Novara

Schede storico-critiche relative a Giovanni Sottocornola (n. 41), Enrico Cavalli (n. 48), Aldo Carpi (n. 96), Pietro Gaudenzi (n. 97), Giovanni Costetti (n. 100), Baccio Maria Bacci (n. 101), Piero Marussig (n. 102), Achille Funi (n. 103), Francesco Arata (n. 104), Aligi Sassu (n. 113)

Sommario
Il culto a sant’Antonio di Padova a Novara e nella pianura novarese conosce un precocissimo, ma non ancora del tutto chiaro, esordio nel 1233, tuttavia solo dal XVII secolo si può parlare di una devozione gradualmente diffusa sul territorio. Questo si deve anzitutto alla presenza dell’ordine francescano che la promuove nelle sue chiese conventuali, dalle quali nel corso del secolo essa raggiunge oratori e cappelle in chiese parrocchiali per il tramite di famiglie notabili o aristocratiche. Consolidatasi nel XVIII secolo, la devozione al santo patavino risulta poi sempre più capillarmente presente nel secolo successivo con altari, statue, piloni e con dipinti votivi posti sulle facciate di abitazioni private. Notevole impulso al fenomeno venne tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo dalla pratica caritativa del “Pane di Sant’Antonio”, come documentano immagini dipinte e modellate in gesso un po’ in tutte le parrocchie del territorio.

Abstract
The cult of Sant’Antonio di Padova in Novara and in the Novara plain has a very early, but not yet completely clear, beginning in 1233, however only from the seventeenth century can we speak of a devotion gradually spread throughout the territory. This is primarly due to the presence of the Franciscan order that promotes it in its conventual churches, from which over the century it reaches oratories and chapels in parish churches through notable or aristocratic families. Consolidated in the eighteenth century, the devotion to the saint from Padua was more and more widespread in the following century with altars, statues, pylons and with votive peintings placed on the façades of private homes. Considerable impetus to the phenomenon came between the end of the nineteenth and the beginning of the twentieth century from the charitable practice of “Saint Anthony’s Bread”, as documented by images painted and modeled in plaster a bit in all the parishes in the area.

L'edificio del "Broletto", situato nel centro storico di Novara, è un complesso edilizio formato da quattro costruzioni che definiscono una corte, tutte realizzate in epoche diverse: il Palazzo dell'Arengo, il Palazzo dei Paratici, il Palazzo dei Referendari e il Palazzo del Podestà. Del complesso fanno inoltre parte due corpi di fabbrica di più recente fattura, quali la casa "ex Cazzaniga" ed il fabbricato attualmente destinato ad alloggio del custode. L'intervento ha previsto il recupero degli edifici esi-stenti, un nuovo allestimento museale, consono alla Collezione Adele e Paolo Giannoni, nucleo fondante della Pinacoteca cittadina. Tutti gli interventi sono stati ispirati a criteri di conser-vazione al massimo rispetto della stratificazione storica e basati sulla valutazione unitaria dello stato di con-servazione. Il piano interrato è destinato a spazi di servizio e de-posito. In particolare, il corpo di fabbrica denominato "casa Cazzaniga" è stato ampliato, includendo l'esi-stente nucleo di servizi per il personale della Pinaco-teca. I locali interrati sotto l'ex abitazione del custode sono stati destinati a deposito della Collezione Gian-noni, e serviti da un nuovo ascensore per la movi-mentazione di personale ed opere d'arte. L'ingresso alla pinacoteca avviene dal portico del-l'Arengo, da cui il visitatore può accedere allo spazio di accoglienza e alle prime sezioni museali poste al piano terra del Palazzo dei Referendari. L'atrio d'ingresso ospita la biglietteria, il guardaroba, il bookshop e i servizi di orientamento ed informazione per il pubblico. L'ampio spazio ubicato al piano terra del Palazzo dei Paratici è destinato ad esposizioni tem-poranee e a mostre tematiche, e può essere utilizzato per attività didattiche o culturali. Allo stesso livello la risistemazione dell'edificio ex abi-tazione del custode consente di accedere all'ampia sala delle colonne, conclusione logica del percorso espositivo della Pinacoteca. Il primo piano del Complesso è interamente destinato a funzioni espositive. Le varie sezioni della Collezione Giannoni si articolano attraverso le stanze del palazzo dei Referendari, del Podestà e dei Paratici. Il piano secondo è destinato alla collocazione e distri-buzione delle parti impiantistiche termoidrauliche ed elettriche. L'intervento ha tenuto in massimo conto i requisiti di accessibilità e fruibilità dei diversamente abili, me-diante la realizzazione di un ascensore, un elevatore a pantografo, e apposite rampe. LOCALIZZAZIONE DATAZIONE MATERIALI DIMENSIONI PROGETTO DIREZIONE DEI LAVORI IMPRESA APPALTATRICE via F.lli Rosselli e corso Italia Novara Dal 1200 diversi superficie totale di intervento: 1.869 mq Progetto preliminare e definitivo delle opere edili: Comune di Novara-A.T.P. arch. Luciano Marè-arch.ti G. Tortelli R. Frassoni-2007 › Progetto esecutivo delle opere edili: Ing. A. Bortolazzi Consulting S.r.l.-Ing. M. Buoso-Arch. M. Mazzi › Progetto di Allestimento museale: ICIS S.r.l.-Arch. E. Marforio-Arch.

