La presente ricerca vuole offrire una prima ricognizione degli atteggiamenti linguistici dei parlanti italofoni nella situazione multilingue della città di Bolzano (Alto Adige). Nonostante il resto della Provincia sia a maggioranza...
moreLa presente ricerca vuole offrire una prima ricognizione degli atteggiamenti linguistici dei parlanti italofoni nella situazione multilingue della città di Bolzano (Alto Adige). Nonostante il resto della Provincia sia a maggioranza tedescofona, il capoluogo è invece a maggioranza italofona (73% secondo i dati provvisori dell’ultimo censimento del 2011). Tale presenza italofona è tuttavia un fatto molto recente, legato ai movimenti migratori interni alla penisola italiana durante il XX secolo, che hanno portato a un completo sconvolgimento dell’assetto urbano e linguistico della città di Bolzano. In particolare, alcuni quartieri come Europa Novacella, Don Bosco od Oltrisarco sono stati edificati solo a partire dagli anni ’40 per ospitare le famiglie contadine dal Trentino e soprattutto dal Veneto. In tali quartieri la maggioranza della popolazione era (ed è tuttora) italofona, al contrario invece di quartieri come Centro e Gries che erano storicamente tedescofoni. Gli ultimi dati disponibili per quanto riguarda la distribuzione linguistica nei quartieri della città di Bolzano risalgono al 1981: da tali dati si evince come a Don Bosco, Europa Novacella e Oltrisarco circa l’85% dei residenti si dichiarava appartenente al gruppo linguistico italofono, mentre il numero di appartenenti al gruppo linguistico tedesco, sempre tramite autodichiarazione, ammontava solamente al 14%, laddove la percentuale di tedescofoni toccava il 50% nel quartiere Centro.
Data questa estrema variabilità nella distribuzione del bilinguismo in una città storicamente multilingue come Bolzano, la presente ricerca si propone di indagare le differenze nella distribuzione linguistica dei diversi quartieri del capoluogo dell’Alto Adige e come tale differenza si rifletta sull’atteggiamento linguistico dei bolzanini di L1 italiana. L’approccio teorico che si è deciso di seguire è quindi quello della Folk Linguistics, così come delineato nell’ormai classico volume di Niedzielski & Preston (2003). Come è stato precedentemente illustrato da Wilton & Stegu (2011), l’indagine degli atteggiamenti dei parlanti verso la lingua, propria e altrui, ha portato a risultati molto utili nel campo della linguistica applicata, in particolare per quanto concerne le politiche linguistiche e l’apprendimento linguistico. Uno studio di questo tipo potrebbe quindi rivelarsi di estrema importanza specialmente in un contesto multilingue come quello altoatesino.
Il metodo utilizzato per sondare gli atteggiamenti del gruppo linguistico italiano è stato di tipo discorsivo (cfr. Preston 2011): un corpus di 44 interviste con parlanti di L1 italiana di varie età e quartieri della città di Bolzano è stato raccolto tra ottobre 2011 e maggio 2012 come parte di un progetto di ricerca più ampio legato alla tesi di Dottorato di chi scrive e incentrato sulla varietà di italiano parlato a Bolzano dal gruppo italofono. Alle sopra citate 44 interviste con italofoni sono state inoltre aggiunte 2 interviste con soggetti bilingui sempre residenti a Bolzano come primo termine di paragone dei risultati emersi dallo studio del gruppo italofono.
I primi risultati della ricerca evidenziano come la differente situazione multilingue dei diversi quartieri del capoluogo altoatesino abbia condizionato il tipo di contatto linguistico con la lingua tedesca da parte di informanti di L1 italiana. Inoltre, sono riscontrabili differenze nella percezione delle due lingue, italiano e tedesco, a seconda dei diversi quartieri: infatti, mentre in quartieri storicamente multilingui (es. Centro, Gries) il tedesco parlato in città da tedescofoni viene definito più genericamente come “diverso dall’Hochdeutsch”, in quartieri a maggioranza italofona (es. Don Bosco) si privilegia invece il dispregiativo “tedescaccio”. Riguardo il tipo di italiano parlato in città, molti informanti provenienti da quartieri italofoni preferiscono parlare di “mix di dialetti” (o, per utilizzare un colloquialismo emerso durante le interviste, un “misciotto”). Gli informanti residenti in quartieri italofoni dunque dichiarano di percepire ancora oggi le diverse componenti dialettali o di varietà regionali che hanno caratterizzato l’italofonia bolzanina. Questa diversa percezione e descrizione delle due maggiori lingue parlate nel capoluogo, ossia tedesco e italiano, riflette a nostro giudizio la peculiarità dei contesti multilingui che ancora oggi possono essere riconosciuti nel capoluogo altoatesino, con una netta differenza tra i quartieri maggiormente multilingui e quelli tipicamente italofoni.
Per riassumere, la presente ricerca vuole offrire una breve panoramica della situazione multilingue della città di Bolzano, evidenziando come questa situazione sia differente nei diversi quartieri cittadini e come queste diverse situazioni di mistilinguismo si riflettano nella percezione dei parlanti verso la proprio lingua propria (in questo caso l’italiano) e dell’altro gruppo linguistico (in questo caso il tedesco). A nostro giudizio, le considerazioni emerse da questo lavoro sulla percezione linguistica degli informanti bolzanini possono rivelarsi molto utili per l’implementazione di una ricerca di tipo sociolinguistico che abbia come contesto di indagine la città di Bolzano e le sue lingue, ma in special modo il gruppo linguistico italofono.