Titolo internazionale | Plan 75 |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, Fantascienza, |
Produzione | Giappone, Francia, Filippine |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Chie Hayakawa |
Attori | Chieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne, Yumi Kawai, Taka Takao Hisako Ôkata, Kazuyoshi Kushida, Mari Nakayama, Motomi Makiguchi, Koshirô Asami, Hiroaki Kawatsure, Masahiro Umeda, Tsuyoshi Kondo. |
Uscita | giovedì 11 maggio 2023 |
Distribuzione | Tucker Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 12 aprile 2023
In una società del futuro un piano governativo chiede agli anziani di sottoporsi all'eutanasia.
CONSIGLIATO SÌ
|
In un futuro prossimo uguale in tutto e per tutto al presente, il Giappone ha risolto la sproporzione fra l'invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite inventando il programma governativo Plan 75: l'offerta, cioè, dell'eutanasia gratuita e legale a chi ha superato i 75 anni e non ha più ragioni di restare in vita. L'anziana signora Michi, senza pensione e ancora costretta a trovare un modo per tirare avanti, aderisce al progetto, ma trova un conforto proprio nell'impiegata che la assiste, mentre Hiromu, anch'egli impiegato di Plan 75 scopre che l'uomo che l'ha contattato per morire è un anziano parente. E Maria, giovane infermiera filippina separata dalla figlia, è costretta ad assistere dall'interno all'assurdità del progetto...
L'esordiente regista giapponese Chie Hayakawa allestisce una strana distopia che non si discosta in nulla dalla realtà del presente, se non per l'estremizzazione dell'idea d'improduttività alla base delle ingiustizie sociali.
La ragione per cui, in questo ideale (e spaventoso) Giappone del futuro, i vecchi sono invitati a morire è del resto puramente economica. La disumanità delle politiche sociali non è mai presa in considerazione e il paradossale gesto di "igiene sociale" su cui il film si apre (un massacro in una casa di riposo per anziani, generato proprio dalla necessità di sgravare le casse dello Stato dal peso di persone inutili) dà vita a una legge che crea un welfare al contrario.
Date queste premesse, Plan 75 si pone così come un canto sull'umanità ancora possibile di una società disumanizzata. Il racconto realistico e lo stile elegante sono quelli tipici del cinema d'autore giapponese degli ultimi anni, che ha in Kore'eda il suo regista di riferimento e trova consensi anche a livello internazionale (dopo la presentazione a Cannes, il film è stato ad esempio un inaspettato successo di pubblico negli Stati Uniti). La scelta però di partire da premesse ben chiare, che fissano da subito i poli della questione (lo scontro tra libero arbitrio e controllo centralizzato, tra una società dei servizi e dei consumi e una società dell'attenzione e dell'amore, con l'eutanasia a funzionare da innesco della critica), toglie al film ogni ambiguità morale (che è invece la forza dei castelli narrativi di Kore'eda) e lo trasforma in un elegante racconto malinconico, efficace ma anche prevedibile nella sua esibita alternanza di cinismo e dolcezza.
Chie Hayakawa mostra il proprio innegabile talento soprattutto nei dettagli delle vite che racconta, immergendole prima di tutto nel tipico paesaggio metropolitano giapponese fatto di piccole case allestite in maniera disadorna, strade trafficate e uffici pubblici alienanti. I momenti di solitudine di Michi, il personaggio più riuscito del film, minuta ed elegante nel suo abbandono, sono quelli più riusciti, equilibrati dalle conversazioni che la donna ha con la giovane assistente di Plan 75, in cui il calore e la compostezza del rapporto umano violano le regole del gioco (agli impiegati del piano è infatti proibito instaurare relazioni coi clienti) e mostrano l'assurdità del sistema.
Il problema che Plan 75 fa emergere, del resto, è proprio la presenza costante della morte sia fisica che sociale in un mondo chiuso al confronto con l'altro e perciò incapace di trovare un antidoto alla propria dissoluzione. Inutile negare le ripercussioni di tale visione sulla società contemporanea, senza bisogno di distopie o scenari da fantascienza realistica.
Rifiutando la compassione e l'improduttività, ogni esistenza finisce per essere ridotta a mera presenza e a contare dunque come semplice numero. Come accumulo. Ne sono riprova le scene in cui l'infermiera Maria smista con altri colleghi gli oggetti delle vittime dell'eutanasia (orologi, vestiti, fotografie...), ormai inutilizzabili e strazianti proprio perché muti. Viene in mente Philip Roth e ciò che, parafrasando, scriveva a proposito dell'idea di sterminio: si può essere pronti per la morte, ma non per gli oggetti che la raccontano...
Risale al 1991 la standing ovation tributata dal pubblico di Sanremo a Renato Zero per "Spalle al muro". Oggi, a distanza di oltre trent'anni e 9700 chilometri, non esistono parole che meglio sappiano intercettare la sensibilità di Plan 75, lungometraggio di Chie Hayakawa presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes e Fuori Concorso a Torino.
Koreika shakai (a volte traslitterato senza ricorrere alla separazione: "koreikashakai") è il termine giapponese che sta a indicare l'invecchiamento della popolazione. Un tema pressante per l'arcipelago nipponico, visto che il Giappone detiene il record tutt'altro che positivo di percentuale più alta di popolazione anziana, un dato addirittura quadruplicato negli ultimi quarant'anni.