Le attestazioni documentarie relative all’organizzazione della cappella musicale negli anni a cavaliere tra XVI e XVII secolo sopravvissute all’archivio gaudenziano, insieme alla testimonianza fornita dalle musiche coeve prodotte dai musicisti attivi presso questo organismo (specie Benedetto Binago e Pietro Paolo Seregno) dimostrano una vivacità straordinaria – limitata alle sole occasioni eccezionali nei secoli seguenti – proprio durante gli anni più critici della costruzione della nuova basilica. Ricostruendo l’intera attività musicale in San Gaudenzio durante tale periodo – anche in relazione all’allestimento e alla decorazione delle cappelle e alla collocazione degli organi – il contributo propone una riflessione sui dati esistenti contestualizzandoli nelle vicende storiche e artistiche del tempo, pubblicando pure nuovi documenti intorno all’attività novarese degli organari Stagnoli-Cacciadiavoli, sia in basilica, sia in altre chiese cittadine.

Tesi di laurea - Istituto Universitario di Architettura di Venezia [IUAV] - 1984 - Relatore Amedeo Bellini

I Castelli di Rivara
Castello di Montalto Dora
Chiesa di San Donato in Genova
Abbazia di Santa Maria di Vezzolano
Chiesa di San Pietro in Albissola

"Come definire suor Camilla Riva? Una santa? Una martire? O piuttosto
una vittima delle circostanze, una delle tante vite spezzate di quella
guerra civile che ha insanguinato l’Italia per trentasei mesi? «Che malvagità
sarebbe, se ne avessimo il potere, richiamare in vita i morti!», osserva Clive
S. Lewis. In un certo senso, questo è ciò che faremo. Nelle pagine che
seguono, infatti, cercheremo di tracciare un profilo di suor Camilla, unica
suora rosminiana morta per cause belliche. Ci baseremo sulle scarne – ma
vivide – testimonianze di chi l’ha conosciuta, cosí come sui radi – ma probanti – documenti d’archivio che abbiamo potuto ritrovare, con curiosità
storica e senza alcuna preoccupazione agiografica".

La ricerca delinea la diffusione della devozione a sant'Antonio Abate nella città e nella pianura novarese dal XIII al XVIII secolo. Il fenomeno si distribuisce lungo le principali direttrici viarie dell'area, dalla città verso Vercelli, la Valsesia, il Lago Maggiore e la Lomellina, con particolare concentrazione geografica a nord ovest del capoluogo e cronologica tra la metà del XV secolo e la metà del XVI.

