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Una coppia ha intenzione di separarsi, ha due figlie e si ritrova in tribunale per definire le condizioni di futura gestione familiare ed economica. Una situazione ordinaria, ma che ha dato l’occasione ai giudici di Cuneo per una pronuncia straordinaria, che sinora aveva precedenti in Italia soltanto per una decisione del tribunale di Trieste. Con la separazione saranno i genitori a lasciare la casa coniugale, che resterà occupata dalle due figlie. Gli adulti si alterneranno una settimana ciascuno nell’abitazione per accudire le piccole. Così ha deciso il collegio di tre giudici, presieduto da Alberto Tetamo, a febbraio 2023 e così ha confermato la Corte d’Appello di Torino, a cui era stato presentato ricorso.

Tutto ha inizio quando il padre delle bambine presenta un ricorso, in cui chiede che gli venga assegnata la casa familiare in cui le bambine verranno collocate con lui, pur con l’affidamento condiviso. Chiede anche che la mamma possa vedere spesso le figlie con periodici spostamenti, magari pernottando saltuariamente nella stessa abitazione. E propone il mantenimento diretto delle minori da parte di entrambi e una divisione al 50% delle spese extra ordinarie. La donna si costituisce in giudizio, rilanciando: la casa sarà affidata a lei con il collocamento delle bimbe, l’affidamento sarà condiviso con visite periodiche del padre, weekend alternati e il versamento da parte di lui di 600 euro per ciascuna figlia, con divisione a metà delle spese extra.

I giudici hanno notato un particolare, che in fase di separazione non è affatto scontato: ciascuno dei due adulti attribuisce all’altro il merito di essere un buon genitore. Ed entrambi risultano avere un luogo o le risorse economiche per avere una casa «in proprio». Lui, infatti, ha un lavoro a tempo indeterminato e un reddito superiore ai 2000 euro netti mensili, oltre a un hobby che gli permette entrate extra piuttosto cospicue. Lei ha un’attività commerciale e denaro investito. Dunque i giudici decidono che saranno i genitori a ruotare nella «gestione» della casa, passandosi il testimone la domenica. E nella settimana in cui uno dei due non è nell’alloggio potrà tenere con sé le figlie due pomeriggi, riportandole la sera.

«La soluzione prospettata - si legge nella sentenza confermata in Appello - appare quella maggiormente rispondente all’interesse delle figlie, atteso che le stesse potranno permanere stabilmente nel loro habitat domestico e dovranno spostarsi soltanto per i due pomeriggi a settimana previsti con l’altro genitore».

Per una buona riuscita del nuovo ménage familiare i giudici hanno anche espresso alcune considerazioni: «È ovvio che il padre dovrà concentrare le proprie attività extra lavorative (palestra,… passeggiate in montagna…) nella settimana in cui non avrà con sé le figlie …; ciò vale naturalmente anche per la madre (che il padre riferisce essere parimenti impegnata anche al di fuori del lavoro in quanto frequenta la palestra due volte la settimana)».

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