Gli anni che stiamo vivendo sono caratterizzati sempre più da cambiamenti sociali e culturali, dovuti in particolare alla globalizzazione mondiale, la quale ha completamente rivoluzionato il ventesimo e il ventunesimo secolo. In tale...
moreGli anni che stiamo vivendo sono caratterizzati sempre più da cambiamenti sociali e culturali, dovuti in particolare alla globalizzazione mondiale, la quale ha completamente rivoluzionato il ventesimo e il ventunesimo secolo. In tale contesto, interessantissimo è stato il sorgere di numerosi dibattiti legati ai concetti di “diversità” culturale e linguistica – specie nei paesi dell’America Latina, dove sono presenti molteplici realtà socio-culturali e linguistiche differenti – e le questioni riguardanti l’interazione fra la lingua nazionale e i dialetti, ovvero quelle vivacissime varietà linguistiche capaci, alle volte, di assurgere a lingua letteraria. Tale dialettica linguistico-culturale dà origine a forme di interferenza o di mescolanza tra le lingue all’interno di uno stesso territorio, ne è un esempio il Portunhol/Portuñol sudamericano, varietà della lingua portoghese del Brasile parlato nel nord dell’Uruguay. Per comprendere come la lingua o il dialetto portunhol/portuñol si sia, per così dire, insediato in questo piccolo Stato di lingua spagnola, è importante ripercorrere la Storia del nord dell’Uruguay, fascia territoriale confinante con il Rio Grande do Sul, al sud del Brasile. Il plurilinguismo che caratterizza la società di frontiera brasiliana-uruguagia si riversa quindi nella letteratura, la quale, attraverso l’intersezione con i dialetti di base portoghese presenti nel “Paisito”, diventa il principale motore di diffusione linguistico-culturale del Portunhol/Portuñol. È in questo contesto che si inserisce la poesia fronteriza contemporanea di Fabián Severo, giovane autore di due bellissimi libri in portunhol/portuñol: Noite Nu Norte. Noche En El Norte (2011) e Viento de Nadie (2013). L’originalità della sua poesia consiste, a nostro avviso, nell’avere intuito una dimensione “altra” del portunhol/portuñol, un aspetto linguistico non superficiale che gli ha permesso di adattare la forma della lingua alle tematiche da lui affrontate. Il poeta ha saputo “riscrivere” i suoni di questa particolarissima varietà dialettale del portoghese – che egli stesso definisce lingua materna – per ricostruire la storia della città natale e rivivere la sua infanzia. Fabián Severo, attraverso la voce spensierata di un bambino cresciuto in un quartiere umile della frontiera, ha saputo cogliere ironicamente le speranze della povera gente. I suoi versi affrontano questioni strettamente correlate alla frontiera tra il Brasile e l’Uruguay, quindi quelle della lingua portunhol/portuñol o l’identità fronteriza, ma presentano anche tematiche importanti come la fame, la miseria, la solitudine, la dignità umana, con un tono mai estremamente duro o panflettistico. Le poesie descrivono al lettore i ricordi del passato di Fabián Severo, offrendoci un fedelissimo spaccato di vita quotidiana di una città di frontiera – Artigas – e dei suoi abitanti, raccontato con parole volte a ricreare melodie e sensazioni tipicamente fronterizas.