Appunti Piemontesi è una disamina dei possibili interventi immediatamente attuabili dalla Regione Piemonte in materia di trasporto ferroviario nelle aree non immediatamente afferenti Torino. E' diviso in quattro capitoli relativi ai quattro bacini in cui si divide la Regione oltre la linea.
"Appunti Piemontesi" (Piedmontese notes) is a review of the possible actions immediately implemented by the Piedmont Region in the field of rail transport in areas not immediately afferent Turin. It is divided into four chapters related to the four basins in which the region is divided beyond the capital

Il contributo sviluppa il concetto di corridoio territoriale applicato alla sezione italiana del corridoio TEN-T Reno - Alpi. Dopo una descrizione della logica gestionale del corridoio TEN-T avviene uno zoom sulla provincia di Novara con sguardo su Cusio-Ossola e Alessandria.
Lo spazio geografico dell'università del Piemonte Orientale è esso stesso corridoio territoriale.
Si discute poi di modelli gestionali possibili per il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie afferenti il nodo di Novara

This research concerns the formation of the landscape beginning in the 19th century, in the Vercelli, Novara and the Lomellina regions of the Piedmont Plain, following the construction of the Cavour Canal, a hydraulic engineering work executed between the 1863 and 1866, mainly for objectives of rice cultivation. These transformations provoked
cultural, social and architectural phenomena that characterize the agricultural landscape, including features that have become local hallmarks. Through the comparison of the cartography of pre and post-canal situations (documents from the Charles VI cadastre up to 21st century maps), as well as iconographic materials such as the paintings of Gazzone and Ravello, the photographic holdings of the archives
of the Italian Touring Club, and even films such as “Riso Amaro”, “La Risaia”, and recent documentaries, we are better able to identify the unique elements of this landscape. The information and approach are useful in better understanding the territory, and in
suggesting which contextual features of this heritage should be identified for preservation, enhancement and development.

During Mussolini’s fascist regime, the Atlante internazionale del Touring Club Italiano published in Milan (1927-1938) and too in Barcelona (1930-1935), and widely recognised far beyond the borders of Italy, included among its plates two maps of European ethnic groups. The makers of the TCI’s atlas passed on to us a specific approach to determine the kind of collective that ought to be considered an ethnic group. The enigmatic second reprint of the fifth edition (1938) was inexplicably not accompanied by the symbolic features required by the Italian fascist authorities, but, after World War II started, the new version of the “Europa etnografica” map – on a 1:12.000.000 scale –  clearly showed the changes that occurred in the political context.
http://puv.uv.es/product_info.php?products_id=25124&osCsid=154183166308210077f639b8f4d603a2

