entre-deux-guerres. Si prende al riguardo in considerazione il pensiero di Mussolini, che le ha integralmente condizionate. È di grande interesse l'esame delle classi sociali dell'epoca, le quali erano sicuramente diverse, come mentalità e come modo di vita, da quelle attuali. Massimo Severo Giannini ha parlato, per il vecchio Stato liberale, di Stato monoclasse, adottando una definizione di tipo marxista, che si basa su una frontale contrapposizione tra la borghesia e le altre classi sociali. Tale definizione ha avuto grandissimo successo, ed è quasi universalmente accettata dai giuristi. Ma in realtà lo Stato liberale riconosceva i diritti della personalità a chiunque. E le restrizioni censuarie al diritto di voto, e la negazione del voto alle donne, erano limitazioni comuni a tutti gli Stati dell'epoca, ed erano destinate a scomparire con il passare del tempo. La diversità tra le classi esisteva invece indubbiamente da un punto di vista sociologico; ed al riguardo il quadro era indubbiamente più articolato e complesso. È nei confronti di queste classi sociali che si orientò la politica del regime. Mussolini cercò, come qualunque altro dittatore che intenda andare al potere, di procurarsi il consenso di tutti i vari strati della popolazione. Da ciò la presenza di soluzioni non univoche per i problemi urbanistici, che hanno cercato di conciliare un'idealizzata vita dei campi con l'inarrestabile sviluppo delle città. Come viene sottolineato nel libro, vi è una dicotomia nella sua ideologia: da un lato una sensibilità verso i problemi più vivi e recenti della società, quali quelli del mondo operaio e dello sviluppo industriale, che portavano necessariamente ad uno sviluppo delle città, dall'altro una simpatia ormai anacronistica per l'ambiente rurale e contadino, che non avrebbe dovuto essere contaminato dal mondo, considerato corrotto, delle città. La percezione del significato della civiltà moderna è in lui sempre andata di pari passo con il mito di Roma, e con una politica di sviluppo economico che voleva ricordare quello dell'antichità. Così la battaglia del grano e la lotta all'urbanizzazione, considerata con sfavore. Si cercò di conciliare queste due opposte tendenze, avendo anche sempre presente l'esaltazione del regime attraverso opere monumentali.
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Contemporary History, Urban Planning, Fascism, Fascism (Revolutions), History Of Political Thought (Political Science), and 39 more
Recensione di Luca Demontis (Scuola di Alti Studi - Collegio San Carlo di Modena) a D. Breschi, Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017.
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Recensione a D. Breschi, MEGLIO DI NIENTE. Le fondamenta della civiltà europea, Mauro Pagliai Editore, Firenze 2017, in "L'Indice dei Libri del Mese", XXXIV, settembre 2017
Research Interests:
Religion, European History, Sociology of Religion, Classics, Philosophy Of Religion, and 39 more
Review of Danilo Breschi, MEGLIO DI NIENTE. LE FONDAMENTA DELLA CIVILTA' EUROPEA, Firenze, Mauro Pagliai Editore, 2017, pp. 192, € 12.
Research Interests:
Religion, Cultural History, Sociology of Religion, European Studies, Anthropology, and 61 more
Recensione di Clementina Gily Reda a "Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione" apparsa su "Il Roma", 4 agosto 2010, p. 11.
Research Interests:
Recensione a D. Breschi, "Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione", apparsa su "Quaderni fiorentini per storia del pensiero giuridico moderno", XL, 2011, pp. 1010-1016.
Research Interests:
Review by Richard Drake (University of Montana) of my book: Danilo Breschi, Sognando la rivoluzione: La sinistra italiana e le origini del ’68. Florence: Mauro Pagliai Editore, 2008.
Research Interests:
Political Sociology, Social Movements, History of Ideas, Terrorism, Marxism, and 30 more
Convegno Internazionale organizzato dall'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT), in collaborazione con Centro Culturale Turco Yunus Emre e Istituto Italiano di Studi Germanici. Comitato scientifico organizzatore: Prof.ssa... more
Convegno Internazionale organizzato dall'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT), in collaborazione con Centro Culturale Turco Yunus Emre e Istituto Italiano di Studi Germanici.
Comitato scientifico organizzatore: Prof.ssa Antonella Ercolani, Prof. Danilo Breschi, Prof. Marino Freschi, Prof. Angelo Iacovella, Prof. Antonio Magliulo.
Research Interests:
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Versione integrale di un’intervista a cura di Federica Masi, apparsa in formato ridotto, con il titolo Proposte per riformare l’Unione Europea, su «Nazione Futura», n. 15, Autunno 2021, pp. 81-87.
