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Cuori rossi nei negozi e tanti amici in duomo: l’addio a Sabina Quinz

Funerale molto partecipato a Belluno per la 54enne commerciante: «Donna schietta e sincera che ha vissuto sempre con dignità», il ricordo di don Attilio Zanderigo

Gigi Sosso
1 minuto di lettura
Tanti cuori nelle vetrine del centro di Belluno per ricordare Sabina Quinz 

“Sabi” era e sarà sempre amatissima. Le bastava un sorriso per farsi voler bene, accompagnato da una dolcezza e una gentilezza, che sono sempre più difficili da trovare. Sarà anche per questo che ieri mattina un cuore con la scritta «Ciao Sabi» batteva su tutte le vetrine dei negozi del centro storico.

L'abbraccio di don Attilio ai familiari di Sabina Quinz 

Un saluto alla ragazza di 54 anni arrivata in città da Sappada, Sabina Quinz e un messaggio di grande vicinanza ai suoi familiari, in particolare il marito Alvise Bortolini e i figli Alice e Alessandro, mamma Irma, papà Antonio e i fratelli Rosy, Gianna e Ferdinando. E nel pomeriggio erano in tantissimi a salutarla, con la promessa di non dimenticarla mai: pieni il duomo e il sagrato, in un abbraccio denso di affetto e commozione, davanti a una cassa in legno chiaro sormontata da un grande cuscino di rose e gigli bianchi.

Duomo gremito per l'ultimo saluto a Sabina Quinz 

C’era anche una rappresentanza della squadra di calcio a cinque Canottieri Belluno, nella quale gioca Alessandro (dopo lo stesso papà Alvise e lo zio Alessio) e poi tanti colleghi commercianti, amici e clienti, che fino agli ultimi mesi l’hanno vista tra i negozi Maja Dress e Blue Dress. Fino a quando ha potuto, fino al momento in cui le cure per la sua malattia gliel’hanno permesso: «La nostra amica Sabina era gioia di vivere», ha sottolineato don Attilio Zanderigo nella sua omelia, «e generosità nel suo lavoro. Incarnava la bellezza e la grazia che hanno le mamme e, quando la vita l’ha tradita, si è occupata a tempo pieno di quella dei suoi cari, cercando di dare loro più serenità possibile. Conosceva i passi che avrebbe dovuto fare, ma ha sempre vissuto con immenso amore e dignità».

Commovente la lettera da un cognato: «Basta poco per vivere bene: semplicità, leggerezza, complicità e chiarezza. Sabina era schietta e sincera, il resto non serviva». Quando il feretro è uscito dalla cattedrale, Alvise Bortolini ha stretto mille mani, ricevuto mille abbracci, dopo aver ringraziato medici e infermieri di Casa Tua 2. All’uscita della chiesa sono state raccolte offerte per l’associazione “Francesco Cucchini”.

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