Nonostante i molti studi che a diverso titolo si sono occupati del Broletto novarese nel corso del tempo-e di cui la bibliografia a corredo del presente volume dà conto in dettaglio-le complesse fasi costruttive ed evolutive di questo articolato organismo edi-lizio sono per tanti aspetti non ancora chiarite, come, d'altro canto, molti punti oscuri segnano i resoconti dei restauri attuati fra Ottocento e Novecento a dispetto della, co-munque nutrita, serie di documenti di cui disponiamo. Documenti che, purtroppo, ri-portano notizie spesso slegate e sommarie e in alcuni casi anche contraddittorie, sia sulla qualità e quantità di resti antichi rinvenuti, sia sulle modalità d'intervento attuate nel corso delle varie campagne di lavori. L'intervento di restauro è sempre un'operazione molto delicata e complessa, tanto più quando l'oggetto su cui si deve intervenire è molto antico, nato anche dall'accorpa-mento di fabbricati diversi, sia per epoca costruttiva sia per destinazione, e ha subìto nel corso dei secoli svariate trasformazioni, con aggiunte o eliminazioni di parti anche sostanziali, determinate da modifiche d'uso o da adeguamenti a nuove esigenze di vita e di fruizione. Se l'aspetto propriamente architettonico di un bene è quello più soggetto a trasformazioni, anche molto traumatiche, dovute al fatto che l'architettura è per sua natura a servizio dell'uomo e quindi soggetta ad adeguarsi alle varie necessità che cam-biano con il cambiare di stili di vita e di organizzazione sociale, non di meno lo è l'a-spetto decorativo, che va man mano adeguandosi alle evoluzioni di gusto. Spesso, noi funzionari della tutela ci troviamo di fronte a puzzle intricatissimi da risol-vere, nell'obiettivo, quale istituzionalmente ci compete, di vigilare affinché sia restituita il più correttamente possibile la sopravvivenza delle testimonianze del passato, senza travisarle o prevaricarle. Ed è oggettivamente l'aspetto più difficile e più carico di re-sponsabilità, che certamente non può essere raggiunto se non attraverso un confronto diretto e continuo, fra tutti gli attori che compartecipano all'evento: progettisti, direttori dei lavori, imprese esecutrici, restauratori, chimici e analisti del restauro, storici e rile-vatori 2. Ognuno porta tasselli del suo sapere e delle sue competenze che, solo se cor-rettamente uniti e giustamente amalgamati, potranno consentire il raggiungimento dell'obiettivo iniziale. Nel caso specifico del Broletto novarese, i "restauri in stile" dell'inizio del secolo scorso hanno non poco complicato le scelte da attuare e ciò che si restituisce in queste note − in un momento in cui ancora sono in corso lavori, in particolare per quanto attiene agli 77

A partire da un documento inedito sulla sua carriera scolastica nuova luce su un momento decisivo, tra 1910 e 1915,  per la "scelta tremenda" del poeta Clemente Rebora che in quegli anni collabora alla "Voce" di Prezzolini e pubblica il suo capolavoro, i "Frammenti lirici" prima di essere richiamato alle armi e partecipare alla prima guerra mondiale ricavandone uno "sfacelo interiore e fisico". Un ritratto con molte immagini e documenti d'archivio,.

Il saggio offre un’inedita ricostruzione delle vicende urbanistico-architettoniche connesse alla realizzazione di Casa Ugazio Quaroni di Novara, riconosciuta come uno dei principali edifici liberty della città. Progettata dall’ing. Mario Rosina nel primo decennio del XX secolo su incarico di Ernesto Ugazio, questa abitazione sorge sul sedime di una precedente unità immobiliare di Lorenzo Borgino che a metà Ottocento ampliò la proprietà verso l’antico “viale di Pubblico passeggio”. Il testo, dunque, pur indugiando sulla descrizione di questa architettura debitrice della lezione di Victor Horta, di Henry van de Velde e della Secessione
viennese, sottolinea il suo legame con il processo di de-fortificazione della città iniziato con il passaggio di Novara ai Savoia e proseguito, nel secolo successivo, con l’abbattimento delle mura e la demolizione delle antiche porte urbiche.

Ugazio Quaroni House of Eng. Mario Rosina: significant example of Piedmontese liberty
The essay offers an inedited reconstruction of the urban-architectural events connected with the construction of the Ugazio Quaroni House in Novara, recognized as one of the main Art Nouveau buildings in the city. Designed by Eng. Mario Rosina in the first decade of the twentieth century on behalf of Ernesto Ugazio, this house stands on the grounds of a previous real estate unit of Lorenzo Borgino who in the mid-nineteenth century expanded the property towards the ancient “Viale di Pubblico passeggio”. The text, therefore, while dwelling on the description of this architecture indebted to the lessons of Victor Horta, Henry van de Velde and the Viennese Secession, underlines its link with the process of de-fortification of the city which began with the passage of Novara to the Savoy family. and continued, in the following century, with the demolition of the walls and the demolition of the ancient city gates.