Dopo 50 anni di lotta da parte delle organizzazioni animaliste, la Gran Bretagna sembra essere pronto a vietare l'esportazione di animali vivi. L'Animal Welfare (Livestock Exports) Bill è infatti arrivato al suo step finale del processo legislativo e con il "royal assent" (l'approvazione formale da parte del re) diventa legge. Stipati nei camion o navi con poco spazio per muoversi, da anni viene denunciato come questi animali soffrano di fame, disidratazione, ferite, stanchezza e stress. Le condizioni estreme, comprese le temperature eccessive, non fanno altro che aggravare le loro sofferenze.
Trasporto di animali vivi, ecco che cosa accade
I dati del governo britannico mostrano che a partire dagli anni ’60 sono stati esportati dalla Gran Bretagna fino a 40 milioni di animali da allevamento, tra cui pecore, vitelli e suini, per essere ulteriormente allevati o macellati. Al suo apice, ogni anno si arrivava a esportare oltre un mlione in partenza dai porti come Dover, Ramsgate e Brightlingsea.
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Il testo del Animal Welfare (Livestock Exports) Bill vieta l'esportazione di bovini (e altri animali della specie bovina), cavalli (e altri animali equidi), pecore, capre, maiali o cinghiali al di fuori delle Isole britanniche per la macellazione o ingrassato per la macellazione. Tuttavia, saranno ancora consentite le esportazioni di pollame e di animali vivi per le competizioni e le corse, compresi i cavalli da corsa. La legge è relativa alla Gran Bretagna e quindi esclude l’Irlanda del Nord e i viaggi all’interno dell’isola d’Irlanda.
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Recentemente, il Brasile ha vietato le esportazioni di mucche e vitelli vivi e in Nuova Zelanda è entrato in vigore un divieto per porre fine a tutte le esportazioni di animali vivi via mare. "Ciò dimostra che in tutto il mondo i governi stanno adottando maggiori tutele nei confronti degli animali - si legge in una nota di Animal Equality - . In Europa, anche grazie alla nostra pressione e a quella di altre organizzazioni per la protezione degli animali, il Parlamento Europeo ha espresso la necessità di modificare il regolamento CE 1/2005 – “Regole dell’Unione europea sulla protezione degli animali durante il trasporto”. Diversi stati europei hanno inoltre già preso posizione a favore degli animali, ma non l’Italia, che attraverso le parole del Governo ha espresso l’intenzione di mantenere questa pratica crudele e ha ribadito di reputare sufficienti le normative e i controlli esistenti".
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