Intervista a cura di Antonio Messina, pubblicata in «Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee» n. 9, giugno 2021, pp. 31-46.
Intervista su F. Dostoevskij, "La leggenda del Grande Inquisitore", introduzione e cura di D. Breschi, Edizioni Feeria, Panzano in Chianti (FI) 2020. A cura di Davide Brullo, apparsa su «Pangea. Rivista avventuriera di cultura & idee», 25... more
Intervista su F. Dostoevskij, "La leggenda del Grande Inquisitore", introduzione e cura di D. Breschi, Edizioni Feeria, Panzano in Chianti (FI) 2020.
A cura di Davide Brullo, apparsa su «Pangea. Rivista avventuriera di cultura & idee», 25 giugno 2020.
Intervista a cura di Davide Brullo intorno a "Yukio Mishima. Enigma in cinque atti" (Luni Editrice, Milano 2020, pp. 256, € 20), pubblicata su "L'Intellettuale Dissidente"; 8 dicembre 2020.
Intervista rilasciata alla rivista "La Scintilla", 1 ottobre 2019. "Apriamo in questa sezione una serie di interviste relative alla recente risoluzione del Parlamento Europeo, datata 19 ottobre 2019, in cui vengono avvicinati... more
Intervista rilasciata alla rivista "La Scintilla", 1 ottobre 2019.
"Apriamo in questa sezione una serie di interviste relative alla recente risoluzione del Parlamento Europeo, datata 19 ottobre 2019, in cui vengono avvicinati nazi/fascismo e comunismo nel loro essere distanti dai valori propri dell'Unione Europea. Questa risoluzione ha determinato un ampio, aspro e ricco dibattito anche in Italia, che ricorda almeno in parte quello che seguì alla non inclusione delle "radici cristiane" nella Costituzione Europea. Cosa significa essere europei? Vi sono valori positivi da promulgare o soltanto distanze da prendere? Il primo intervistato è Danilo Breschi, docente di storia delle dottrine politiche presso l'Università degli Studi Internazionali di Roma e direttore della rivista "il Pensiero Storico". Lo ringraziamo per la disponibilità e rimandiamo volentieri al suo blog per chi volesse approfondirne il pensiero. Breschi è sostanzialmente favorevole alla risoluzione. Di parere complessivamente diverso sarà invece il prossimo intervistato, Andrea Zhok, docente di filosofia morale presso l'Università degli Studi di Milano. A tutti gli intervistati verranno poste le medesime tre domande" (Damiano Bondi).
Intervista rilasciata ad Alessandra Stoppa per la rivista mensile "Tracce" (n. 9, ottobre 2018, pp.  22-27).
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This paper was presented at "Telos in Europe: The L’Aquila Conference", held on September 7-9, 2012, in L’Aquila, Italy.
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Che vuol dire Destra, oggi? Un approccio conservatore, ma non necessariamente tradizionalista; il legame all’idea di nazione, ma non per forza la difesa del sovranismo; una certa disinvoltura tra concetti ‘anfibi’, che possono cioè vivere... more
Che vuol dire Destra, oggi? Un approccio conservatore, ma non necessariamente tradizionalista; il legame all’idea di nazione, ma non per forza la difesa del sovranismo; una certa disinvoltura tra concetti ‘anfibi’, che possono cioè vivere bene sia a destra che a sinistra (come ambiente, famiglia, etnia, educazione…). Se Destra è tutto questo, davvero non c’è nessuno di questi riferimenti da cui possiamo ancora sentirci interpellati? Davvero a Destra non ci sono valori universali, condivisibili da tutti? È ciò che Paradoxa si è chiesta in questo numero: che cosa può considerarsi ancora vivo e utilizzabile nella storia ideologica della destra – o delle destre? Che cosa, per contro, deve ritenersi morto e dimenticato?
Perché è importante sapere quando Cesare ha passato il Rubicone? Cosa significa realmente ‘Medioevo’? Che differenza fa collocare Napoleone nel XIX secolo piuttosto che nel XII? Contestualizzare gli eventi del passato senza schiacciarli... more
Perché è importante sapere quando Cesare ha passato il Rubicone? Cosa significa realmente ‘Medioevo’? Che differenza fa collocare Napoleone nel XIX secolo piuttosto che nel XII? Contestualizzare gli eventi del passato senza schiacciarli sui valori del presente è il vero senso storico che oggi sembra in crisi. Politicizzata o appiattita sul presente, ridotta a successione di date o disancorata dai fatti, condannata o reinventata, la storia appare svuotata del suo significato. Ma qual è, in fin dei conti, il suo significato? Dare una risposta può essere un’operazione meno ovvia di quanto appaia.