Titolo originale | Cocaine Bear |
Anno | 2023 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Elizabeth Banks |
Attori | Keri Russell, Margo Martindale, Ray Liotta, Alden Ehrenreich, Jesse Tyler Ferguson Kristofer Hivju, Ayoola Smart, O'Shea Jackson Jr., Isiah Whitlock jr., Brooklynn Prince. |
Uscita | giovedì 20 aprile 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,94 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 aprile 2023
L'incredibile storia vera di un orso nero che ingoiò oltre 31 chilogrammi di cocaina per un valore di 15 milioni di dollari. Al Box Office Usa Cocainorso ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 64,2 milioni di dollari e 23,3 milioni di dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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A Knoxville, in Tennesse, nel 1985, un trafficante di droga con addosso diversi chili di cocaina viene trovato morto, precipitato dal suo aereo per la mancata apertura del paracadute. A indagare è un ispettore locale, il quale capisce che dietro il caso c'è il boss di Saint Louis Syd White, che a sua volta ha mandato a recuperare la merce rimasta lo scagnozzo Daveed e suo figlio Eddie, ancora in lutto per la morte della moglie. Quello che nessuno sa è che la droga, caduta nella Chattahoochee-Oconee National Forest, è stata ingerita da un'orsa nera, che ora si aggira ferocissima e famelica. A scoprirlo loro malgrado sono una coppia di turisti, un ragazzino e una ragazzina che hanno marinato la scuola, la madre di quest'ultima, una ranger ignara e vari altri malcapitati. Chi riuscirà a recuperare la droga? E chi sopravviverà all'orsa in crisi d'astinenza?
Partendo da un'incredibile storia vera, il film dà corda alle leggende metropolitane sorte negli anni dopo l'effettivo ritrovamento di un orso bruno morto per overdose negli stessi luoghi delle riprese e trasforma la cronaca in una commedia pulp.
Che Cocainorso (fedele ma infelice traduzione dell'originale Cocaine Bear) non faccia troppo sul serio lo si capisce da subito, quando al termine delle scritte iniziali che informano lo spettatore circa l'aggressività degli orsi neri (bassa, ma se si viene attaccati conviene reagire invece di restare fermi) compare come fonte nientemeno che... Wikipedia. Nonostante il mantra della storia vera - o forse proprio per questo, per prendersi gioco di buona parte del cinema di finzione contemporaneo - la commedia diretta dall'attrice Elizabeth Banks (reduce dalla regia della dimenticabilissima nuova versione delle Charlie's Angels) e scritta da Jimmy Warden la butta sullo humour nero e sullo svacco divertito.
Nella trama corale a storie, prima parallele e poi via via intersecate, c'è una gamma di figure di matti e schizzati degni di un action demente anni '90: la coppia di criminali litigiosa e simpatica (il trafficante Deedee ossessionato dalle sue Nike e il figlio del boss che piange continuamente la moglie defunta); il boss losco (Ray Liotta, nella sua ultima interpretazione, con dedica finale) che non ne può più di fare il nonno; la ranger pasticciona (Margo Martindale) innamorata di un naturista un po' scemo; un'infermiera venuta a cercare la figlia (è Keri Russel, e siccome in un paio di scene compare al fianco della stessa Martindale sembra di rivedere The Americans); tre ragazzotti bulli e ridicoli; due preadolescenti che mettono in bocca la cocaina come se fosse zucchero; un poliziotto duro con una cagnolina col fiocchetto; due paramedici casinisti destinati a una grama fine, come del resto due poveri turisti e bel po' delle persone sopracitate, che per sfortuna s'imbattono nell'orsa tossicomane (che per qualche ragione non viene chiamata come avvenne per davvero nella realtà, e cioè "Pablo Eskobear", che a pensarci bene è forse la cosa più scema di tutte...).
Cocainorso sciorina un campionario d'umanità ridicola, che all'epoca aveva in Nancy Reagan, in prima fila nella battaglia contro la droga e protagonista di un incredibile spot mostrato nella sua autentica dimensione da film dell'orrore, la sua degna First Lady. Inevitabile, allora, che l'orsa vittima della follia dell'uomo si trasformi in una giustiziera che non fa sconti a nessuno, se non alla sospensione dell'incredulità dello spettatore, minata in tutte le scene più movimentate dai tratti poco credibili di una CGI realizzata al risparmio.
Gigantesca e spaventosa, l'orsa attacca indistintamente chiunque le capiti a tiro, trasformandosi in una creatura da film dell'orrore, invincibile e silenziosa, prima che allo scadere dell'ora (e della sopportabilità del tono demenziale da buddy movie) la trama prenda una svolta da film d'avventura anni '80 (d'altronde lo consente l'aderenza storica ai fatti...) e nell'ultima parte si rintani in una grotta in stile Goonies.
Qui la dimensione fiabesca prende il sopravvento, e nel generale delirio a basso investimento produttivo di tutta la faccenda (la Bloomhouse ha fatto scuola), la metafora della mamma orsa che difende i cuccioli, al contrario dei padri del film che sono tutti assenti o incapaci (il boss Syd White verso il figlio Eddie, quest'ultimo verso il bambino che affida sempre al nonno...), offre la più scontata delle chiavi di lettura.
È giusto un orpello, una costruzione narrativa posticcia, per dare una parvenza d'impalcatura a un film buffo ma irrisolto, a cui piacerebbe da pazzi l'idea di essere semplicemente uno slasher fatto con due lire, ma non potendo permetterselo cerca di darsi un tono.
Fare un film "stupido" è meno facile di quanto comunemente si possa pensare. Non si fa mai un film su qualcosa (come pensano i contenutisti) ma sempre con qualcosa. Un orso enorme che si aggira famelico per i boschi dopo un'indigestione di cocaina è una di quelle idee che avrebbero potuto avere un Ted V. Mikels o un Lee Frost, per intenderci (o, ancora, un René Cardona Jr.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti non è puramente casuale: perché il film muove da una storia vera e perché la cronaca nazionale contempla proprio in questi giorni un'orsa assasSina. Sicché Cocainorso, sciatta traduzione dell'originario Cocaine Bear, già prosasticamente preferito al formidabile appellativo che il plantigrado protagonista si guadagnò morendo per overdose [...] Vai alla recensione »
1985, dal cielo piovono borsoni contenenti svariati chili di cocaina. Una parte di questi finisce in un vialetto di Knoxville, in Tennessee, insieme al corpo di Andrew Thornton, narcotrafficante costretto a liberarsi del carico in volo, a buttarsi a sua volta dall'aereo finendo al suolo, morto, perché il paracadute non si è aperto. Un'altra parte, consistente, finisce invece nella foresta di Chattahoochee, [...] Vai alla recensione »
Un carico di cocaina viene lanciato da un aereo all'interno di un parco nazionale, ma il corriere muore schiantandosi al suolo per la mancata apertura del paracadute. Adesso ci sono decine di chili di droga da recuperare che tutti cercano e un orso che la sta mangiando. Con le conseguenze del caso. Quando si dice "Tratto da un 'in- credibile storia vera".