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Professor Luca Vittozzi

Qual è l'iniziativa, il progetto, che Lei è riuscito a realizzare nella sua scuola e di cui è orgoglioso?

Sicuramente quello che io stesso ho strutturato e che chiamo, ormai da anni, “Progetto d’ascolto”. In questo progetto, che si articola su più livelli in base all’ordine e al grado della classe a cui viene proposto, viene affidato agli studenti il compito di ascoltare mensilmente dei brani (o interi album) scelti dal docente, leggerne i testi e trarvi delle considerazioni personali. Alla fine del mese si apre un dibattito guidato intorno alle tematiche rintracciate. Ricordo con estremo piacere il progetto che iniziai lo scorso anno con la mia seconda media: ascoltammo “Non al denaro, non all’amore né al cielo” di Fabrizio De André e in contemporanea leggemmo “Antologia di Spoon River” di E.L. Master. La prima parte del lavoro riguardò il lavoro di rielaborazione poetica che il cantautore fece per riadattare le poesie originali (tradotte da Fernanda Pivano) mentre la seconda parte, ovviamente, riguardò la riflessione intorno alle mille tematiche rintracciate. Fu un progetto meraviglioso.

Qual è il principale problema che vorrebbe venisse risolto per la sua scuola e in che modo?

Vorrei che della scuola riuscisse a splendere della luce che possiede. Dietro l’immagine della scuola che “non funziona” c’è un mondo che spesso rimane al buio. Dentro ogni scuola ci sono insegnanti desiderosi di cambiare la vita dei loro studenti al meglio, di prepararli al futuro. Allo stesso tempo dietro ai banchi, a rotelle e non, siedono menti brillanti, creative, piene di entusiasmo e con la voglia di ritrovare nella scuola una seconda casa, una seconda famiglia. Credo che la scuola dovrebbe aprire più porte ai giovani insegnanti per permettere loro di costruire un concetto nuovo di scuola, fresco, intelligente e innovativo. Alla portata delle generazioni che la vivono e che la vivranno.

Cosa vorrebbe che apprendessero i ragazzi negli anni trascorsi nel suo istituto?

Che la vita è fatta di ostacoli, di imperfezioni, di cadute e di sconfitte. Mi impegno a consegnare loro il modo giusto per aggirare i problemi, accogliere e domare l’infelicità. Vorrei far capire loro che la conoscenza non serve a sentirsi tuttologi ma, al contrario, è essenziale per capire che siamo esseri frangibili.
Insegno loro a rompersi con compostezza, eleganza e dignità.
Credo che raggiungere questa consapevolezza sia, per l’essere umano, la vittoria più grande.

Qual è il primo provvedimento che il prossimo ministro dell'Istruzione dovrebbe prendere?

Aprire più strade e possibilità ai giovani.

Cosa pensa del progetto didattico Repubblica Scuola?

Credo sia un progetto estremamente interessante. Per i ragazzi, affamati di social e teconologia, Repubblica@scuola è un’ottima piattaforma per creare con soddisfazione contenuti interessanti.