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L'annuncio

L'Italia si candida per ospitare il telescopio Einstein in Sardegna

L'Italia si candida per ospitare il telescopio Einstein in Sardegna
(ansa)
Il governo promette 1,7 miliardi in 9 per realizzare lo strumento rilevatore di onde gravitazionali a Sos Enattos, a sud di Olbia
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"Attenzione, dedizione e volontà". Sono le parole con cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia la candidatura italiana per ospitare il telescopio Einstein in Sardegna. L'assegnazione della sede avverrà nel 2025. I rivali più agguerriti, gli olandesi, hanno però già promesso 870 milioni, parte di quei finanziamenti - tra 1 e 2 miliardi - che serviranno a costruire l'infrastruttura scientifica dedicata alla ricerca delle onde gravitazionali nell'universo. E l'Italia su questo punto, non ha ancora molti numeri concreti da offrire, oltre agli 80 milioni per lo studio di fattibilità del progetto e ai fondi promessi dalla Regione Sardegna (350 milioni).
"L'investimento ci sarà" promette il ministro dell'università e della ricerca Anna Maria Bernini nella sede dell'Istituto nazionale di astrofisica, dove si svolge la conferenza stampa per annunciare la candidatura italiana. "Noi crediamo in questa impresa importante per il presente, ma soprattutto per il futuro". Il nostro paese prevede per la realizzazione del telescopio Einstein 1,7 miliardi, da distribuire nei 9 anni necessari a realizzare lo strumento a Sos Enattos, nel paese di Lula, a sud di Olbia.

Per Bernini il vantaggio finanziario dell'Olanda rispetto all'Italia esiste solo sulla carta."L'Olanda ha pubblicato una lettera d'impegno per stanziare i fondi necessari al telescopio Einstein, ma non ha ancora scritto niente in bilancio. La loro promessa vale quanto la nostra".

A Lula, nel frattempo, al telescopio già credono molto. "La realizzazione del telescopio darà lavoro a 4mila persone l'anno per 9 anni, in una zona complessa dal punto di vista della riqualificazione del territorio" promette Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro. "L'Italia con questo progetto dimostra di voler guardare verso l'alto" aggiunge ancora Meloni. "Vogliamo dimostrare che l'Italia sa pensare in grande".

Sos Enattos, con la sua area poco sismica e poco abitata, il sottosuolo stabile fatto di granito e privo di falde acquifere - caratteristiche importanti per un telescopio rivelatore di onde gravitazionali - ha tutte le carte in regola per essere scelta (ancor più dell'Olanda). "Il buon Dio ci ha aiutato, abbiamo il luogo perfetto" è la sintesi di Meloni. "Abbiamo l'occasione di far tornare la scienza italiana ed europea più al centro del panorama mondiale. Vogliamo dimostrare che l'Italia è capace di pensare in grande. E di sognare senza dormire". Il primo ministro promette: "Ce la metteremo tutta".

Un'antenna rivelatrice di onde gravitazionali, d'altra parte, l'Italia l'ha costruita già. Si chiama Virgo e si trova a Càscina, in provincia di Pisa. "Nel 2015 qui è avvenuta la prima osservazione, insieme a un altro strumento americano, di un'onda gravitazionale" ricorda Antonio Zoccoli, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il presidente del comitato tecnico scientifico che sostiene la candidatura italiana è il premio Nobel Giorgio Parisi: "Le onde gravitazionali si sono formate miliardi di anni fa. Poi, come onde in uno stagno, hanno iniziato a propagarsi fino a noi. All'inizio pensavamo che ci avrebbero permesso di vedere solo collisioni fra stelle di neutroni, invece grazie a loro abbiamo scoperto molti buchi neri. E' difficile prevedere cosa scopriremo con Einstein Telescope. Se lo sapessimo già oggi, non avremmo bisogno di fare ricerca".